“Francesco va’ e ripara la mia Chiesa!”

di Rita Occidente Lupo

L’ho anticipato ieri nel mio editoriale, che non sarebbero state numerose le fumate grigie e che al vespro di ieri, avremmo avuto il Papa. Tutta colpa dello Spirito Santo, che sa sempre quello che fa! A parte il sorriso, mi sia consentito, della battuta, per stemperare la commozione commista alla grande gioia che ha invaso il mondo alle 19 circa, quando dal comignolo della Sistina, la fumata bianca! Bianchissima, a tutta forza, contrariamente alla precedente elezione di Ratzinger, allorchè inizialmente sembrò che la stufa non funzionasse a dovere, giacchè a riposo da parecchio! Un groppone di commozione mi ha colta sullo scampanio dalla Cattedrale, ai rintocchi della Capitale, tra l’ovazione mondiale, che ancora non reggeva il nominativo, ma giubilava perchè riaveva il suo Pastore! Questo il senso profondo della comunità, che non aveva pretese di nazionalità o di Continente. E, mentre sembrava acclarata la nomina del cardinale di Milano Scola, che i rumors recenti portavano in prima posizione tra i preferiti, senza scrutini lunghi, un nominativo inatteso, imprevedibile! Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, espressione dell’America latina, argentino, pescato ai confini della terra, detto celiando da lui stesso, ma di umile famiglia immigrata italiana, gesuita! Con il nome Francesco, a ricordo dell’alter Christus. Come il Medio Evo ebbe, grazie al Poverello d’Assisi, la virata alla secolarizzazione di una Chiesa, che minacciava rovina, nei tempi contemporanei, che hanno appesantito il Papato di Ratzinger, il primo Papa extraeuropeo, sudamericano, il primo gesuita, il primo francescano, a salire al soglio petrino…la scelta giusta! Che ha messo insieme tante tendenze, rispettando tante attese!Un evento epocale, che ha strappato il plauso del mondo intero, assiepato sotto il balcone col drappo rosso, in attesa che il nuovo Pastore potesse affacciarsi per l’apostolica benedizione. E Bergoglio l’ha fatto amabilmente! Senza quel “Corrigirite” wojtyliano, che resterà nella storia, ma chiedendo preghiera, prima di benedire con la concessione delle indulgenze. Un Papa ecumenico, che viene dalla Chiesa in rincaro cattolico, anche tra il proliferare delle sette. Latino-americano, di lingua spagnola, ma già amato per aver salutato al suo affacciarsi ed aver semplicemente augurato la Buona notte sull’arrivederci. Un tratto d’umiltà, subito apparso. E, alla luce dei costanti scandali, abbattuti magmaticamente sulla Chiesa del secondo millennio, il piglio della spiritualità autentica, quella che il primo stigmatizzato della storia visse nella sua carne; già dal nome, una missione per il Pontificato. “Preghiamo per il mondo, per la fratellanza, ci sia l’amore tra noi: iniziamo oggi un cammino di Chiesa io e voi, nel quale conto sull’apporto del cardinale vicario.”  La preghiera tradizonale con Pater ed Ave ha fatto comprendere come il legame mariano sia forte: d’altronde, i suoi pregressi legami con Ratzinger, ben noti. Già in passato preferito, ma dinanzi al nome di Benedetto XVI, aveva indietreggiato. Ed ora, il suo momento: lo Spirito Santo ha scombussolato pronostici, soffiando sulle attese umane di una riconferma europea. Un ‘elezione epocale, ma anche se sconvolgente per il nome adottato per la prima volta, non appare rifiutato: il 265° Pontefice, non Papa nero, come anticipato da qualche augure, ma espressione dell’America meridionale. L’ecumenismo, il dialogo, sempre alla portata di Bergoglio, ma con gli ampi spaccati dello spirito. E le realtà che si ritroverà a tappeto, molteplici: dai matrimoni gay, alla pedofilia ed al tesoro petrino, che vede lo Ior nell’occhio attentivo. Papa Francesco, vicino ai poveri, alle esigenze del tempo, ma inflessibile ai cardini evangelici. Il mondo, nell’anno della fede, lo guarda speranzoso per il ripristino di quella fede da un bel pezzo alterata dal laicismo edonistico. Nel solco di Wojtyla e Ratzinger, ferrea la sequela evangelica. A lui sembra proprio che il Crocifisso, che a San Damiano parlò a San Francesco, ripeta l’analogo invito! Ma Bergoglio, ha già iniziato a lavorar di mattoni, inchinando il capo nella preghiera corale e chiedendo ai fedeli, la collaborazione Vescovo e popolo. Mi sento di azzardare ancora una volta: sarà Santo Papa fino alla morte senza dimissioni!  Auguri Papa Francesco!