Un uomo per il mondo e non per se stesso, una Chiesa per il mondo e non per se stessa

Giuseppe Lembo

Ha ragione don Tonino Bello a sognare una Chiesa nuova; una Chiesa che deve necessariamente spostare l’asse delle sue attenzioni da se stessa al mondo. Se non sa fare questo, anche la Chiesa, come le tante cose di questo mondo in movimento, diventa ormai una realtà dal futuro negato. La Chiesa deve riflettere sugli eccessi della temporalità e dei poteri temporali di cui si è circondata e che rappresentano inopportunamente i pilastri portanti del suo cammino terreno; non è assolutamente questa la Chiesa del Vangelo e tantomeno la Chiesa della parola di Cristo Salvatore agli uomini della Terra. Non è questa la voce del Vangelo, ma è intanto,  l’unica sentita e forte voce della Chiesa imperante, della Chiesa dal forte potere temporale, sempre più legata a queste sue esigenze temporali e sempre meno attenta ai valori della spiritualità, della preghiera e della fede. Questa Chiesa è solo per se stessa e non per il mondo che dovrebbe rappresentare ed essere il cuore palpitante e la forza nuova di tutto il suo potere terreno. Purtroppo c’è indifferenza diffusa nel mondo dei poteri forti della Chiesa per gli obiettivi di cui la Chiesa nuova deve sentirsi interprete e protagonista; tanto, al fine di pensare all’uomo della Terra come obiettivo primario di tutte le sue azioni. Occorre una Chiesa nuova, una Chiesa capace di pensare e far pensare ad una vita in cerca dell’uomo e dell’umanità; di quell’umanità che le dovrebbe appartenere, ma che da troppo tempo se n’è dimenticata. Un esempio di Chiesa nuova, di Chiesa del dialogo con i credenti e non, ci viene dal Cardinale Carlo Maria Martini di recente scomparso. È stato in questi giorni a lungo e da tutti, ricordato come il Cardinale del dialogo, di quel dialogo con il mondo, di cui la Chiesa, per potersi riprendere il suo ruolo, ha tanto bisogno. Come ricordato dal cardinale Scola nel giorno degli affollati funerali nel Duomo di Milano, Martini è stato l’uomo del dialogo; è stato interprete e voce del mondo dei poveri, sempre e con forza alla ricerca affannosa delle vie della riconciliazione di cui ha bisogno l’uomo del nostro tempo, per un’umanità nuova che deve accompagnare il fare quotidiano di ciascuno di noi. Sono queste sue testimonianze di vita, un riferimento importante nel mondo cattolico e per il mondo cattolico; un riferimento concreto ed importante per la Chiesa se ha interesse (e certamente deve averlo) per quel dialogo con il suo popolo di fedeli, di credenti e non, presi dal fascino di una temporalità terrena che è al centro della vita di questo nostro tempo dove fatto di un sempre più invadente apparire che prende tutto di sé, facendo crescere l’indifferenza per la spiritualità, per la fede, per l’etica, con conseguenze drammatiche per l’umanità, per l’uomo del nostro tempo.