BMTA: l’archeologo Emanuele Greco “Non si scavi a Paestum o il sito sarà distrutto”

“Non si scavi oltre a Paestum”. A dirlo è Emanuele Greco Presidente della Fondazione Paestum e già Direttore della Scuola Archeologica di Atene. Il grande archeologo sfata un mito durante la XV Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum: “L’area archeologica di Paestum si sviluppa su una superficie di 120 ettari, di cui solo 20 sono scavati, quelli ritenuti rilevanti quando venne effettuato l’esproprio. L’idea che il futuro di una città antica sia scavarla tutta è sbagliata. Scavarla, senza avere un accuratissimo progetto di gestione, significa distruggerla. Meglio sarebbe dare la terra ai contadini. Per scavare 100 ettari, ci vogliono 5mila anni”. Della stessa idea si è detto Andrea Carandini, autore del libro “Il nuovo dell’Italia è nel passato”: “La rovina di Pompei, per esempio, è che si è scavato troppo. Bisogna, al contrario, scavare molto poco, se non in presenza di motivazioni scientifiche assolute, perché il patrimonio culturale va raccontato, altrimenti è noioso”. Carandini ha ricevuto il Premio Paestum Archeologia dalle mani del Direttore ed ideatore della Borsa Ugo Picarelli. “L’archeologia subacquea è il futuro della ricerca”: con lo stesso entusiasmo degli esordi da diciottenne e la consapevolezza di oltre 60 anni di scoperte documentate tra libri e film, Folco Quilici è tornato oggi alla Borsa di Paestum per presentare il suo ultimo volume “Relitti e tesori”, un excursus della lunga carriera dell’autore “appassionato all’inizio per gioco ai reperti nascosti in fondo al mare, spinto dalla curiosità di scoprire cosa ci raccontano della storia dell’uomo”. Con lui Sebastiano Tusa, Soprintendente del Mare della Sicilia, che spera si possa cominciare al più presto ad esplorare in quelle aree con i robot, grazie al sostegno degli investitori esteri, per superare i 70 metri di profondità in modo da trovare i relitti integri. Dopo il successo de “La bruttina stagionata”, la scrittrice Carmen Covito è approda alla XV Borsa di Paestum con il libro “Le ragazze di Pompei” (Barbera editore), in cui si scopre attraverso un divertente “Satyricon” al femminile l’emancipazione della donna nella Pompei terremotata del 63 d. C. attraverso delle pagine romanzate nei personaggi ma rigorosamente documentate nell’ispirazione e nella descrizione dei luoghi. “Un romanzo su Pompei è sempre un’impresa ardua, ma utilizzando un linguaggio contemporaneo si può attualizzare il mondo antico senza distorcere le fonti scientifiche”. Tra queste, l’edificio e la tomba di Eumachia, “la cui maestosità – ha evidenziato durante la presentazione Stefano De Caro Direttore Generale dell’ICCROM – è un evidente simbolo del peso che la donna aveva all’epoca”. La giornalista Cinzia Dal Maso ha presentato il libro “Pompei, l’arte di amare” (edito da 20 Ore Cultura). Cosa hanno in comune Machu Picchu, il Parco Imperiale di Tokyo, la Sfinge di Giza e l’Isola di Pasqua? Lo ha raccontato Roberto Giacobbo ipnotizzando la platea della Borsa in un viaggio esclusivo per immagini lungo gli emblemi al centro del suo ultimo libro “Da dove veniamo? La storia che ci manca” edito da Rai ERI Mondadori. “La grandezza, il taglio e addirittura le incisioni sulle pietre mostrano una traccia identica sul Sito peruviano, il muro più antico dell’oriente, il simbolo della civiltà egiziana e il più remoto angolo in mezzo al mare che il Mondo conosca” ha spiegato. “Una coincidenza affascinante che apre nuovi spiragli, tracce antiche di qualcuno che viveva sulla Terra prima di noi” ipotizza l’autore di Vojager definendosi, rivolto al pubblico di Paestum “un fautore della voglia di conoscere che si fa semplicemente delle domande come voi e con voi”. “Parlare per 20 minuti di una pietra non è facile, ma se con Vojager teniamo quasi 10milioni di persone incollati per almeno 25 minuti a puntata vuol dire che anche divertire la mente può fare audience, con meno costi di un reality con tre personaggi semi nudi sulla spiaggia”.