Grillo tra Bertinotti e Pecoraro

 Angelo Cennamo

Il raduno di presentazione dei grillini, avvenuto qualche giorno fa in un hotel del centro di Roma e ripreso in diretta streaming, è sembrato un evento televisivo a metà strada tra X Factor e la Corrida. I 163 parlamentari del Movimento 5 stelle, tutti rigorosamente in t-shirt e felpa, hanno sfilato davanti ad una videocamera declinando le proprie generalità, indicando la professione e la vocazione legislativa, una volta varcata la soglia dell’emiciclo. Ne è venuto fuori uno spettacolo da collettivo studentesco la cui unica e vera connotazione politica è stata quella dell’inesperienza o peggio dell’incompetenza. D’accordo, sono anni che discutiamo di svecchiare la casta dei partiti tradizionali e di dare maggiore spazio alle nuove generazioni della cosiddetta società civile. Tuttavia, l’idea che dei neo senatori vengano reclutati con due clic sul computer, dopo aver racimolato poche decine di voti in originalissime selezioni parlamentari, ci lascia quantomeno perplessi. Una prassi del genere la potremmo condividere tutt’al più per delle competizioni municipali o provinciali. A limite, alle regionali. Ma per il parlamento della Repubblica, no : è inaccettabile. I grillini, si è detto, hanno rottamato le obsolete categorie della destra e della sinistra per dare vita ad un movimento trasversale che guarda al futuro senza vincoli ideologici. E’ una balla! Spulciando, infatti, il programma dei 5 Stelle ci si accorge che molte delle loro proposte sono le stesse già avanzate nei governi ulivisti da Fausto Bertinotti e da Alfonso Pecoraro Scanio. Dal reddito minimo di cittadinanza alla settimana lavorativa corta, anzi cortissima, dal no alla Tav al divieto di smaltire i rifiuti negli inceneritori, i grillini hanno di fatto resuscitato la sinistra antagonista di Rifondazione e dei Verdi. Quello di Grillo è in realtà un post comunismo in salsa internettiana, camuffato da un ammiccante spirito anticasta, che, negli anni dei Batman e dei Lusi, ha funzionato benissimo. Chi allora nell’ultima tornata elettorale ha optato per il comico genovese e per il suo movimento, scambiandoli per una novità assoluta, faccia bene attenzione ai contenuti di quella proposta : è roba già vista. cennamo.angelo@tiscali.it

 

 

 

6 pensieri su “Grillo tra Bertinotti e Pecoraro

  1. Mah, eccetto “populismo”, non perderei del tempo a dare delle etichette di destra o di sinistra: ci sono molti altri che vedono il movimento come qualcosa di “fascista” (ti ricordo la vicenda Grillo – Casa Pound), vicino alla destra sociale.

  2. io vorrei limitarmi ai fatti. a dare un giudizio sulle cose che faranno. oggi mi pare che hanno dato l’idea che anche in Italia l’uomo comune possa essere assunto agli scranni parlamentari. e dovendo segliere tra gli eletti della casta, messi lì non per capacità ma per amicizia con i capi bastone dei vari partiti, preferisco il click! è come fare una fotografia.
    quindi non è l’inesperienza da criticare, forse sentiremo parlare i nostri delegati come mangiano? e non un’astruso politichese che serve per riempire uno spazio di tempo con un sonoro incomprensibile anche per chi lo declama, se permetti questo modo di fare post seconda guerra mondiale è una vera e propria presa per il culo, e l’incognita sul se sapranno prendersi delle responsabilità.
    in maniera grillina io non so se questi, che pure mi appaiono belli e veri, hanno capito che gli tocca governare? fare le cose di cui parlano?
    oh, aro angelo, cennamo, se l’avessero capito allora si che sarebbe cambiamento e rivoluzione, ci cambierebbe totalmente l’ottica assurda che ci ha visto confrontarci, e scornarci, nel difendere o condannare un piccolo rattuso falotico e, ultimamente, malato immaginario!

    1. Michele, non sono d’accordo e vedrai che presto anche alcuni grillini non saranno d’accordo con questa visione: ad esempio, quando si accorgeranno di quanto costa abitare a Roma potrebbero chiedere di passare al gruppo misto per avere più soldi di quelli che il movimento chiede loro di tenere per sé.

      C’è anche un’altra considerazione da fare: tu puoi fare il politico serenamente solo se hai una qualche forma di attività avviata. In caso contrario, è normale che uno che esce da due legislature complete sia nella società come un alieno. Quindi, invece di attaccare inutilmente i politici che si ricandidano, si trovi un modo per farli defluire con dignità (semmai non riempendo loro le tasche di soldi, ma dando loro un lavoro normale).

      Cioè, la giovane parlamentare disoccupata/precaria grillina di adesso tra 10 anni chi se la prende a lavorare? E a fare cosa?

      1. cara gabriella ho l’impressione che ti fermi all’apparenza delle cose. cioè si sta giudicando un movimento, che non voterò mai, e non un partito: la novità e tutta qua. e i giudizi vengono dati su sentiti dire.
        io la penso come te: la politica e i politici non possono essere aggratis. ma da questa affermazione e la realtà dei costi della politica ci passa come dal giorno alla notte.
        e poi dovresti concordare che l’esempio deve partire proprio da chi predica. purtroppo in questi momenti ho visto che si è intevenuto su tutto ad esclusione dei soliti noti: ricchi, politici, chiesa, pensionati d’oro e manager.
        ora tu come ti sei sentita quando la cassazione ha levato la norma che pevedeva un prelievo sulle pensioni d’oro? e lasciato quelle che riguardavano i pensionati normali? e le mancate norme sui farmacisti e sui tassisti?
        quando ormai qua bisogna pagare per avere una sanità decente come mai i nostri governanti si sono aumentati lo stipendio?
        ed infine evitando qualsiasi demagogia come mai i nostri politici non dovrebbero essere adeguati alla media delle retribuzioni delle democrazie capitaliste.
        e poi la poitica se non si fa per passione e idealità diventa pura carriera di potere che poi trasforma le persone e le fa mascherare da maiali.
        per quanto riguarda il replacement mi sembra che sia una questione solo italiana da altre parti non esiste questo problema.
        credimi un poco di aria fresca e pulita aiuta a digerire tutte quella fregnacce equilibriste che ci hanno fatto ingoiare come dei grossi rospi non ancora digeriti.
        io spero nei grillini perchè temo un papocchio di govenabilità basata su una “grande” coalizione, che poi tipi come d’alema te la spiegano pure!

        1. Michele, fino a non moltissimo tempo fa la politica era anche carriera e non c’era nulla di stravagante nel fare il politico di professione: si “cresceva” nei partiti fin da piccoli, poi nel tempo, chessò, si diventava consigliere, poi assessore, poi sindaco, ecc.ecc. C’era chi si fermava alla politica locale e chi arrivava alla politica parlamentare. Questo ha creato come effetto collaterale un certo ristagno, i cui ulteriori deleteri effetti sarebbe inutile stare qui ad elencare.

          Tuttavia, avere un politico onesto (che però non ha la minima idea di come funziona la macchina dello Stato perché è stato fino all’altro ieri con l’ariete fuori dal palazzo a dire che se ne dovevano andare tutti) non è sufficiente e, anzi, credo che si stia perdendo del tempo preziosissimo in cretinate incredibili, con un comico che mi sembra quei bambini che hanno portato il pallone e quando si stufano di giocare lasciano tutti senza pallone, con la pretesa assurda di formare un governo loro (!), con dichiarazioni che veramente ti fanno cadere le braccia, con l’idea che loro possano far andare via alcuni dirigenti di altri partiti (perché mai?) e altre cose ugualmente orrende. Al momento, questi a mio modesto avviso hanno un (per me pericoloso) atteggiamento da sceriffi della democrazia, che in tutta onestà non condivido. Non credo al loro “uno vale uno” perché lì dentro c’è qualcuno che vale più di uno sicuramente e si può permettere dichiarazioni come “se appoggiate il PD me ne vado”. Non mi piace il fatto che per mesi questi qua abbiano avuto gratuitamente spazio in ogni tipo di trasmissione televisiva che passava enormi stralci di comizi senza contraddittorio del loro leader, e adesso si lamentano del “taglia e cuci” di Ballarò. Come queste, non mi piacciono decine di altre cose.

          I costi della politica: benissimo, tagliamo questi costi (veramente già sono stati dimezzati qualche tempo fa, ma a qualcuno fa comodo far finta di nulla), ma in Germania i partiti usufruiscono di un consistente aiuto pubblico, peraltro molto vicino al nostro e nessuno dice niente. Perché? Perché la macchina tedesca è efficiente, le panze non votano ma si rimpinzano e di questi costi a nessuno frega nulla.

          Le pensioni d’oro: sono d’accordo con te, ma le cose vanno fatte con criterio perché chi ha quel tipo di pensione è convinto di essersela guadagnata e quindi il taglio viene considerato un suo diritto leso (tralasciando il fatto che la Fornero poteva piangere un po’ meno ed aiutare maggiormente la povera gente, esodati compresi).

          Una cosa che si potrebbe fare con le megapensioni è trovare un accordo con i megapensionati per fare in modo che investano questi soldi in attività che creino ulteriore ricchezza a loro e anche posti di lavoro, invece di essere qualcosa che viene incamerato dal pensionato e sta lì ad ammucchiarsi insensatamente finché il pensionato vive.

          Io non fare un’alleanza né col PDL, né con M5S, si rifaccia una legge elettorale seria e si rivada a votare.

  3. Una proposta sul surplus di alcune pensioni d’oro, ma anche stipendi e prebende varie:
    – Ricevere in buoni, cct ecc. decennali (all’1%) la somma eccedente, ad es., i 10 mila euro al mese. A scorporo del debito.
    Non dovrebbero esserci problemi legali (in attesa di una legge che li riduca). Potrebbe funzionare.

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