Pianeta handicap: voglia di vivere…in acqua!

Barbara Gentile
Prendo sempre come esempio la mia esperienza per provare a mandare dei messaggi fra le righe. Prima dello “stop forzato”, ero brevettata come istruttrice di nuoto di 1° livello rilasciato dalla F.I.N. (Federazione Italiana Nuoto). E’ facile pensare che basti poco per insegnare a nuotare e che sia semplicissimo relazionarsi con bambini e/o adulti. Non è così; per diventare istruttori di nuoto c’è bisogno di seguire un corso teorico-pratico organizzato dai comitati regionali competenti in materia, eseguire il test di ammissione e il relativo esame finale. Quante volte ho ripetuto ai marmocchi, che non mi davano ascolto, di appoggiarsi alla tavoletta e di sbattere i piedini. In questo momento invece sono io a dover eseguire i movimenti che l’ istruttore mi impartisce; capovolti i ruoli, prima  camminavo avanti e indietro sul bordo della piscina, ora sono dentro l’acqua, ad alzare e abbassare le gambe. autonomamente grazie alla forza di gravità. L’acqua dicono sia “miracolosa” e posso confermare, dato che in acqua  Cammino. La sensazione è sempre stanchezza ma è diversa, solo ora me ne rendo conto, ma il lavoro che in passato era rivolto ad altre persone , ora è per me. La fisioterapia in piscina è una risorsa che noi tutti ragazzi disabili, dobbiamo sfruttare, credo infatti che il passaggio tra acqua e aria sia molto breve, cioè quello che riusciamo a fare “ a bagno”,  prima o poi lo riusciremo a fare anche fuori. Inizialmente il mio “tuffo in piscina” avveniva tramite un sollevatore, non prima però di aver messo un salvagente intorno al collo. Credo appaia evidente il disagio e lo sconforto di quei momenti: io che nell’ acqua sguazzavo come un pesce, sentendomi libera da ogni vincolo, sono stata costretta a immergermi tramite un mezzo avvinghiata da una ciambella azzurra. Non mi sono mai scoraggiata e ora ho inventato un nuovo stile: Stile Riscattato.