Salerno: Oscar Giannino “Fermare il Declino si può!”

Rita Occidente Lupo

Fermare il Declino in un’Italia non malata di nostalgie, ma di cose concrete, per sopravvivere alla crisi. Quanto Oscar Giannino, giornalista, editorialista, da qualche tempo porta avanti con forza, riuscendo a strappare l’attenzione delle piazze. Così stasera, ad una platea incuriosita ed attenta alla Camera di Commercio salernitana, alla presenza del coordinatore provinciale Andrea Prete, dopo la puntata partenopea mattutina, tra curiosi ed entusiasti di un’inversione di rotta nella stasi dilagante. Tra corruzione e malaffare, proprio tornaconto e carenza meritocratica, un decalogo, quello di Giannino, per poter rispolverare l’humus dignitoso di un Paese che, nel salutare il suo 150° unitario, ha dato le spalle alla dignità politica. Questo, in sintesi, il messaggio che un giornalista moderato, ma infuocato di verve innovativa, in completo rosa antico, ha lasciato ad una città che registrerà a giorni un nuovo cursus politico a Palazzo Sant’Agostino. Un’ampia carrellata sulle dinamiche scandalistiche, nelle quali versa il Paese, infilato ormai in una politica di non ritorno da un’accelerata verso il degrado totale. Eppure, una nuova stagione, nuovi scirocchi potrebbero portare, sui binari giusti, un’Italia ancora con tanto da poter dare al mondo. Proposte concrete, quelle di Giannino, che già gli hanno strappato la simpatia di circa 1000 iscritti in Campania e che sembrano destinati a lievitare, per il malcontento imperante. Per lo sbandamento che registrano in affanno i due schieramenti principali, incapaci di appagare pragmaticamente le priorità sociali. Così si cerca un altro vate: si tenta di fidelizzarsi con altri cultori della cosa pubblica, apparentemente innovativi, con e senza stelle grilline! Quelle di Giannino, proposte dal basso: a partire dal ridurre l’ammontare del debito pubblico. Possibile scendere rapidamente sotto la soglia simbolica del 100% del PIL, anche attraverso alienazioni del patrimonio pubblico, composto sia da immobili non vincolati, che da imprese o quote di esse. Ridurre la spesa pubblica di almeno 6 punti percentuali del PIL nell’arco di 5 anni. La spending review, primo passo di un ripensamento complessivo della spesa, a partire dai costi della casta politico-burocratica e dai sussidi alle imprese (inclusi gli organi d’ informazione). Riformare il sistema pensionistico. Abbassare la pressione fiscale complessiva di almeno 5 punti in un lustro e semplificare il sistema tributario, combattendo l’evasione fiscale. Inoltre, liberalizzare rapidamente trasporti, energia, poste, telecomunicazioni, servizi professionali e banche. Privatizzare le imprese pubbliche con modalità e obiettivi pro-concorrenziali nei rispettivi settori e la RAI. Sostenere i livelli di reddito di chi momentaneamente perde il lavoro, anziché tutelare il posto di lavoro: pubblico impiego, governato da stesse norme dell’impiego privato.  Adozione immediata di una legislazione organica sui conflitti d’interesse. Da allontanare dalla gestione di enti pubblici e di imprese, amministratori condannati. Far funzionare la giustizia. Liberare le potenzialità di crescita, lavoro e creatività dei giovani e delle donne. Ridare alla scuola e all’università il ruolo, perso da tempo, di volani dell’emancipazione socio-economica delle nuove generazioni. Puntare alla qualità, spendendo meno ed in funzione dell’utenza. Introdurre il vero federalismo con l’attribuzione di ruoli chiari e coerenti ai diversi livelli di governo.  In sintesi i punti chiave di un programma che compendia le fasce sociali, venendo incontro allo status quo in cui versa attualmente l’Italia, che registra amministratori profumatamente pagati “il governatore del Molise percepisce un indennizzo pari a quello di quattro amministratori di vari Stati americani”. E che pertanto, ha strappato scroscianti applausi, incarnando il corale assenso di una decisa soluzione ad un affondo titanico, che ormai lacera la volontà del voto democratico, già sui primi squilli delle politiche per il prossimo anno.

 

6 pensieri su “Salerno: Oscar Giannino “Fermare il Declino si può!”

  1. O un Paese complesso come l’Italia comincia a fare quello che chiede Giannino e che lei, direttore, ha ben sintetizzato in questo articolo, oppure fra poco saremo a tutto tondo e a pieno diritto in serie B: siederemo al tavolo insieme con Romania, Bulgaria e Ungheria.

  2. L’energia è liberalizzata dal 1999 (Bersani), mentre le pensioni sono state letteralmente distrutte dalla Fornero. Come dicono i Baustelle, il liberismo ha i giorni contati.

  3. Ma se non riesce nemmeno a liberalizzare le primarie, Bersani?
    Lei sa chi detiene il 30% delle azioni dell’energia “liberalizzata”, Gabriella?
    Cosa significa questo “impasto” cioè chi fa il bello e cattivo tempo nei cda?
    Quanti consorzi e poltrone per assessori trombati si “energizzano” così?

    Ma non diciamo eresie: il socialismo non ha i giorni contati, è già morto.

  4. Amgelo a me (dopo aver letto giornali di sinistra, destra e centro) risulta che Bersani abbia permesso a Renzi di candidarsi, facendo modificare in via transitoria un articolo che si trova nello statuto del PD. Inoltre, ha anche impedito ad alcuni del PD di cambiare altre regole, di modo che Renzi domani mattina non possa dire che ha perso perché boicottato dal partito.

    Alle tre domande mi risponda lei, scusi.

    Io le posso dire che la mia fiducia nel privato italiano dipende da (tanti) fatti come questi: http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/1090027/Rubati-100-milioni-a-400-Comuni—-in-manette-l-ad-di-Tributi-Italia.html

    E cosa c’entra il socialismo? Boh??

  5. MA DOVE STAVA STO GIANNINO QUANDO IN ITALIA SI FACEVANO SOLO DEBITI CHE OGGI LA NOSTRA GENERAZIONE STA PAGANDO

  6. matteosalerno, di recente è stato avvistato dalle parti di Tremonti e del PDL. Questo è vecchiume liberale che ogni tanto ritorna perché viene visto come una cosa moderna, la ricetta per tutto, mentre oramai è solo teoria imbarazzante che ha fatto il suo tempo ed è rimasta lettera morta tra i rappresentanti stessi dei liberali italiani (FI, il PDL, ecc.ecc.): gli danno una riverniciata, ci mettono su un’insegna, osannano qualche personaggio dal quale si sentono rappresentati, e via, la giostra riparte.

    Tra le altre cose, se vedi il programma di questi signori, giustamente scoprirai che evitano due cose come la peste:
    1. i problemi etici;
    2. la politica estera;

    Comodo, no?!

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