Italia: sono qui le radici della civiltà dei popoli

Giuseppe Lembo

L’Italia, con gli italiani che lo sanno sempre meno, è un grande Paese di cultura. Dal Nord al Sud è ricca, ma veramente ricca, di un ricco patrimonio di preziosi giacimenti culturali e di tanti diffusi saperi di spessore universale. Nonostante questo, nonostante la sua non comune storia di civiltà, oggi è costretta a fare i conti con la rozza Europa delle Banche e dei finanzieri d’assalto, assolutamente indifferenti alla cultura ed ai valori della vita, se non quelli del solo possesso egoistico di risorse materiali spesso grondanti del sangue delle povertà estreme di chi non ha niente per vivere. Questa Europa miope se non del tutto cieca, non porta da nessuna parte; è pericolosamente dannosa per il futuro del nostro Paese. A lungo andare, senza voler essere Cassandra di sventure certe, fa crescere i mali dei popoli dell’Europa e nell’Europa, in modo grave del nostro Paese, un Paese ormai ripiegato su se stesso, un Paese che vive di un presente asfissiante e non si pone minimamente come progettare a più mani il proprio futuro. Questa Europa, tra l’altro, oggi nel nostro Paese fortemente sponsorizzata dal Governo dei cosiddetti tecnici (politici in tutto che maldestramente vogliono apparire agli occhi degli italiani considerati fessi) come tecnici non politici, impegnati nel ruolo nobile di salvatori della patria. Ma di quale salvezza si tratta? Verso quale patria è rivolta la loro attenzione di “grandi” esperti al servizio della gente (un’attenzione c’è ed è ben visibile; al centro di questa forte attenzione c’è la rozza Europa della finanza, con “protagonisti d’assalto” i banchieri attivamente impegnati nel restailing di un mondo nuovo con alla base la realtà delle povertà umane in crescita e la ricchezza concentrata sempre più in avide mani di ricchi potenti attenti solo ai loro affari lottando da “Maciste”, gli uni contro gli altri). Che Italia! Che Europa! Che Mondo! Con questi tristi scenari all’orizzonte, quale sarà mai il nostro futuro se non quello di un “terzomondismo” d’assalto che cancellerà le nostre radici, la nostra nobile appartenenza basata sui presupposti della cultura, importante ed insostituibile riferimento per il nostro futuro e per il futuro del mondo? La cultura italiana è, prima di tutto, la cultura dell’uomo e dei suoi valori assolutamente inconfondibili e necessari. La cultura italiana affonda le sue radici nella cultura parmenidea dell’essere, oggi fortemente offuscata dalla pseudo/cultura dell’apparire che ha invaso tutto di tutti. Ma senza la cultura dell’essere l’uomo è alla resa dei conti; non ha assolutamente futuro. È un uomo dal futuro negato che lentamente si fa distruggere dai falsi miti di un apparire che non porta da nessuna parte, se non all’inevitabile fine di tutto, soprattutto come  uomini della Terra. L’Italia non deve compiacersi, né accettare, subendola, la propria fine, vittima com’è di una rozza Europa delle Banche che vuole il nostro fallimento. Bisogna ribellarsi. Bisogna  reagire e pensare ad un mondo nuovo, ad un mondo più equo e più giusto, senza l’invadente presenza della rozza economia d’assalto. L’Italia, da Paese di antica civiltà, contro le canaglie, deve alzare la voce e con protagonismo, imporsi, pensando a costruire una vera Europa con al centro una vera Italia e prima ancora un vero uomo.