Salerno: abbastanza sbronzo da dire ti amo?

Sarà la sala ex Salid di Salerno ad ospitare, giovedì 1 novembre 2012 alle ore 21.00 (in replica fino a domenica 4), il debutto campano di Carlo Cecchi, attore di spicco nel teatro innovativo italiano, che porterà in scena due atti unici molto differenti tra loro, ma che affrontano entrambi attualità: Abbastanza sbronzo da dire ti amo? e Prodotto, firmati, rispettivamente, da Caryl Churchill e Mark Ravenhill. L’allestimento, sempre nell’ambito delle attività della Fondazione Salerno Contemporanea, sarà in scena al Teatro Nuovo di Napoli da martedì 6 a domenica 11 novembre 2012. Prodotto dal Teatro Stabile delle Marche, il dittico si avvale delle traduzioni di Giorgio Amitrano. In scena con Carlo Cecchi, che firma anche la regia, Tommaso Ragno, per il testo della Churchill e Barbara Ronchi, nel testo di Ravenhill. In Abbastanza sbronzo da dire ti amo? Cecchi interpreta Guy un uomo che ha abbandonato moglie e figli per l’aggressivo ed esuberante Sam (Tommaso Ragno). Fuori metafora, i due omosessuali Guy e Sam sono “the country” (gli Stati Uniti) e “the man” (i paesi europei) e ciò che viene rappresentato è il rapporto storico-politico fra gli Stati Uniti e i suoi alleati. I due comunicano attraverso dialoghi frammentati, ellittici, pieni di battute che spesso si sospendono nel vuoto, ma passano in rassegna tutta la politica imperiale e imperialistica degli Stati Uniti nel mondo. Sam è irruento, dominatore e il fuoco della sua passione sviluppa e incendia ambizioni imperialiste. Guy è più remissivo, si lascia incantare dai racconti di Sam, dalle sue prodezze geopolitiche, dai suoi viaggi da conquistatore, ma a poco a poco intraprende timidi atti di ribellione nei confronti dell’amato. Spietata osservatrice della realtà contemporanea, femminista e politicizzata, la Churchill, classe 1938, non regalerà un lieto fine alla storia d’amore tra Sam e Guy. Tra i tanti misfatti americani elencati dalla drammaturga, attraverso Sam, ci sono anche la guerra in Salvador, il gas nervino sul Laos e l’errore dell’Iraq. Di differente essenza è Prodotto, in cui Cecchi interpreta un regista cinematografico che cerca di coinvolgere una star hollywoodiana (Barbara Ronchi) a partecipare a un film di sicuro successo. Sul palco una scrivania, due sedie e un frigorifero: il regista racconta la sceneggiatura alla silenziosa attrice, infarcendola con dettagli pulp, scene di sesso e colpi di scena. Sullo sfondo della trama la tragedia dell’11 settembre: Amy, donna occidentale in carriera e alla quale in quella mattina le torri hanno inghiottito il fidanzato, s’innamora di Mohammed. Attraverso crisi strazianti, dove ritornano quasi tutti i luoghi comuni dell’immaginario metafisico-consumistico-occidentale, l’incontro finisce inevitabilmente in tragedia. Il film, raccontato dal regista-Cecchi e, dunque, tutto il testo di Prodotto, vogliono essere una chiara parodia, spietata e cinica, del nulla che aleggia spesso in certa cinematografia contemporanea, dove fictions d’amore di quart’ordine si fanno passare per film colti e impegnati.