È disumano uccidersi

Giuseppe Lembo

Il Medioriente non trova pace; il linguaggio, tra i due monti separati, è quello di sempre, ossia la violenza delle armi. Si spara dall’una e dall’altra parte; si spara usando armi di distruzione, che provocano morti innocenti, vittime di un conflitto sempre più folle. Il mondo ha bisogno di pace; il Medioriente oltre al resto del mondo, hanno bisogno di pace. Basta con la violenza; basta con la guerra che uccide vittime innocenti ed ovunque, è causa di distruzione e di morte per l’uso di armi tecnologicamente avanzate e sempre più ferocemente contro la pace degli uomini della Terra. Basta con la violenza e le guerre; con tutte le violenze e le guerre comprese le tante guerre dimenticate che nell’indifferenza del mondo, producono dolore, sofferenze umane e tante distruzioni che aggravano le già gravi condizioni dei popoli poveri e dei diseredati, coinvolti contro la loro volontà, in guerre violenti che, purtroppo, si combattono, solo perché così fa comodo a qualcuno assetato di averi e di gloria terrena, con la complice silenziosa attenzione dei tanti costruttori di morte che proprio non si fanno scrupoli a produrre armi sempre più sofisticate per ricercarsi nuove opportunità di ricchezza assolutamente disumana, ma facile da raggiungere per la domanda che c’è nel mondo di riempire gli arsenali, anche se poi i granai sono assolutamente vuoti e la morte per fame è un male insanabile per tanti popoli della Terra che non riescono a vivere nel rispetto della loro condizione umana e dei loro diritti di uomini, purtroppo, sempre più traditi, sempre più violati. Ma tornando al conflitto israele-palestinese, c’è da dire basta alle violenze ed alle vittime innocenti di missili che piovono da una parte e dall’altra, causando distruzione e morte. Mentre i missili palestinesi si abbattono su Tel Aviv e Ashkelon, quelli israeliani si abbattono con altrettanta violenta disumanità sulla Striscia di Gaza. Vittime innocenti, compresi i bambini, vengono uccise.  Aumentano i raid dall’una e dall’altra parte; raid di morte si susseguono a ritmo incessante. Israele attacca e lancia i suoi missili, per il suo diritto di difendersi.

Lo scudo antimissilistico di cui dispone Israele gli permette di abbattere la maggior parte dei missili palestinesi che, comunque, riescono a colpire, a tenere la popolazione in grave agitazione, per il pericolo con cui convivere permanentemente. Basta con l’escalation della violenza! Basta con l’uso-abusato di armi che causano distruzione e morte!  La guerra israele-palestinese è una guerra che deve assolutamente finire. Al fragore delle armi, bisogna opporre e da subito, una tregua ed aprire un dialogo che abbia per obiettivo la pace. Le parti sono tra loro, fortemente diffidenti; non si fidano gli uni degli altri; non si fidano neppure degli ambasciatori di pace che si propongono come mediatori affidabili per raggiungere l’atteso obiettivo di una pace vera e duratura. Le diplomazie del mondo, dall’Egitto ai Turchi per i palestinesi, dall’America ed all’Europa per gli Israeliani, sono in movimento e si stanno attivamente adoperando per la pace, per una pace certa e duratura, tale da garantire una vita tranquilla all’una ed all’altra popolazione. L’obiettivo della pace in Medioriente è un obiettivo, prima di tutto, umanamente importante; ma non solo umanamente. È importante anche per il futuro dell’intera area che non può sopportare le continue aggressioni degli uni contro gli altri, avvelenando il clima di gente che, stando così le cose, non può assolutamente vivere in modo tranquillo ed altrettanto tranquillamente, organizzarsi il proprio futuro, dove tra l’atro, c’è una brutta e scomoda eredità che si passa di generazione in generazione, da padre in figli. Ma a chi giova tutto questo? Non al Medioriente; non ad Israele che, per maledizione storica, non riesce a vivere in pace; non ai palestinesi della Striscia di Gaza che si tormentano nella ricerca ostinata di creare occasioni di conflitto contro Israele, rifiutando ostinatamente di vivere nel rispetto reciproco e di ogni possibile cooperazione per allentare le quotidiane tensioni e costruire insieme per il comune bene, un mondo di pace, possibile oltre che auspicabile, anche tra nemici ostinati quali sono gli Israeliani ed i palestinesi. Questo conflitto senza fine deve assolutamente cessare; deve cessare come atto responsabile dell’umano dovere della vita contro la morte di innocenti, tra cui tante donne, tanti vecchi e purtroppo, anche tanti bambini. Di chi la colpa? Di entrambi che da lungo tempo giocano a farsi male; l’uno provoca, l’altro risponde con forza alle provocazioni, senza pensare di percorrere strade diverse dalle armi che sono solo feroci strumenti di morte, da cui non può venire alcuna soluzione al problema che è grave in sé in quanto produce con ostinata determinazione solo scenari di guerra, con morti e distruzioni; oltre a questa gravità dal peso enorme per le sofferenze umane che produce, gli scenari mediorientali, possono rappresentare un grimaldello pericoloso per la pace dei popoli della Terra che, oggi più che mai sono chiamati a vivere in pace, cooperando l’uno l’altro, senza  pretestuose rivendicazioni o inutile spirito del prevalere con la forza gli uni sugli altri. I guerrafondai non giovano per niente alla costruzione di un mondo nuovo; di un mondo di pace, per il grande obiettivo di una solidale convivenza umana per un’unica società-mondo, in una Terra-Stato. In questi scenari sono assolutamente inutili le divisioni fratricide e le guerre guerreggiate degli uni contro gli altri, pur vivendo in una unione territoriale che non si riesce assolutamente a trasformare, come conviene, anche in un unicum umano. Il fanatismo dell’austero rivendicazionismo, l’arroganza del potere che pensa di imporsi agli altri con la forza, oggi più che mai, non giova; non giova a nessuno vivere da nemici. Occorre capire che, è importante per tutti, partendo dai propri ambiti territoriali, essere uomini di pace; ripudiare la guerra, scegliendo in alternativa, la solidale cooperazione umana, è l’unica strada comoda e giusta per pensare al proprio bene insieme al bene degli altri e per pensare al proprio futuro di pace senza violenza, insieme al futuro di pace senza violenza degli altri. Hamas, Netanyahu, siete entrambi uomini di questa martoriata Terra. Smettetela di farvi male e di causare la morte di tanti innocenti, donne, vecchi e bambini, che, tra l’altro, non sono combattenti, ma semplicemente uomini della Terra, che hanno avuto la grande sfortuna di vivere addirittura vicini, ma da nemici, ostinatamente desiderosi di annullarsi a vicenda. Hamas, Netanyahu, basta rinfocolare odio e vendette! Da uomini di pace, per il vostro reciproco bene e soprattutto per il bene della vostra gente e del mondo che per ogni occasione di guerra va in forte fibrillazione e comincia a ragionare sbagliando, fidatevi degli ambasciatori di pace e sedete in modo convinto al tavolo della pace dove ricercare la pace per i vostri popoli ed un insieme umano di pace che, partendo proprio dal Medioriente, porti al mondo intero nuovi scenari umani dove prevalga per sempre e per tutti, la pace sulla guerra. Voi, mettendo da parte l’offesa della guerra, date il là a questo grande progetto di pace di cui ha necessariamente bisogno il mondo intero. Intensificare il conflitto tra le parti ostinatamente contro, così come prevede il politologo americano Michael Valzer nel libro “Guerre giuste ed ingiuste”, è un fatto grave; un pericolo assolutamente da scongiurare. Occorre, come sostenuto anche da Michael Valzer, riportare l’arca Mediorientale ad una condizione di pace duratura, aprendo così la strada dell’insieme umano anche alla soluzione del problema palestinese ed al mondo intero dove ancora si pensa ai conflitti armati come utile e sola soluzione.  Ma non è così! Non è per niente così!  È importante far cessare ovunque nel mondo il fragore delle armi e dare all’uomo nuove certezze umane, usando per il bene dell’umanità uno strumento di vita assolutamente infallibile; uno strumento che l’uomo della Terra conosce bene, ma spesso ne dimentica l’esistenza. Questo strumento si chiama pace; una pace da amare, da ricercare e da fare propria dentro ciascuno di noi, come la grande fede per la vita gandhianamante intesa, con il forte protagonismo della nonviolenza. Attraverso la cultura della Pace l’uomo può cambiare il mondo, rendendolo più umano, più solidale e più libero dalle scorie della disumana violenza che producono nello spirito di sempre, morte e sofferenza anche per i tanti che sono responsabili di niente se non per essere venuti al mondo con un destino già fortemente segnato dalle sole negatività della vita umana che spesso, sempre più spesso tradisce il destino degli uomini della Terra, destinandoli a morire quando invece dovrebbero vivere.