Vittime e carnefici

 Angelo Cennamo

Fa discutere l’iniziativa promossa dal Giornale di Sallusti di pagare le spese mediche e legali agli agenti di Polizia indagati a seguito degli scontri con gli studenti che protestavano per le politiche di austerità del governo. La maggior parte dei quotidiani e dei telegiornali hanno descritto i fatti sotto la lente deformata del pedagogo progressista, quello cioè abituato a giustificare qualunque barbarie o nefandezza col disagio giovanile, dando sempre la colpa alla società e ai guasti del “sistema”. Non serve andare molto indietro nel tempo e ricordare la nota battaglia di Valle Giulia, splendidamente raccontata da Pier Paolo Pasolini –  che in quell’occasione preferì schierarsi dalla parte dei proletari in divisa piuttosto che degli universitari borghesi – per rivivere simili turbolenze. Le cronache più recenti ci riportano al G8 di Genova del 2001, e al calvario mediatico-giudiziario che il carabiniere Mario Placanica dovette subire per aver difeso l’incolumità propria e dei suoi colleghi dall’assalto di un manipolo di giovani incappucciati armati di estintore e di assi di legno. Ci scappò il morto, ed un’assurda strumentalizzazione che trasformò le forze dell’ordine, agli occhi dell’opinione pubblica, come dei plotoni di feroci assassini. A distanza di anni, il copione si ripete : i giovani scendono in piazza per manifestare contro i tagli all’istruzione e insultano il ministro di turno. E’ un rito al quale nessuna generazione si è mai sottratta dal ’68 in poi. I cortei a volte sono pacifici e si risolvono in una salutare scorribanda in centro, utile ad evitare un’interrogazione di latino o un compito in classe di matematica. Altre volte invece si trasformano in vere e proprie scene di guerriglia nelle quali è sempre difficile distinguere il manganellatore dalla vittima. E allora la notizia del padre di uno dei giovani arrestati a Roma e poi rilasciati, che stigmatizza la generosa sentenza del tribunale, stride e non poco di fronte al conformismo di tutti gli altri genitori e massmediologi che, al contrario, difendono sempre e comunque i propri bamboccioni, anche quando armati di sanpietrini o di spranghe se ne vanno in giro a devastare le città o ad occupare le loro scuole, commettendo inconsapevolmente un reato. Sarà anche questo un segno dei tempi?