A te che leggi entro mezzanotte…”A chi?”

Giuliana Rocci

Non sapeva più se masticare i morsi della fame o lasciarsi andare a quelle piccole gioie del palato, che sanno sempre ingannare prima che lo specchio assassino pugnali senza appello! Sospesa nel fondo dell’ armadio una gonna, sempre asimmetrica sulle cruccette dondolanti incagliate, nell’afferrare lembi di superaffollate novità della moda. Mai assenso alla sciatta ordinarietà, che il tempo non recuperava nel rivisitare anche il passato, conferendo qualche nota innovativa, senza troppe pretese. Come lei: affezionata a quei jeans stinti, che le davano il senso della giovinezza sempre da vivere mai vissuta: premature  responsabilità in un mondo d’incerte sicurezze. Inutile rinvangare il passato, non sapendo neanche dove guardare, al pensiero del futuro: impantanata, di lui smarrito ogni segnale. Preso dal costante dovere, non riusciva neanche più a sentirsi. Lo voleva, in fondo: drogarsi d’impegni, per non trovare il comune denominatore a quella sua febbricitante routine lavorativa, avvinghiante peggio delle sabbie mobili. Finita in malo modo quella sua fetta di vita, macerata dal tempo senza procedere indiscreta: a chi avrebbe riso, pensato, suggerito di correre sugli stessi passi del passato, divorando asfalto sterrato, nell’imbracciare scorciatoie imbattute? A chi avrebbe rinfiocchettato i pacchetti sotto l’albero, pensando a cosa ridonargli che sapesse di originale, senza incedere nel banale? Solo cercare di non pensare: se non altro avrebbe galoppato di meno su quel destriero che già da un bel pezzo aveva rinunciato ad armarsi di fantasia per farla sognare…