Padula: il caso della ferrovia Sicignano-Lagonegro

 Sabato 29 Settembre dalle 10 alle 13 presso la Certosa di Padula si terrà la mostra-convegno “C’era una volta il treno” a cura della Sovrintendenza ai Beni Culturali. Un amarcord sulla linea, più la conferenza di un professore dell’università Federico II di Napoli avente come oggetto la linea del Vallo: qualcosa si muove, dunque, ma il treno dov’è? Ufficialmente “sospesa al traffico ed effettuata con autocorse sostitutive”, la tratta ferrata Sicignano-Lagonegro sta arrugginendo dal 1987. Nonostante le battaglie del Codacons la sordità della politica sta condannando all’isolamento l’intera zona del Vallo di Diano, non servita dal trasporto su ferro e ben articolata solo in fatto di asfalto. Un disagio continuo per studenti, pendolari, cittadini costretti a vedere sempre lontano il loro capoluogo Salerno, oggi servito da NTV e dall’Alta Velocità di Trenitalia. L’incuria spadroneggia in tutti i luoghi ferroviari, con una rigogliosa e aggressiva vegetazione capace di coprire stazioni, binari, marciapiedi. I fabbricati viaggiatori, fatta eccezione per quelli di Lagonegro e Polla, versano in condizioni pietose. Nonostante le tante parole sprecate per far riaprire questa linea,  la politica resta sorda alla situazione attuale e soltanto il Codacons a qualche privata iniziativa stanno seriamente cercando di non far morire l’attenzione sul caso. Non si contano più inoltre i danni provocati al binario: a Polla, nonostante il progetto prevedesse le controrotaie, l’amministrazione ha creato una nuova rotatoria appena fuori dalla stazione eliminando il passaggio a livello e coprendo così il binario di asfalto. A Galdo degli Alburni i detriti cementizi dei lavori per la A3 sono finiti direttamente sui binari coprendoli e rendendo così impossibile il passaggio di un eventuale treno. Fortunatamente la situazione è stata poi ripristinata. A Sala Consilina è stato letteralmente gettato sulla tratta il viadotto abbattuto per la creazione del nuovo svincolo come denunciato dal Codacons nell’estate 2012. Il silenzio degli enti locali e dei cittadini di fronte a tali abusi è tuttavia lo specchio di una ormai consacrata rassegnazione, a distanza di venticinque anni dall’ultima Aln 668 fischiante sui binari del Vallo. I centri attraversati (Sala Consilina, recentemente depotenziata dalla chiusura tribunale, Polla. Atena Lucana, Casalbuono, Montesano) sono potenzialmente ricchi di pendolari considerando che lavoratori e studenti hanno la necessità di recarsi nel capoluogo per questioni di impiego o di istruzione. Anche il tasto del turismo non manca nella zona: Pertosa è sede delle famose grotte dell’Angelo, tra l’altro distanti appena 1 km dalla caratteristica stazione ferroviaria, unica in Italia a non avere una vera strada per raggiungerla, mentre a Padula si trovano la certosa e la casa natale di Joe Petrosino. La riapertura della Sicignano – Lagonegro è una battaglia di ecologia e civiltà da portare avanti nonostante la crisi e la mancanza di fondi: l’errore più grande sarebbe arrendersi e abbassare la guardia lasciando che la ruggine divori definitivamente il binario. Anche perché è noto che la volontà vince su tutto e con impegno, dedizione e intelligenza i fondi saltano miracolosamente fuori nella nostra bella Italia.

Rocco Della Corte

4 pensieri su “Padula: il caso della ferrovia Sicignano-Lagonegro

  1. C’è di più, la linea continuava a scartamento ridotto dopo Lagonegro verso Castrovillari e prima ancora da Castrovillari verso Spezzano Albanese dove si congiungeva con la Cosenza Sibari, miracolosamente ancora in attività. La rete ferroviaria italiana fino all’inizio della seconda guerra mondiale era una meraviglia, linee progettate con criterio, spesso il treno non seguiva le strade principali accorciando così i percorsi e permettendo spesso la vista di panorami altrimenti non visibili. Sono state abbandonate linee ricche di capolavori di alta ingegneria. che peccato.

  2. Grato a Rocco per il riconoscimento del nostro impegno su questo tema importantissimo. Aggiungo solamente che la “cattiva politica”, che ha imperversato in queste lande per gli scorsi cinque lustri, ha osato fare promesse di riapertura della linea ferroviaria ad ogni tornata elettorale. Il nostro impegno, tuttavia, dura nel tempo, perché crediamo fermamente in ciò che afferma Rocco: “La riapertura della Sicignano – Lagonegro è una battaglia di ecologia e civiltà da portare avanti nonostante la crisi e la mancanza di fondi: l’errore più grande sarebbe arrendersi e abbassare la guardia lasciando che la ruggine divori definitivamente il binario”.

  3. Certo è una vergogna per noi cittadini del Vallo di Diano che credono e danno valore al nostro territorio con queste richieste, ma non perso che ai politici questo possa interessare, continuando cosi andremo a finire nel dimenticatotio, hanno fatto chiudere il Tribunale di Saa Consilina e tutti stiamo a guardare, si va a Lagonegro come Tribunale, ma ci rendiamo conto, il Vallo di Diano una zona piu’ ampia dove succedono fatti piu’ gravi chiude il Tribunale, e come se la scarpa grande va in quella piccol..ancora vergogna.

  4. Scusatemi se m’inserisco in questo sentito dibattito, ma vorrei solo dire che mi rammarico sentire sempre che il Sud d’Italia ha bisogno urgentemente di infrastrutture , mentre ci vediamo tolgliere anche quel poco che avevamo. Concordo, quindi, che quella linea ferroviaria di Sicignano- Lagonegro debba essere urgentemente ripristinata, facendo in modo che i residenti di tali luoghi possano usufruire tale diritto di potersi spostare agevolmente in ogni dove. Ritengo, quindi che Non è giusto sopprimere mezzi di trasporto così importanti ai danni dei cittadini. Cordialità e auguri per un futuro migliore, Alfredo

I commenti sono chiusi.