Presentato il rapporto sulla filiera dei Beni Culturali in provincia di Salerno

61/2“L’indagine sulla filiera dei beni culturali presenti in provincia di Salerno – dichiara il Presidente della Camera di Commercio di Salerno, Guido Arzano – fa emergere, anche per quest’ambito, la scarsa propensione delle nostre imprese ad aggregarsi e fare rete per sfruttare al meglio le enormi potenzialità presenti sul nostro territorio. In tal senso l’Ente camerale ha da tempo avviato una serie di strategie per attivare e reperire risorse con l’obiettivo di stimolare dinamiche aggregative e propositive, ad esempio tramite la creazione di un fondo mobiliare dedicato alla costruzione di reti anche nel settore turistico-culturale, mentre la collaborazione con la Fondazione Carisal, con il progetto Invest in Salerno, può certamente contribuire all’attrazione di capitali nella nostra provincia. In questo contesto, siamo convinti che una delle direttrici di marcia fondamentali possa essere quella della realizzazione di un parco tematico in ambito archeologico e artistico nella piana del Sele: riteniamo che in questo modo si possano cogliere le ricadute positive di uno dei principali attrattori del turismo culturale nel sud come i Templi di Paestum”. Continua l’attività di approfondimento settoriale del tessuto economico salernitano, realizzata dall’Ente camerale nell’ambito delle attività previste nella veste di Osservatorio Economico Provinciale, ed in collaborazione con l’Istituto Guglielmo Tagliacarne. L’indagine prende in esame la filiera dei beni culturali presente in provincia di Salerno. Salerno vanta un alto numero di siti culturali di interesse internazionale e un patrimonio storico, artistico e naturalistico d’eccellenza, cui si aggiungono un’ampia e conosciuta tradizione di iniziative nel campo dello spettacolo, della musica, del cinema e un’offerta culturale, artigianale ed enogastronomica molto varia che determinano un alto livello di notorietà turistica per la provincia.  Tuttavia, secondo le stime elaborate dal Tagliacarne, la provincia di Salerno si posiziona soltanto a metà classifica tra le province italiane per contributo economico della filiera culturale al PIL (dove per filiera culturale si intende il sistema integrato dei beni culturali, comprensivo dei comparti “core” – Beni e attività culturali e Industrie culturali – e della filiera collegata in modo indiretto alla cultura – Enogastronomia tipica, Architettura ed edilizia di riqualificazione, Produzioni artigiane, Turismo). Il sistema culturale salernitano rappresenta comunque una parte significativa della produzione ricchezza e occupazione della provincia, equivalente al 16,2% del valore aggiunto e al 19,1% del totale degli occupati (oltre 65 mila addetti), e coinvolge il 28,5% del totale delle imprese attive (oltre 21mila unità). Il ruolo di gran lunga principale, però, è da attribuirsi alla filiera indirettamente collegata ai beni culturali, sia in termini di numerosità imprenditoriale che di valore aggiunto creato e personale impiegato, mentre il “core” culturale provinciale ha un peso inferiore alla media nazionale. In particolare, al confronto con la filiera culturale italiana, i comparti che specializzano la provincia di Salerno sono il turismo e i servizi collegati e la produzione e commercializzazione di specialità enogastronomiche e prodotti tipici alimentari.

 

 

Graf. 1 – Composizione della quota percentuale di valore aggiunto dei comparti culturali

delle province campane sul totale del valore aggiunto dell’economia (2009; valori percentuali)

 

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

 

 

 

Sotto i diversi aspetti qui considerati, la provincia di Salerno mostra dunque di mettere bene a frutto il proprio capitale culturale in attività economiche tradizionali e diffuse sul territorio, incentrate sulle produzioni tipiche e artistiche e sulle attività di ristorazione e ospitalità ma solo indirettamente collegate ai beni culturali; all’opposto, le attività più innovative e creative, direttamente connesse al patrimonio e all’industria culturale, sembrano avere un peso ancora secondario sul tessuto produttivo locale. Questa osservazione trova conferma anche nei risultati dell’indagine condotta presso un campione di 200 imprese del sistema culturale salernitano. La maggior parte di queste non sembra, infatti, pienamente consapevole di partecipare alla produzione di beni, contenuti e servizi culturali: in media, esse attribuiscono ad attività di valorizzazione del patrimonio culturale meno della metà del loro fatturato (44,5%) e il 17% del personale, quote che scendono rispettivamente al 33,0% e al 13,4% per il core culturale. Sempre dall’indagine emerge un quadro del tessuto produttivo culturale salernitano non particolarmente dinamico quanto a capacità innovativa, propensione agli investimenti e apertura ai mercati esteri; le meno vivaci, da questi punti di vista, sono proprio le imprese del core culturale, mentre i settori “tradizionali”, enogastronomia e turismo in primis, trainano l’intera filiera. Per quanto riguarda gli investimenti in innovazione dell’ultimo triennio, poco più di un’impresa culturale su quattro ne ha realizzati (27%; core culturale: 16,3%; filiera collegata: 34,2%). Graf. 2 – Elementi di ostacolo alla crescita delle attività collegate alla valorizzazione del patrimonio culturale secondo le imprese dei beni culturali della provincia di Salerno (in %)*

 

*Domanda a risposta multipla; totale diverso da 100

Fonte: Camera di commercio di Salerno – Istituto G. Tagliacarne

 

 

La propensione delle imprese del sistema culturale salernitano a fare rete e a intessere relazioni con altri enti, pubblici o privati, appare ancora contenuta, soprattutto in termini di rapporti aggregativi formalizzati, come le reti di impresa (solo il 6% del campione afferma di far parte di una rete, oltre a un 3% che sarebbe interessato). Sei imprese su dieci dichiarano invece di intrattenere relazioni commerciali o produttive con istituzioni o organizzazioni socio-economiche presenti sul territorio, Comune in primo luogo, seguito dalla Camera di Commercio e dagli altri enti locali; altri interlocutori, quali banche e istituti finanziari, centri di formazione e ricerca, associazioni di categoria e istituzioni non profit, restano invece marginali.

 

 

Le imprese della cultura di Salerno stentano quindi a riconoscersi spontaneamente in un modello di sviluppo reticolare, che integri trasversalmente filiere diverse e che metta in relazione le imprese con soggetti esterni al tessuto strettamente imprenditoriale. Eppure, proprio tale modello integrato potrebbe rafforzare il rapporto tra cultura e sviluppo economico, inserendo la valorizzazione turistica del patrimonio storico, artistico e naturalistico provinciale in una catena del valore più ampia, in grado di coinvolgere le diverse filiere produttive e tutti gli attori del territorio. In questo modo potrebbero generarsi spillovers positivi non solo sulle imprese strettamente afferenti alla cultura. Probabilmente per queste ragioni, tra le attività da realizzare per favorire la crescita dei settori collegati alla valorizzazione del patrimonio culturale, circa un terzo del campione indica proprio la promozione dell’integrazione settoriale e della cooperazione tra imprese, anche tramite incentivi e con il sostegno della Camera di Commercio di Salerno. Tra i principali fattori di ostacolo alla crescita del sistema culturale salernitano le imprese indicano poi l’inadeguata disponibilità di risorse finanziarie e finanziamenti pubblici, gli oneri burocratici e una scarsa valorizzazione del settore da parte delle istituzioni, tutti fattori su cui si auspicano interventi di policy. Del resto sostenere e valorizzare con politiche adeguate e azioni mirate la filiera culturale significa puntare, per lo sviluppo economico provinciale, su un settore in espansione: dalle stime sul valore aggiunto, emerge che tra 2001 e 2009 il sistema culturale integrato della provincia di Salerno registra una crescita (+4,1% medio annuo) più sostenuta di quella dell’economia provinciale nel suo complesso (+3,5%) e di quella del settore culturale nazionale (+2,1%).

*Domanda a risposta multipla; totale diverso da 100

Fonte: Camera di commercio di Salerno – Istituto G. Tagliacarne