Paestum: roseti, rose e rovi
Era il 19 novembre del 2009. Si apriva la dodicesima edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico. Alla Guida della Provincia era giunto l’On. Edmondo Cirielli. Dopo un’intensa campagna di stampa, sostenuta dalla nuova governance politica, Amilcare Troiano era diventato Presidente del Parco Nazionale del Cilento in sostituzione dell’elitario e culturalmente sonnolento prof. De Masi. Il primo botto di questa rinnovata governance fu rappresenatto da uno strombazzato accordo tra il neo Presidente del Parco e la dott.ssa Maria Luisa Nava, soprintendente pro tempore per i Beni Archeologici di Salerno. Ecco l’annuncio che per la sua rilevanza giustamente varcò i confini territoriali: nell’area dei Templi di Paestum rinascerà un Roseto da cui tornerà a emanare il suo profumo e a mostrare lo splendore del suo colore la Rosa di Paestum, famosa in tutta l’antichità e cantata in particolare dai poeti Properzio e Virgilio. Dopo un anno, con fiducia, varcai la soglia dell’area degli scavi per ammirare il roseto. Lo feci in primavera e in autunno perchè, stando alle testimonianze letterarie, quella rosa fioriva due volte. Con disappunto trovai in entrambe le visite soltanto rovi ed erbacce. Eravamo in autunno e di lì a poco si sarebbe aperta la tredicesima Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, prontamente adottata dall’Amministrazione provinciale, che nel frattempo aveva dimenticato le critiche precedentemente rivolte per lo sperpero di somme e la scarsità dei risultati conseguiti. Dopo un anno assisto così a un nuovo annuncio in pompa magna del “dinamico” Presidente del Parco: “La Soprintendenza per i Beni Archeologici ha affidato al Parco alcune aree in prossimità dei Templi di Paestum affinchè si possa procedere al reimpianto delle rose”. A supporto e a lode del nuovo annuncio ecco il rappresentante dell’Amministrazione provinciale profondersi in sperticati elogi: “Testimonianza di buona amministrazione quella di Amilcare Troiano, il quale oltre a pensare, realizza ottimi risultati”. Sono queste le improvvide dichiarazioni di Adriano Bellacosa per un Roseto decantato, sognato e mai realizzato. Intanto passa un altro anno. C’è un nuovo Sovrintendente dei Beni Archeologici – Dott.ssa Cipriani – ; ma Presidente del Parco è sempre lo stesso, come è sempre la medesima Amministrazione provinciale. E in autunno si svolge la XIV edizione della BMTA. Sono trascorsi tre anni, ma l’annuncio, come un disco incantato, è sempre lo stesso: “Un protocollo d’intesa per rimettere a dimora la rosa di Paestum …. Un successo conseguito grazie all’impegno profuso dal presidente dell’ente Parco, Amilcare Troiano”. Questa volta è l’amico avv. Rosario Catarozzi, presidente del “Centro Studi Socio-Economici” di Capaccio Paestum, che, distratto da altri più seri impegni non aveva ascoltato i precedenti numerosi annunci, a “dichiararsi soddisfatto” e “plaudire” all’operato degli Enti coinvolti nell’iniziativa. Da allora, intanto, è passato un altro anno e si è svolta un’altra edizione della BMTA; ma durante le mie consuete visite all’Area archeologica mi tocca vedere pur sempre e solo qualche spontaneo oleandro e la solita erbaccia a nascondere abbandono e degrado. Nello stesso tempo il flusso turistico continua a registrare un annuale decremento del 20% e il numero dei visitatori a diminuire notevolmente. Alcuni giorni or sono, apprendo dalla stampa che, in occasione di un non meglio precisato evento Rosantico, ad opera della nuova Soprintendente dott.ssa Adele Campanelli, al Museo Archeologico Nazionale di Paestum dal 23 marzo saranno in mostra i temi della natura e della bellezza, contestualmente al ripristino del Roseto nell’area dei Templi. Sono trascorsi quattro anni, ma al solito annuncio fa seguito la stessa realtà: un roseto agognato e una rosa di fantasia. E sì! perchè con certezza non si sa quale sia la vera rosa pestana, nonostante le ricerche letterarie e le sperimentazioni di Fernando La Greca, stranamente lasciato in disparte da tutto questo annuale battage di soli annunci pubblicitari. Ci sono, però, due novità: c’è un mercatino a chilometro zero di dubbi prodotti di paleobotanica e la voce annunciante non è più quella del dinamico presidente Amilcare Troiano, nè di qualche rappresentante politico, ma soltanto della dott.ssa Adele Campanelli, soprintendente pro tempore dei Beni archeologici di Salerno, Avellino, Caserta e Benevento. Nessun commento. Da me solo qualche ingenua, incolta e improvvida domanda. Quanto è costato il “progetto di sperimentazione” della rosa di Paestum? a beneficio di quali studiosi e di quali sperimentatori? cosa ha prodotto di scientificamente valido e di storicamente certo? ha inciso positivamente sul disastrato bilancio della gestione del Museo archeologico, che per difficoltà finanziarie da quest’anno non realizzerà la “Settimana della cultura” del mese di aprile e probabilmente taglierà anche la gratuità agli over 65? Quando bisogna ancora attendere affinchè l’area archeologica sia abbellita da un roseto, a prescindere che si tratti della bifera, della canina, della gallica, della damascena? dovremo accontentarci semplicemente dei nostrani e casarecci rovi? o, almeno, che sia ripulita e resa piuù decorosamente accogliente? Intanto i visitatori risultano diminuiti di oltre il 10 % nell’anno 2012, un calo drastico che non avveniva dal 2009, anno del primo strombazzato annuncio della “rinata rosa pestana”!