Formazione agroalimentare fantasma

Aurelio Di Matteo

Durante un convegno presso il Salone Bottiglieri, in verità passato sotto silenzio nonostante una folta e significativa presenza istituzionale, è stata rilanciata la vecchia idea di creare nella Provincia di Salerno un Polo scolastico di eccellenza per la Formazione professionale riferita al settore agroalimentare. È da sempre che si sente questo stanco ritornello che, dopo ogni convegno, resta vuoto di contenuto e di iniziative. Conoscendo la determinazione con la quale i protagonisti del convegno si muovono in altri settori, viene il dubbio che dietro alla volontà espressa con formula propagandistica manchi la conoscenza del problema e delle soluzioni. Eppure la partecipazione al convegno era di rilievo, a cominciare dal responsabile regionale della politica scolastica, nella persona dell’Assessore Miraglia, e dall’articolazione provinciale del settore con l’ex Assessore all’Agricoltura e quello, ultimo nominato, alla Pianificazione scolastica. Ci si dimentica – legittimamente viene anche questo dubbio – che da quando, da più di un decennio, la modifica del Titolo V della Costituzione ha trasferito alla Regione la competenza esclusiva per la Formazione professionale, in Campania non solo sono proliferati i fasulli corsi per estetisti e parrucchieri, ma non si è creata una Scuola Regionale di Formazione Professionale, come avvenuto in Lombardia, in Emilia-Romagna, in Toscana, in Liguria e nelle altre Regioni a Nord di Roma, né si è elaborata e approvata una Legge quadro del settore. Nemmeno dopo la Riforma Gelmini, che proprio nel settore tecnico-professionale ha comportato le più grosse e avanzate novità, si è fatto qualcosa. Ancora oggi il problema è ignorato. A dirla tutta e senza motivazione polemica, ma per dovere di testimonianza, proprio la Provincia, in sede di ampliamento dell’offerta formativa, di pianificazione e dimensionamento scolastico del territorio, ha preferito assecondare le piccole ambizioni municipalistiche o, come richiesto dalla miopia localistica, lasciare le inefficienti articolazioni formative esistenti, anziché procedere alla costituzione di adeguati ed efficienti Poli di Formazione coerenti e funzionali alle esigenze del territorio salernitano. L’Assessore Miraglia avrebbe fatto meglio a spiegare il motivo per il quale in sede di Programmazione, la Regione Campania abbia dimenticato del tutto la realtà economica della Provincia di Salerno, caratterizzata da Turismo e Agricoltura, per privilegiare e promuovere la costituzione di due Poli di formazione post-secondaria in Napoli e Caserta e per di più nel settore della Mobilità sostenibile, di certo obiettivo non prioritario a fronte delle necessità di un territorio che vede la sua economia legata con prevalenza al Turismo e a un’Agricoltura quantitativamente e qualitativamente di eccellenza. Gli Assessori provinciali presenti al convegno avrebbero dovuto spiegare il motivo per il quale non siano state accolte, in sede di proposta e determinazione dell’annuale pianificazione scolastica, le sollecitazioni di qualche Dirigente scolastico che chiedeva proprio quella “sinergia istituzionale”, qui invocata, per la costituzione di una Fondazione finalizzata alla richiesta dell’istituzione di un ITS (Istituto Tecnico Superiore). Se veramente si vuole creare – non solo farne contenuto propagandistico per un convegno – un Polo d’eccellenza per la Formazione agroalimentare, non c’è bisogno, come pur è stato fatto, di ipotizzare e invocare la “definizione di linee guida adeguate”, che risulta allo stato esigenza inutile. Basta impegnarsi per rendere attuali e concrete le previsioni normative del DPCM 25 gennaio 2008, avente a oggetto “Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri recante linee guida per la riorganizzazione del Sistema di istruzione e formazione tecnica superiore e la costituzione degli Istituti Tecnici Superiori”, sollecitando le competenze e le sinergie presenti e operanti nel panorama scolastico, formativo e culturale della Provincia. E con tale prospettiva procedere, in sede di dimensionamento e razionalizzazione delle Autonomie, a una Pianificazione scolastica che non subisca le richieste legate a piccoli privilegi individuali e/o amicali, a localistiche esigenze di modesto cabotaggio elettoralistico, ma, eliminando anche sprechi e spese improduttive, attivare la costituzione di Poli Tecnico-professionali che offrano percorsi formativi per competenze specialistiche riferite alla filiera agroalimentare ed enogastronomica, sia la proposizione dell’istituzione di un Istituto Tecnico Superiore funzionale alla formazione del settore riconducibile all’area tecnologica “Nuove tecnologie per la vita”. Solo in tal modo il sistema della Formazione professionale, di esclusiva competenza regionale e provinciale, può realizzare la sinergia con il territorio, il mondo del lavoro, i centri della ricerca scientifica e tecnologica e promuovere una professionalità giovanile di eccellenza coerente con le urgenze competitive dell’economia salernitana.