Regione: Petrone, dramma riabilitazione

Le tasse locali in questi anni sono cresciute del 50%, sullo sperpero di danaro pubblico non è possibile aggiungere altro alle nefandezze che gli inquirenti hanno reso pubbliche in questi ultimi mesi. Per contro i cittadini hanno ricevuto l’impoverimento e la frantumazione dei servizi primari, in particolare quelli rivolti all’anello più debole della società, ovvero gli anziani e le persone con disabilità. L’approssimazione della Regione Campania nel programmare, nel razionalizzare la spesa, nell’indirizzare i finanziamenti per la gestione dei servizi territoriali sociosanitari ha prodotto l’ennesimo dramma sociale: la dismissione dei centri di riabilitazione  accreditati e dell’assistenza alle persone anziane. Pur di rientrare dal default della sanità, nonostante le aspre polemiche che precorrevano ciò che oggi sta per avvenire, la Struttura Commissariale, non ha esitato ad emanare dei decreti che ridefinivano la compartecipazione alle spese sanitarie, cioè ha trasferito direttamente l’onere del versamento della quota sociale ai centri sociosanitari a carico dei comuni e/o utenti sollevando le ASL  dall’anticiparle e tanto solo ai fini meramente ragionieristici dei disastrati bilanci delle stesse. Risultato annunciato: le famiglie dei pazienti già di per sé in condizioni di maggior disagio sociale non hanno ovviamente potuto versare di tasca propria le quote sociali, i Comuni e gli Ambiti Sociali, in questo momento di drammatica crisi economica  non sono stati nelle condizioni di provvedere o per profili di legittimità hanno ritenuto di non ottemperare. La rete dei centri privati, grazie ai quali venivano assicurati i servizi essenziali alle persone con handicap ed agli anziani, non potendo accedere al credito bancario, in soli pochi mesi si sono trovati in totale asfissia finanziaria, tanto da dover predisporre da qui a breve la dismissione delle strutture e dei servizi. La distanza siderale che regna tra le istituzioni ed i cittadini, l’incapacità di leggere la realtà quotidiana ed il dramma sociale che le fasce di popolazione più debole vivono sulla propria pelle, non ha prodotto altro che: 4.600 pazienti, tra disabili ed anziani, si ritroveranno dalla sera al mattino privi dell’assistenza minima garantita, circa 3.000 unità lavorative andranno ad ingrossare la folta schiera di disoccupati campani alimentando la dispersione di professionalità e competenze acquisite in anni di lavoro. Alle aspre polemiche di questi mesi, al paventato disastro che ne sarebbe scaturito, il Commissario Straordinario ha speso fiumi di parole in rassicurazioni che tutto ciò non si sarebbe verificato. Oggi nell’imminenza dell’ennesimo dramma sociale che puntualmente si concretizza, non c’è riscontro, impera il silenzio assoluto!