La Scuola dei progetti: quale sicurezza?

di Rita Occidente Lupo

Pessimo lo stato in cui versa strutturalmente la scuola italiana: circa la metà degli edifici, con aule scalcinate, carenza di laboratori, assenza d’infissi adeguati. La sicurezza, empirica! Dalle palestre malandate, alla muffa, che annerisce il bianco dell’intonaco, la scuola italiana arranca per carenza di personale e di strutture, atte a porre in essere il conseguimento di quelle competenze poi da certificare, per un percorso di studi abilitante alla vita sociale ed occupazionale. Inoltre, le barriere architettoniche, ancora rendono arduo ai disabili l’approccio sistematico col sapere. Tra il sovraffollamento di alcune classi, la carenza di strumenti informatici e le certificazioni di sicurezza.  Il rapporto di Cittadinanzattiva, rivela una mappatura giurassica: in attesa del digitale sui banchi, biblioteche inesistenti e mense mal funzionanti.  In merito alla sicurezza, ben poche scuole a norma e scarse competenze degli allievi e delle famiglie, sui fenomeni sismici. Dinanzi ad eventi naturali, il panico nel correre ai ripari. Ma, in effetti, specialmente nel Meridione, le scuole hanno scarse conoscenze in materia e vien ancora banalizzato il rischio di terremoti. Si pensa piuttosto a valutare ed a strutturare test, per saggiare competenze curriculari, più che formare alla tutela civica, nell’ambiente in cui si vive. La scuola dei progetti, che vede docenti alle prese con svariate iniziative, più o meno congeniali alla tipologia d’istruzione, corposamente presenti nei Pof,  ignora che occorre acquisire specialmente abilità al passo coi tempi, per vivere nel tempo!