Eleonora d’Arborea: la regina dell’autonomia sarda

Francesca Carrano

In questo periodo storico di crisi delle istituzioni regionali, crescente spirito di antipolitica e rivendicazioni autonomistiche , vogliamo far conoscere una figura poco nota a più, che ha contribuito a creare il fiero spirito identitario sardo. Alla fine del 1300 in Sardegna governò Eleonora d’Arborea, la regina indipendentista. Fu lei a guidare i sardi e i sardo-liguri alla rivolta contro i catalano-aragonesi e a conquistare quasi tutta l’isola. Eleonora sposò Brancaleone Doria del celebre casato genovese. Il suo matrimonio rientrava nel più generale disegno di un’alleanza tra gli Arborea ed i Doria, che già controllavano vasti territori della Sardegna in funzione antiaragonese. Dopo il regicidio del fratello Ugone III, Eleonora si autoproclamò giudicessa d’Arborea secondo l’antico diritto regio sardo per cui le donne possono succedere sul trono al padre o al fratello. La prassi elettiva era l’opposto dell’infeudazione regia e discordava dalla linea politica aragonese. Gli Arborea si rifacevano invece alla loro antica autonomia di origine alto medievale ed all’esercizio di una piena sovranità nei propri territori. Per quanto riguarda la politica, la prassi e gli orientamenti di governo la giudicessa si riallacciò direttamente all’esperienza del padre, abbandonando definitivamente la politica autoritaria del fratello Ugone III, garantì la difesa della sovranità e dei confini territoriali del giudicato e attuò un’opera di riordino degli ordinamenti e degli istituti giuridici locali, aggiornando la “Carta de Logu” a suo tempo promulgata dal padre. Eleonora dimostrò con la sua reggenza di voler uscire dal Medioevo puntando anche sulla liberazione dei servi, “i lieros”, e di voler coinvolgere nella propria campagna nazionalistica, oltre alle truppe mercenarie, anche i suoi concittadini. Il giudicato di Eleonora coincide con il periodo in cui il concetto di Sardegna territoriale sta per mutare in statuale, con l’Isola divisa in varie entità politiche sovrane. I quattro regni giudicali di Càlari, Torres, Gallura e Arborea, sono complesse singolari costruzioni istituzionali. Piuttosto che da elementi preesistenti, essi sembrano avere origine dalla “capacità dei Sardi, liberi da dominazioni straniere ad autogestirsi” mediante forme complesse quali quelle del sistema curatoriale, l’amministrazione assembleare delle “coronas de logu”. Eleonora non mostrò mai la visione assolutista del signore al vertice di un’oligarchia e lontano dalle ragioni del popolo, ma piuttosto quella di chi ritiene di avere la propria legittimazione a regnare proprio nel popolo. Eleonora riuscì a completare il progetto del padre di riunire quasi tutta l’isola sotto il suo scettro di giudicessa reggente. Il suo progetto di annessione totale dei territori svanì di fronte a un’imprevedibile incognita della sorte: la peste, che consegnò senza combattere la Sardegna agli aragonesi.