A te che leggi entro mezzanotte…”Pensiero stupendo”

di Giuliana Rocci

Folgore a ciel sereno. Convinta d’esser esente da ogni desiderio rimandante a sospiri e nostalgie sentimentali. Aveva dato abbastanza! Molto, troppo, alla nomenclatura della malattia d’amore, ora saggiava la pace dei sensi, cercando di mantenere integro il suo fossato da gallinacei cantaglorie e pavoni senza piume. Immune, anestetizzata quasi da quella pioggia incessante, che le solleticava il cappello in cirè nero, calcato non tanto d’appiattire la frangetta, che in ogni caso lasciava scappare dalla falda, in segno d’ordine. Quel pomeriggio, senza l’ansia del dover esser perfetta. Paziente… doveva andar da lui, mesi che mancava!! Pensieri umidi sull’asfalto: terrorizzata dagli slittamenti mattutini. La sua mente, sempre fuori dalla traiettoria, al punto da dimenticare l’autostrada. Recuperata la direzione di marcia, acceleratore pigiato, destinazione più o meno in orario decente! Discreto campanello. Lui, all’ingresso: saluto professionale, occhi curiosi, ottime ricamatrici, dai capelli a spazzola, finemente tinti di malizia. Passi trascinati della papessa, a governar il patrimonio! Perfetto imbelle: un mulo, mantenuto a lavoro incessante, panacea gratificante ad hobby solitari. Spento, anche volendosi ricaricar da paperone: agi, benessere, soldi da sperperare, continuando a massacrarsi! Felice? Tutt’altro: intuito appena conosciuto…riconosciuto. Anni a saper l’uno dell’altro, ma persi di vista. Poi, da lui in extremis. Da subito, qualcosa di magico. Tempo addietro, il silenzio, arbitro del loro rapporto.  Drammatico il vederlo. L’intimoriva, le creava gelo! I suoi capelli sale e pepe, la carnagione pallida, l’idea di uno zombie,  con quegli occhiali sempre diversi e lo sguardo furtivo, da scienziato pazzo. Fascinoso, partito doc, piacente a tante…puntato perbenino, come dalla moglie. Più giovane, sposato maturo a goder lussi e blasone: prodigio, i gracchi,  da quell’unione instabile,  governatori della sua esistenza! Tali rampolli, in ogni salsa, scopo di vita, cimeli di conversazione. Tranne quando le aveva chiesto a bruciapelo, la prima volta, di seguirlo fuori per il week lavorativo. Sbigottita, impacciata, dribblato:  dileguata la bolla di sapone. Ora se lo ritrovava ad afferarrle la fronte, le braccia…sotto gli occhi di tanti. L’attrazione, non lo mollava. Sapeva di piacergli  ancora, il tempo non gli allentava l’adrenalina che gli scuoteva i riflessi al solo vederla! E lei, ricominciava a viver dentro, senz’aspettarselo, in quel pomeriggio coi leggins alla dark ed il cinturone hippyes: non più automa di lavoro, il cuore le schizzava da quell’asettico ambiente, ricordando una sera in cui era riuscita ad incontrarlo al bar…una frana. Caduto dal motorino, s’era ritrovata crocerossinaa tenergli il polso che le porgeva. Anche ora, sfoggiava dalla tasca del camice un antinfluenzale, dicendole d’esser infermo: che manìa lamentosa, quella d’azzerarsi dinanzi a lei e di apparirle sempre malato. Reclamato dalla segretaria, una carezza sul volto, un abbraccio impulsivo, due baci alle guance inconsueti nel suo stile…Pensiero Stupendo… innamorato, la segretaria pensava appuntando il giorno che le dettava, per rivedere quel raggio di felicità!