Salerno: Cisl, Villa del Sole Verso i licenziamenti

“Purtroppo era evidente che a settembre sarebbe scoppiato il settore privato della sanità – afferma Pietro Antonacchio della CISL FP – e la responsabilità purtroppo è tutta in capo, in primis alla gestione del governo regionale di Caldoro e della sua gente e della precedente gestione commissariale, tutta intenta a fregiarsi del virtuoso azzeramento dei debiti, nel mentre trascurava di cimentarsi nei processi di riordino del comparto che era ed è l’unica strada per uscire dal pantano in cui incompetenza e approssimazione ci hanno relegati. E non bastano i 32 dipendenti di Villa Caruso sul tetto della struttura che alcuni mesi prima aveva licenziato già i primi 12 operatori senza alcun tentativo da parte di Bortoletti e dello staff dell’ASL Salerno di evitare tale evento. E non basta neanche la presa di posizione di Squillante che con coraggio aveva invitato le strutture private ad avere in debita considerazione di rapportare le capacità operative massime e i posti letto alle dotazioni organiche e non ai tetti di spesa, pena la immediata richiesta di cliniche e centri di riabilitazione di riparametrare le attività ridimensionandole. Nonostante il monito, la Clinica del sole ha ribadito i 20 licenziamenti definiti, che si aggiungono ai 13 licenziamenti della Clinica Malzoni di Agropoli,  ai 50 previsti e minacciati dalla Fondazione Gambardella, ai circa 22 del Centro Terapeutico Acernese. Che sarebbe stato un autunno caldo era una certezza, ma che a tale situazione si è sovrapposta una mancanza totale di interlocuzione tra istituzioni politiche, azienda sanitaria, sindacati e stakeholder nell’ottica di una moderna governance capace di affrontare il problema della riorganizzazione di tutto il sistema, è un fatto grave”. (Pietro Antonacchio)“Bisogna ricominciare a partire dalle compartecipazioni e dai mancati adeguamenti dei tetti di spesa sottostimati per le strutture riabilitative e per il privato accreditato, che hanno visto nel passato recente ridurre drasticamente le risorse economiche del salernitano appannaggio delle aree metropolitane di Napoli e Caserta. In assenza di convocazioni ad ogni livello istituzionale, altro non rimane ai lavoratori che manifestare ad ogni livello nelle proprie aziende e al sindacato di organizzare una enorme manifestazione sul territorio salernitano culminante in uno sciopero del settore e uno sciopero generale in tutta Salerno e provincia. Se non ora, quando?” (Angelo Di Giacomo)