Il mondo e l’inconscio collettivo

Giuseppe Lembo

L’idea dell’inconscio collettivo la dobbiamo far risalire a Carl Gustav Jung, un celebre psicanalista svizzero. È il 1913, cento anni fa, Jung viaggiava su un treno che da Zurigo lo portava alla cittadina di Schaffhausen, quando, all’imbocco di una galleria perde conoscenza. Si riprende un’ora dopo, ricordandosi di un’allucinazione, nella quale vedeva il mare sommergere l’Europa. Sarà questa l’importante occasione per Jung dell’idea assolutamente nuova che possa esistere l’inconscio collettivo; quell’inconscio che gli aveva anticipato la tragedia della prima guerra  mondiale. Oggi la psicologia delle folle ha come transfert analitico il social network, attraverso il quale si sviluppa il racconto delle storie, creando anche qui una sorta di inconscio collettivo. Esiste veramente l’inconscio collettivo, espressione dello spirito del mondo? Sembrerebbe proprio di si, anche se sono in tanti a non crederci, vivendo in un’epoca il cui clima è fatto di discorsi collettivi, di paure che ritornano. Questo è il concetto junghiano dell’inconscio collettivo. Stando così le cose, possiamo sempre più e sempre meglio capire dove va il mondo. I concetti che frettolosamente si rincorrono sui social network ci fanno intuire sempre più chi realmente siamo e verso dove andiamo. Il twut  che si scrive oggi somiglia tanto ad un vero e proprio transfert analitico. La maggior parte del popolo dei social network scrivendo, di fatto compie un vero e proprio transfert analitico. Così usato il social network, non è più strumento di comunicazione, ma elemento di una profonda contaminazione collettiva. Già Gustav Le Bon, in psicologia delle folle, all’inizio del secolo, sosteneva che individui isolati entrando in contatto l’uno con l’altro, generano una sorte di anima del mondo, che diventa assolutamente un’altra cosa rispetto a quello che singolarmente erano prima. Siamo al concetto junghiano di inconscio collettivo. A questo punto è sempre più vicina la possibilità di poter conoscere le paure e le ansie del nostro tempo; le tante paure e le tante ansie che si liberano dalla fonte degli individui isolati, trasformandosi in anima del mondo, fatta di ….. inconscio collettivo.