Il Nodo del Colle
Su twitter, il Pdl ha ripreso a tempestare i propri follower di messaggi propagandistici. E’ il segnale che la campagna elettorale è ricominciata o che, forse, non è mai finita. Le nomine di Boldrini e di Grasso ai vertici delle due camere ha infatti accorciato i margini già risicati di un possibile accordo tra gli schieramenti di destra e di sinistra, e così Berlusconi progetta di ritornare al voto prima possibile, convinto com’è che i grillini non accetteranno per nessuna ragione di allearsi con la coalizione di Bersani e di Vendola per non disperdere il clamoroso risultato raccolto nelle urne. Intanto il Movimento 5 stelle, al suo debutto in parlamento, è già alle prese con la prima grana; durante le operazioni di voto per la presidenza del senato i grillini si sono divisi sul nome di Pietro Grasso. Ne è venuto fuori un pasticcio che ha costretto il grande capo incappucciato ad annunciare scomuniche ed espulsioni. Il fatto di per sè non è grave, ma scalfisce la convinzione di chi considera il movimento pentastellato una sorta di monolite, impermeabile a qualunque richiamo o tentazione diversiva. Il cedimento dei 5 stelle, se da un lato ha disorientato la base degli internauti, è servito dall’altro a riaccendere la speranza in Bersani di riuscire ad allestire una maggioranza di governo, più o meno stabile. Il segretario prova a sondare in tutte le direzioni, Lega compresa, stando ben attento ad escludere dai papabili quegli impresentabili ( copyright di Lucia Annunziata) del Pdl. A Berlusconi, a questo punto, non resta che una sola carta da giocarsi prima di dare un’accelerata alla nuova campagna elettorale, vale a dire : mandare al Colle un moderato di centro destra ( sarebbe la prima volta nella seconda Repubblica). Per il Cavaliere si tratta di una condizione ineludibile, per due motivi essenziali. Il primo : la sinistra ( è questo il ragionamento), dopo aver conseguito, di fatto, lo stesso dato elettorale della destra, non può pretendere di occupare tutti i posti chiave delle Istituzioni. Secondo : la nomina a presidente della Repubblica di un soggetto particolarmente ostile alla sua presenza in campo, unitamente alle pressioni giudiziarie della Procura di Milano e di Napoli, ultimamente diventate a dir poco asfissianti, creerebbe un mix esplosivo dalle conseguenze devastanti. I nomi che circolano nelle ultime ore non rassicurano di certo il Cavaliere, ma, di fronte ad un possibile aut aut del Pd, Berlusconi potrebbe puntare al jolly, e cioè chiedere che venga rinnovato il mandato a Napolitano nell’attesa che giungano tempi migliori. E se è vero che il presidente ha già escluso una sua ricandidatura, di fronte ad un invito più insistente e condiviso non si tirerebbe indietro. Chi, a quel punto, tra i bersaniani, oserebbe dire di no a Re Giorgio?
oddio king george ha una certa età e poi mi sembra abbastanza “sfavato” e non credo proprio che voglia essere ricordato come il primo presidente della repubblica italiana rieletto, e poi quattordici anni sono veramente troppi.
che il pd rinunci al colle mi pare cosa improponibile per il semplice fatto che i presidenti delle camere sono per natura di durata incerta e oggi più che mai rischiano, con questa situazione, di essere effimeri.
mentre un uomo per sette anni “sicuri” al quirinale ha tutt’altro valore.
mentre capisco l’inesperienza dei penta-stars nel saper proporre propri rappresentanti alla presidenza delle camere non capisco, se non in un ottica di exit-strategy, l’incaponimento sul siciliano, di rinnegato riporto alla capigliatura, schifani a presidente del senato, sono certo che pure vi erano candidature vincenti nel pdl.
il nostro piccolo, arrapato e falotico brianzolo (se preferisci il frale milanese di folkleriana memoria) in questo momento è veramente fragile e vulnerabile e si attaccherà a tutto per far passare la tempesta. è lì che si mangia le mani perchè per un pelo non gli è riuscito l’ennesimo miracolo all’italiana e per una manciata di voti si trova costretto a subire quella legge elettorale che pure ha tanto difeso e che è stato il vero scudo per le sue disanventure uniche e forse irripetibili nel senso personale e anche temporale.
noi aspettiamo un’apertura di occhi e un approccio meno ideologico e più pratico delle cose italiane in modo che anche le stelle possano partecipare ad una piccola rivoluzione che farebbe bene a tutti. a dire la verità se bisonga tornare a votare mi auguro che almeno scelgano un presidente della repubblica veramente antipatico al piccolo brianzolo io pur di fargli dispetto metterei la bindi che è brava, onesta, pare anche di integra virtù, cattolica e toscanaccia, così almeno gli si roderà il fegato ogni “santissimo” giorno.