Salerno: Cstp, Napoli “De Luca dia prova sobrietà finendo allarmismi e saldando il debito”

«Il sindaco di Salerno, con i suoi ritornelli sul Cstp, continua a cavalcare la tigre cercando di volgere a proprio favore una situazione difficile in cui è coinvolto essendone l’artefice. I tagli al settore del trasporto pubblico, da parte della Provincia di Salerno, di cui si riempie la bocca per meri fini elettorali, non sono operativi». Così, l’assessore provinciale ai Trasporti, Luigi Napoli. “La Provincia- continua- con il presidente Iannone in capo, attraverso l’Upi, continua a battagliare contro la politica scriteriata del Governo Monti che, con l’annuncio di nuovi tagli alle risorse destinate agli Enti, penalizza servizi e mortifica i territori mettendo a repentaglio anche la storica azienda salernitana del trasporto». «Il primo cittadino di Salerno- sottolinea- farebbe bene a saldare il suo debito con il Cstp, invece, di destabilizzare gli equilibri delicati tra i lavoratori che hanno mostrato grande senso di responsabilità approvando il concordato. Il suo invito alla sobrietà stride con l’insistente strumentalizzazione politica della vicenda e con la consuetudine allo scarica barile sulla Provincia, denunciando vecchi modelli clientelari di cui egli è maestro e per i quali verrebbe da dire “il bue chiama cornuto l’asino!”»«L’Amministrazione provinciale procederà con la ricapitalizzazione-  conclude Napoli – e come ha sempre fatto continuerà a lavorare per salvare il Cstp. Lunedì mattina alle 10,30 presso il nostro assessorato incontrerò le sigle sindacali per spiegare bene la delibera del 23 Novembre del 2012, con la quale la Provincia di Salerno si limita a prendere atto delle note del dirigente del Settore Finanziario che propone, per l’annualità 2013, una serie di provvedimenti urgenti per il riequilibrio di bilancio, tra cui compare anche, ma non solo, il risparmio di 5 milioni di euro per il trasporto. Soltanto alla luce della legge di stabilità potremo definire lo scenario per il finanziamento al trasporto pubblico locale. Gli allarmismi, dunque, non servono a nulla se non a compromettere una situazione di per sé già difficile e complicata».