Te lo do io Grillo!

Angelo Cennamo

Il forte astensionismo fatto registrare dalle recenti elezioni siciliane è stato interpretato da tutti come un segnale preoccupante col quale dovranno misurarsi i partiti ( tutti), in vista delle politiche del 2013. Il fenomeno lo si può comprendere : i cittadini, stufi delle nomenclature dei soliti apparati, capaci solo di litigare e di trastullarsi col denaro dei contribuenti, di fronte all’ingorda inettitudine di intere classi dirigenti, preferiscono disertare le urne o dare il loro voto ad un manipolo di sconosciuti, benchè organizzati da un personaggio stravagante come Beppe Grillo. I quali, perlomeno, promettono ai loro elettori di non arrecare troppi danni all’erario e di levare l’incomodo dopo qualche anno di legislatura. Il movimento 5 stelle è un partito assai liquido, che recluta elettori e militanti attraverso internet. Non ha sedi nè funzionari in senso stretto : tutto ruota intorno alla figura del suo guru e a quella di un misterioso spin doctor. I suoi eletti sono persone fin troppo comuni : casalinghe, idraulici, geometri, ragionieri. Il grillino è il tuo vicino di casa, l’amministratore del condominio, il presidente del comitato di quartiere che raccoglie i fondi per la festa patronale, il collega di lavoro che non sopporta più i soprusi del capo ufficio, la precaria della scuola che ambisce al posto di ruolo. L’universo antropologico è ammiccante e funziona come un perfetto spot elettorale : ricordate quelle vecchie pubblicità della coca cola, dove una folla festante accendeva delle candeline per scambiarsi gli auguri di Natale? Ecco, il quadro sociologico è più o meno quello. Il messaggio elettorale è altrettanto chiaro : cari onorevoli, con le vostre coalizioni camaleontiche e gattopardesche ci avete deluso per troppi anni,  ed ora la politica ce la facciamo noi, da soli! Qualcosa di simile accadde nel dopoguerra con il movimento dell’uomo qualunque; il tentativo destò tanto clamore ma il fenomeno si sgonfiò nel giro di pochi anni. Il grillismo è senza dubbio il partito del momento : tutti ne parlano, e i giornali dedicano interi paginoni ai suoi successi a basso costo. Sparagnino e pragmatico senz’altro, ma non si può dire che il movimento brilli altrettanto per la chiarezza dei programmi, nè per la democraticità con la quale organizza i propri adepti. Che Grillo voglia rispedire a casa la vecchia classe dirigente, questo lo abbiamo capito da un pezzo. Ma per fare poi cosa? Mandare al Quirinale Di Pietro e a palazzo Chigi Ingroia? Sarebbe questa la rivoluzione dei nuovi qualunquisti : insediare i pm al potere? E magari, strada facendo, arrestare chi osa contraddire il capo andandosene in giro per gli studi televisivi a farsi intervistare? Beh, se questo è il “nuovo”, forse sarà meglio tenersi il “vecchio”.