Eboli: GdF, Usura, estorsione, riciclaggio

Si è conclusa nei giorni scorsi una vasta ed articolata operazione condotta dai militari del Gruppo di Salerno della Guardia di Finanza per il contrasto ai fenomeni di usura, estorsione, reati fallimentari, violazioni al Testo Unico Bancario e violazioni  alla normativa antiriciclaggio, denominata “Operazione Assegni Cash & Carry”.Essa ha tratto origine dalla denuncia sporta da un’imprenditrice salernitana, incoraggiata a riporre fiducia nelle istituzioni, ha narrato la vicenda della quale era stata vittima ad opera del proprio commercialista, (già Presidente del Collegio sindacale della Cassa Rurale ed Artigiana di Fisciano Banca di Credito Cooperativo S.c.r.l.), il quale, approfittandosi del suo stato di bisogno anche per le esposizioni bancarie contratte con la citata Cassa Rurale, a fronte di prestiti erogatigli per complessivi €. 188.611,92, l’aveva indotta a sottoscrivere una promessa di vendita dei propri cespiti immobiliari, aventi un valore di €. 300.000,00 circa; il tutto sotto l’egida di protesti bancari che il commercialista avrebbe diversamente promosso,  proprio in virtù della carica rivestita nel collegio sindacale della predetta banca.Le relative indagini, coordinate e dirette dalla Procura della Repubblica di Salerno, hanno permesso di appurare che il predetto commercialista, oltre ad aver gestito di fatto la società facente capo all’imprenditrice, ha gestito anche i rapporti bancari tanto dell’impresa quanto della stessa imprenditrice,  movimentandoli in assenza di qualsivoglia delega o procura ad operare sugli stessi. Per tale condotta, il commercialista  è stato iscritto nel registro degli indagati per il delitto di estorsione aggravata (art 629 C.p.), per aver commesso il reato per eseguirne un altro, per aver cagionato alla parte offesa un danno di rilevante entità e nell’esercizio della carica di presidente del collegio sindacale della Banca, nei cui confronti è stata esercitata l’azione penale.Tuttavia, attraverso le indagini bancarie la Guardia di Finanza ha rilevato ulteriori rapporti finanziari che la predetta usurata aveva intercorso con un imprenditore locale  il quale, approfittando anch’egli dello stato di bisogno, a fronte di un prestito complessivo di €. 118.725,00, ha ricevuto oltre alla restituzione del denaro corrispondente anche un’ulteriore somma pari ad €. 58.150,00, a titolo di interessi con saggio usuraio. Di conseguenza, a quest’ultimo stato contestato il delitto di usura aggravata (art. 644, commi 1, 3 e 5, nrr. 3 e 4, C.p.), e nei confronti dello stesso è stato operato il sequestro preventivo di somme di denaro e titoli per valore complessivo di €. 61.601,89.Le indagini bancarie, inoltre, hanno permesso di disvelare le ingenti movimentazioni bancarie eseguite dal soggetto usuraio di gran lunga inferiori alle sue fonti reddituali dichiarate al fisco, ovvero ai volumi d’affari prodotti da una società da questi rappresentata, interessata nel rapporto finanziario con l’imprenditrice. Basti pensare che, dallo sviluppo dei dati bancari riferiti al periodo 2006 – 2009 compreso, i militari del Gruppo di Salerno della Guardia di Finanza hanno proceduto alla contestazione di numerose operazioni in denaro contante superiore al limite consentito per la libera circolazione e quindi in violazione della legge antiriciclaggio, quantificate in complessivi €. 22.944.359,82. Non solo, l’usuraio aveva movimentato i suddetti conti correnti per circa 100 milioni di euro anche attraverso il meccanismo noto  come “giro di assegni”, perpetrato con e a beneficio di altri soggetti, favoriti dall’assenza di qualsivoglia controllo da parte della banca che, tra le altre cose, aveva l’obbligo di segnalare alla Banca d’Italia qualsivoglia operazione ritenuta irregolare. Per questo motivo, è stata esercitata l’azione penale nei confronti di :

     n. 6 persone le quali hanno esercitato abusivamente l’attività finanziaria, quindi in violazione dell’art. 132 del Decreto Legislativo 385/93 (Testo Unico Bancario);

     n. 1 cassiere;

     n. 11 componenti del Consiglio di Amministrazione pro-tempore della Banca;

     n. 2 direttori generali pro-tempore;

     n. 1 preposto della filiale sede della Banca;

     n. 3 componenti del Collegio sindacale pro-tempore del predetto intermediario bancario, i quali si sono resi responsabili di plurime violazioni alla  legge antiriciclaggio (art. 55 del D. Lgs. 231/2007) e precisamente gli obblighi di informare l’autorità di vigilanza della Banca d’Italia nonché di verificare le generalità dell’utente che richiedeva l’operazione bancaria. Per il fatto che la banca non aveva proceduto alla segnalazione alla Banca d’Italia delle operazioni sospette, le Fiamme Gialle hanno proceduto, altresì, all’esecuzione di un’attività amministrativa nei confronti di un direttore generale e del responsabile della filiale, ovvero nei confronti della medesima banca (ritenuta responsabile solidale delle violazioni), conclusasi con l’accertamento e la contestazioni di violazioni alla normativa antiriciclaggio per un ammontare complessivo di  44,5 milioni di euro circa. È da dire che proprio attraverso i controlli antiriciclaggio si combattono i fenomeni quali l’usura, l’estorsione e l’abusivismo finanziario. I flussi di denaro illecito generano di norma gravi distorsioni all’economia legale, alterando le condizioni di concorrenza e i meccanismi di allocazione delle risorse. Da qui è sorta l’importanza strategica e il conseguente indirizzo programmatico fornito dal Comando Provinciale Salerno della Guardia di Finanza ai reparti dipendenti, per il contrasto dell’economia sommersa e per l’individuazione delle risorse economiche provenienti da illeciti, proprio nel momento in cui hanno accesso al sistema bancario, specialmente nell’attuale momento storico in cui la crisi finanziaria internazionale ha aumentato le capacità della criminalità di infiltrarsi nel tessuto economico legale per acquisire a basso prezzo imprese in difficoltà economica e rendere sempre più pervasiva la sua presenza sul territorio. Il risultato di servizio rappresenta l’esempio dell’approccio investigativo unitario adottato che da un lato segue i flussi di denaro attraverso le indagini finanziarie, mentre dall’altro individua i titolari effettivi delle ricchezze ingiustificate, per poi adoperare le conseguenti misure rivolte all’apprensione dei beni accumulati illegalmente, che attraverso lo strumento della verifica fiscale sono stati anche ricondotti a tassazione, quali proventi illeciti, e per la qual cosa l’usuraio è stato anche denunciata per violazione all’art. 4 e 5 del D. Lgs. 74/2000. Il monitoraggio dei flussi finanziari diventa, quindi, sempre più importante, in quanto consente di seguire le tracce di tutti i reati che generano profitti, ricostruendone il percorso ed individuando i reali mittenti ed i beneficiari finali delle somme.