Politici…da lotteria!

 Rita Occidente Lupo
Una parodia, che qualche professionista impegnato nel sociale, ha pensato di animare, in tema d’elezioni incandescenti! Mentre impazzano sigle e partiti, nominativi ed alleanze, scontri diretti e trasversali, il Porcellum ancora in piedi, non giustiziere di scarse democrazie popolari. Un galoppo generale: nomi dall’alto, unti di sempre, salvo recenti eccezioni, all’ombra di apparati clientelari o di segreterie fai da te! Mentre Beppe Grillo cerca di mediare, con un’antipolitica che sacrifica anche il tecnico Monti, improvvisamente non più ago della bilancia italiana, di una crisi agonizzante, con nulla da invidiare a quella balcanica, per contorni, il Pdl gioca a ping pong con la Lega, offrendo tempo al vincitore delle primarie, di metter su un Pd senza più ruggiti renziani. La butade del partito Lotteria, origina da qui. Un terno a lotto, direbbe qualcuno, giacchè anche la fortuna, sembrerebbe ultimamente come la dea Ate, ultima a lasciar l’Olimpo delle banane! La sorte, da estrarre per comprendere democraticamente, Clistene docet, a chi assegnare lo scanno governativo, in barba ad ogni listino, premio di maggioranza, coordinatore politico e nomination imposta. Una sola iscrizione virtuale, a colpo di mouse, con la possibilità di poter poi essere estratti, andando ad impinguare le liste dei partecipanti competitivi, per governare nel dolce far niente! Andandosene a zonzo per la city, da giovin signore pariniano o da first lady, scappata dal piedistallo…senza lavorare, ma nel contempo guadagnando profumatamente! In chiave, politica di casa nostra, il neonato Partito ha già registrato numerosi adepti: per celia o per curiosità, tanti a pigiare l’acceleratore, per venire a capo della situazione e veder fino in fondo a chi arriderà la sorte governativa! L’iniziativa, che si fregia d’apparato direttivo, con tanto di segreteria e di collaboratori, invita a riflettere sulle imminenti politiche lampo, che già vedono in corsa una nomenclatura colorita di formazioni. Ed una scarna decisione popolare, giacchè ancora non chiaro il mosaico delle alleanze, che ormai non esiste da un bel pezzo per ideologia, ma nemmeno per amarcord. Infatti, se Sparta non ride, Atene piange! Di qui il sorriso berlusconiano, fuori luogo, anche se rappresentativo perfino della tradizionale arte partenopea, sul presepe di San Gregorio. E mentre a suon d’inno mameliano “I Fratelli d’Italia” si chiamano a raccolta,  radunandosi anche dalle ceneri almirantiane, dopo le ustioni della storaciana fiamma tricolore gli azzurri, ribattezzati sotto l’ombra “Italia”, avendo gettato alle ortiche la sigla Pdl, cugini dei Fratelli. Un bailamme, dal quale sembra scampato il Pd, d’immutata pelle. Ampliata la filigrana delle alleanze, dopo lo smaccante colpo di coda con Di Pietro, inevitabilmente fa propria la stampella Sel, con una cospicua fetta di consensi anche d’antica matrice socialista. Ma i nominativi, ormai, non servono più, come le idee e le parole: il Paese è arcistufo d’imperante chiacchierologia, come d’attenzione a scandali sessuali e bancarotte fraudolente! Il popolo, che ogni giorno deve sopravvivere ad Imu e nuove tasse, orfano d’occupazione ed in apnea per la crisi economica, intende capire dove verrà condotto, da questo o quel Caronte del momento, pronto a seguirlo, al di là del colore e della sigla, soltanto se vedrà incarnati fatti e soluzioni ai suoi problemi, che quotidianamente gli sventagliano i giorni dal calendario, per giungere senza spasmi alla fine del mese!

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