Presepe choccante a Carrara

di Rita Occidente Lupo

In giro per presepi, ancora un hobby nel periodo natalizio, specialmente per i più piccini, ai quali entusiasma sempre riandare indietro nel tempo e restare affascinati dalla meccanica che anima scene d’un tempo: dall’acqua del fiume che continua a sgorgare, all’arrotino che nella sua bottega, a lume di lanterna, continua ad affilare. Ormai la natività continua a subire metamorfosi nella simulazione d’un evento che dal Duecento, non è più solo monopolio umbro. E, sul presepe, di tutto, di più! C’è chi elabora nuovi volti, nuove scene e chi resta fedele alla tradizione dell’ Assisense.Anche in Italia, ovunque scene che rimandano alla nascita dell’Emmanuelle, con più o meno fantasia. Perché ancora il presepe lancia un messaggio. Così, a Carrara, in Piazza Duomo, un Bambinello scheletrico ed al posto di Maria, Giuseppe, il bue e l’asinello, bidoni di metallo con foto di guerra e fame nei Paesi più poveri. Ispirato alla vicenda di Olga Komut, donna ucraina di 31 anni, al settimo mese gravidanza, morta di stenti nel febbraio scorso nella tenda alla periferia di Carrara. Sotto un tendone, Gesù Bambino, in resina bianca, su un pagliericcio con sottofondo sonoro di raffiche di mitragliatrice, scoppi di bombe e cori natalizi. Una scena choccante, a detta di molti, ma che intende scuotere l’opinione pubblica dall’indifferenza, nella quale spesso si lascia morire il proprio prossimo, dimentichi di un Dio fatto Uomo, per amore dell’umanità! Foto Leggo