Salerno: presentazione “Pia Galise da Cava de’ Tirreni”

Giovedì 6 dicembre, nel Salone di rappresentanza di Palazzo Sant’Agostino, sede della Provincia di Salerno, sarà presentato il libro “Pia Galise da Cava de’ Tirreni. Una pittrice agli albori del Novecento”, realizzato da Matilde Romito, dirigente dell’Ente. Dopo i saluti istituzionali del Presidente della Provincia Antonio Iannone e dell’Assessore al Patrimonio, Beni Culturali e Cultura, Matteo Bottone, l’iniziativa sarà illustrata da Matilde Romito e interverrà Rosario Pinto, storico e critico d’arte, studioso della pittura “al femminile” da molti anni. La figlia di Pia Galise, la scrittrice Elvira Santacroce, porgerà un saluto a nome della famiglia e la nipote Renata Fusco, proporrà, con la sua voce straordinaria, particolari brani del repertorio napoletano, accompagnata da Gabriele Rosco e Peppe Palladino, in memoria della nonna. Lo studio della vita e delle opere di Pia Galise rientra in una programmazione volta alla conoscenza artistica del territorio: dopo la mostra sulle “Pittrici salernitane degli anni Trenta (1927-1941)” nel 2008, che tanto successo riscosse, permettendo la riscoperta di un filone pittorico “femminile”, la ricerca incentrata sui due primi decenni del Novecento, attraverso una figura così interessante e sfaccettata quale la pittrice Pia Galise da Cava de’ Tirreni, fa ulteriormente emergere le componenti artistiche del salernitano nella prima metà del ‘900. Una ricerca che dunque punta alle figure che, nate in questa terra, vi hanno vissuto e operato (a fine ottobre si è inaugurata a Buccino una mostra, con relativo catalogo, su Flaminia Bosco, una pittrice pressoché coeva di Pia Galise), nel mentre l’altro filone di studio esamina i pittori stranieri che questa terra hanno scelto come loro seconda patria (uno per tutti il volume “La pittura di Positano nel ‘900”, realizzato l’anno scorso). E’ chiaro che la pittura rivestì nella vita di Pia Galise un ruolo primario e da una parte, in giovinezza, le restrizioni paterne, dall’altra l’esigenza di rispettare i doveri di moglie e di madre, una volta sposata, le causarono grande sofferenza nella rinuncia. Colpiscono le sue capacità pittoriche e la grande abilità nel disegno; incuriosisce le sua attenzione per nuovi movimenti pittorici.  Se avesse continuato a dipingere Pia Galise avrebbe dato alla sua pittura sicuramente una svolta nuova: è mancata, dunque, a questa pittrice la possibilità di aggiornarsi e di cogliere, come avrebbe colto, nei modi spesso potenti della sua regia pittorica, nuove forme e nuovi modi del suo mondo artistico. La sua opera ha inoltre il pregio di restituire una immagine del paesaggio di Cava de’Tirreni fermo al primo ventennio del Novecento, e inoltre volti e personaggi di quel mondo, uomini e donna di una società all’inizio di quel secolo così intenso quale  è stato il XX secolo; è istintivo pensare ai profughi della Prima Guerra Mondiale verso i quali la Galise mostra tanta attenzione nei suoi dipinti. Dunque un ulteriore tassello nella ricostruzione della storia artistica, nello specifico pittorica, della provincia salernitana che, entrata nell’immaginario europeo nell’Ottocento, dopo i prodromi settecenteschi legati alla riscoperta dei templi di Paestum, emerge all’inizio del Novecento, all’interno dei grandi movimenti europei che imprimeranno diverse svolte e nuove prospettive all’arte del salernitano.