A te che leggi…entro mezzanotte “Il nostro caro angelo”

Giuliana Rocci

 Lì, in quella fossa del leone. Battisti  languido, da libri annoiati e scaffalature invitanti. Imbarazzato, casual, distratto, tra  alternative rughe traditrici. Ingegnato, da sempre, in tono: sicurezza a metà, voglia di dirle tutto, una volta per sempre e pudore intramontato. Misto ad orgoglio secco, eretto, a gioco finito. Convinta illusione, alienato sentimento.Rapporto spezzato, creduto  indistruttibile. Ceneri di  passato, ancora fumanti, arrossanti le guance, sferzate da freddo e gasolio in ebollizione. Decisa a non mollare, reciso anche l’ultimo filo:  sanguinante l’ incontro precedente. Superficiale indifferenza ad un sentimento, stremante. Ora voleva recuperarla: professionalmente distaccata, impeccabile, perfino il collo a maglia sorrideva. Turbato da sempre, ad apprezzarla. Malgrado tutto, in lei, tanto ancora l’agitava dentro. Sentimento cheto, apparentemente spento, peggiore dell’araba fenice! Riscaldamento dialogico: imbranato solito, inetto ad afferrar quel rapporto per non perderlo. Tentata di non rincontrarlo, fino all’ultimo atteso e temuto sms disdicente. Vittima del suo venir meno: a desiderarlo nessun tentativo. Altalena spinta troppo in alto…sfibrata, abiurava a spasimi ed incertezze. Eppure, lui lì! Malgrado disperate lacrime, ogni volta ripromesse decisive, ingoiate in silenzio, tra sbavato mascara, all’ultimo saluto scappando…ora, davanti a quel bar d’esposizione,  bitter bianco e stuzzichini, a vacillarle volontà. A metà…gara di generosità condivisa. Rustici invitanti…grandi manovre d’avvicinamento. Sempre lo stesso: disumana prolessi l’apnea affettiva! Da mesi cellulare in stand bye dal cercarlo…squadrato a tratti, imbarazzata dal rivelarsi, ‘incessante burka d’imbarazzo. Gran sospiro,  copione austerity, senza fondo…improvviso boomerag “Bello, sentirsi capiti!” Passato su baratro, ripiombato al centro:  lui per caso, a scamparle devastante asfissìa comprensiva. Liberatore un tempo, carnefice poi! Spaventato,  stritolato da paura di richiesta inesorabile: coraggio! Invece lei, obbediente alla sorte..rassegnata a  stagnante situazione di lancette, al di là del tempo, compatte sempre sul suo volto. Magìa risorta. Finzione assecondarlo, svezzandogli bisogni. Poco, l’avrebbe graziata: la mano afferrata, poche sillabe d’ amore. Nella fossa del leone, dinanzi al leone muto, inetta  ad esser se stessa: passante amico frettoloso, per caso: un balzo improvviso, saluto enfatico, abbraccio liberatorio!  E lui, corazzato di coraggio. Un sorriso, annuncio di prossimo appuntamento … inaspettato, abbraccio formale,  impreparata rigidità. Allargargli le braccia d’amore, se non bloccata coi suoi silenzi a metà, chimera…nocchiera di complice rapporto, col suo unanime assenso. Nel magico gioco del disagio: gatto e topo, alternando ruoli…bloccati, alterni, senza saper come nè chiedersi  perchè,  più che mai ancora innamorati!