Salerno: autotrasporto, tavolo di coordinamento

Sono arrivati segnali positivi dalla Prefettura di Salerno per quanto riguarda l’istituzione del tavolo di coordinamento congiunto tra Agenzia delle Entrate, Guardia di Finanza e Ufficio del Governo, con lo scopo di monitorare la corretta applicazione delle leggi che regolano il comparto. Un “pool” che, sebbene sancito per legge, non ha trovato ancora nessuna applicazione sul territorio italiano. Da qui la giornata di protesta “Una Prefettura, un tir” che ha visto Salerno tra le piazze della penisola dove sono stati organizzati i presidi di lavoratori e mezzi articolati. Uno degli argomenti principali al centro della sollecitazione rivolta alle Prefetture consiste nella mancata applicazione della normativa che avrebbe dovuto regolamentare i rapporti economici con la committenza, ed in particolare la disciplina dei tempi di pagamento (L. 127/2010) e dei costi minimi incomprimibili della sicurezza (art. 83 bis L. 133/2008). «Dalla Prefettura – ha spiegato Sebastiano Fiume, segretario della federazione Trasportounito – ci è stata data disponibilità ad avviare in tempi rapidi il coordinamento che abbiamo chiesto. Ci siamo aggiornati all’inizio della prossima settimana per avere dettagli. Siamo soddisfatti a metà dell’esito della giornata di protesta, che, se non dovessero essere concretizzate le nostre richieste, continuerà sicuramente». Come più volte discusso in sedi ministeriali, al di là del contesto di crisi economica generalizzata che colpisce anche l’Autotrasporto e le difficoltà generate dall’aumento indiscriminato dei costi del gasolio, autostrade, assicurazioni, il settore subisce una crisi strutturale poiché non sono stati affrontati e risolti gli innumerevoli problemi. Nel caso in cui la Prefettura non riuscisse a rendere operativa l’attività di coordinamento di controllo, e quindi sollecitare e indirizzare l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza, si profilerebbero i seguenti rischi:
– il mercato al “prezzo più basso” continuerebbe ad eliminare le imprese di autotrasporto sane e rispettose;
– aumenterebbe il ricorso ad espedienti ed artifizi fiscali, per rispondere agli indiscriminati aumenti dei costi (gasolio, pedaggi, assicurazioni ecc…);
– verrebbero meno tutti i presupposti necessari per garantire un minimo di sicurezza stradale.
E i numeri della crisi del comparto, sul territorio provinciale, parlano chiaro: su 2.500 aziende circa, il 10% vive difficoltà. Che poi si riversano sulla componente occupazionale: il settore conta 10mila addetti, di questi, negli ultimi mesi, più di mille sono stati licenziati e prestano lavoro precario con pagamento “a viaggio”. «E’ una situazione al limite – ha aggiunto Fiume – se non arrivano risposte certe ed una progettualità ad ampio raggio, il comparto, che oggi è tra i tre settori strategici dell’economia salernitana assieme al turismo e all’agricoltura di qualità, è destinato a soccombere».