Quel dolce far niente…

Rita Occidente Lupo

Personaggi che s’alzano al mattino, con l’unica occupazione del dolce far niente! Pullulando in tanti enti, blindati alla politica, dove dalla sera alla mattina,  graziati personaggi senza neanche il buongusto di accalappiare uno stracciato titolo di studio! Ingannando le ore dietro scrivanie di comodo, intenti a connettersi, come occupazione privilegiata, su social network a raffica: meritocraticamente degni d’occupare una sedia, per essere stati introdotti da questo o quel padrino. Il sistema italiano, cancerogeno! Pietoso, urla la piazza disoccupata, ancora orfana di spazio nella stabilità lavorativa o nel motivare l’impegno nello studio per le nuove generazioni. Quadro fosco, quello della bella Italia, brutta copia d’un sistema che mentre pone mano alla riforma elettorale, continua a mortificare talenti e meriti. A stropicciare la dignità del lavoratore, costruendogli la cortina “del dover saperci fare” per occuparsi! Non più meritocrazia accademica, ma arrembaggio politico! In un nepotismo devastante, in un clientelismo che non mastica la seconda Repubblica, svilendosi nel peggiore dei modi, dopo aver mortificato la prima, l’affanno almeno della sopravvivenza ideologica. Battitori liberi di pensieri non dominanti, a caccia di riforme empiriche, in un futuro dietro la lente d’ingrandimento dell’impellente conformismo, a standard europeisti, ancora al palo! Vati quanti armati di self control, in un momento storico che, assecondando le leggi d’ogni svolta epocale, assistono al rituale compromesso tra vecchio e nuovo, passato e presente. In tale evo, direbbero gli storicisti ammantati “di vero” , ancora a tirar i fili d’una sorte ambigua, per partecipazione al voto. Nell’aria, squilla elettorale e già da tempo, la convinzione che l’assenteismo possa innestare una marcia superiore alle pregresse politiche. Lasciando a casa quanti ormai non credono più che, la propria preferenza, possa mutare un dato di fatto mortificante! Intanto arranca l’esercito pavesiano, assertore che la fedeltà al proprio dovere, cifra dignitosa da spendere. Ma, ossequioso al proprio compito fino in fondo, per invertire la rotta corruttiva, spintonando l’indolenza scansafatiche, l’amara considerazione che i dritti oziano, in barba agli sciocchi, ancora a lavorare!”