Salerno: dopo il CSTP tocca alla SITA, poi a chi altro toccherà?

Così come annunciato in questi giorni, stamattina i cittadini di Napoli, Salerno ed Avellino sono rimasti a terra. 270 mezzi della società di trasporto Sita fermi, corse che non partono ed un’utenza di circa 35.000 persone depredata di un diritto costituzionalmente garantito come la mobilità. Agronocerino, Costiera Amalfitana, Battipaglia, la zona dei Picentini, la tratta Napoli-Salerno ed interi pezzi di territorio campano risultano abbandonate al loro destino e le persone che fruivano di tali servizi, in larga parte studenti, lavoratori ed anziani miseramente appiedati. Alla confusione elettorale delle scorse settimane, ai manifesti appesi in ogni angolo del nostro territorio ed ai comizi di piazza, la politica, quella locale ed in particolare quella regionale quali risposte fornisce all’utenza ed ai 470 dipendenti della Sita, che da oggi rischiano il posto di lavoro? Quale futuro si prospetta in Campania e nei comuni che da oggi ad i già tanti problemi occupazionali affiancano l’ennesima emergenza relativa al trasporto ed alla mobilità? I nostri territori continuano a restare indietro mentre la politica cerca di individuare le giuste e tanto attese risposte e la crisi economica inesorabilmente avvolge nel proprio spettro altri 470 lavoratori e le rispettive 470 famiglie. Dopo il CSTP tocca alla SITA, poi a chi altro toccherà? Alle istituzioni chiediamo di adoperarsi immediatamente per individuare le soluzioni opportune e risolutive per porre fine al problema trasporti in Campania. Non si ricerchi la soluzione tampone ma una soluzione che ci porti fuori dal tunnel, si ripensi ad un sistema di trasporto serio ed affidabile in Campania e si restituisca dignità ad i nostri territori ed ai nostri cittadini che da dati nazionali risultano i più penalizzati dalla attuale crisi. Da tempo siamo attivi e continueremo ad essere vigili su questa annosa vicenda, sperando di poter contribuire fattivamente alla chiusura dell’ennesima pagina di vergogna che tocca la nostra terra.