Festival di Teatro e Musica Scenari pagani
Volge al termine Festival di Teatro e Musica Scenari pagani, giunto quest’anno alla 16esima edizione. Domani, sabato 23 marzo, al Centro sociale di Pagani alle ore 21.00, andrà in scena l’ultimo spettacolo in cartellone, La fine del Titanic, scritto e diretto da Nicolantonio Napoli. Sul palco saliranno i giovani della compagnia di Casa Babylon. Lo spettacolo, adatto sia ad un pubblico di adulti che di ragazzi, partendo dalla nota vicenda del transatlantico affondato nel 1912 durante il suo viaggio inaugurale da Southampton a New York, diventa una riflessione più generale sugli egoismi umani e sull’incapacità di fare fronte comune di fronte alle avversità. Per senso logico la frase “siamo tutti sulla stessa barca” dovrebbe far pensare a un destino comune da affrontare insieme, in collaborazione, secondo il motto “tutti per uno, uno per tutti”. Ma non è quasi mai così. Proprio come avvenne per il Titanic, davanti al pericolo comune tendiamo a pensare solo a noi stessi, al massimo alla nostra famiglia. E come i topi che scappano dalla nave ci avvertono in anticipo di un pericolo imminente, così chi emigra, chi abbandona i luoghi di nascita testimonia la perdita della speranza e il credere che la ricerca di maggior fortuna e miglior futuro possa avvenire solo altrove. Tra la vita che scorre normale, tra il comico e il drammatico del quotidiano, c’è solo un’ironica e insieme malinconica certezza: che siamo tutti nella stessa barca ma che ognuno pensa a sé. Con La fine del Titanic termina l’edizione 2013 di Scenari pagani, un’edizione che, alla luce delle difficoltà che stanno vivendo tutte le istituzioni che fanno cultura, ha testimoniato la volontà di Casa Babylon “di confermarsi luogo di dibattito culturale, cantiere di incontri e confronti tra cittadini e artisti, di diversa estrazione e generazione”, ha spiegato Nicolantonio Napoli. “Questo è un Paese che vuole vedere gli uomini di cultura, gli artisti, i ricercatori e gli innovatori nei diversi campi del sapere prostrati a chiedere come questuanti o come cani lamentosi alla catena. A noi tutti cosa resta da fare se non cercare di mantenere una piccola resistenza, ognuno come può, dal proprio piccolo osservatorio?”, ha proseguito il direttore artistico di Casa Babylon. “Scenari anche per quest’anno ha voluto rappresentare lo spazio per riflettere sulla società contemporanea, registrare idee e interrogativi, cercare e approfondire le cose che non conosciamo e nello stesso tempo non interrompere la trasmissione tra una generazione di artisti e la successiva, tra una generazione di spettatori e la successiva. Scenari pagani è come un fortino cui è affidata una resistenza piccola e civile: in cui si pratica una vitale e necessaria contraddizione, in cui si documentano, si ricercano e si esaltano l’alterità di tante proposte diverse, tra il rigore nel lavoro e l’apertura al grande pubblico. Con bene in mente un interrogativo sulla missione che il teatro dovrebbe avere, soprattutto oggi: se essere solo intrattenimento o anche spazio di riflessione, contrastando l’indolente vocazione all’autocompiacimento”.