“Salerno Day” per ricordare sbarco degli alleati del ’43: musica, filmati e testimonianze inedite

Domenica 9 settembre, alle ore 21.30, per la chiusura della XXVII edizione della rassegna estiva di teatro “Barbuti Festival”, organizzata dalla Bottega San Lazzaro sul palcoscenico di largo S. Maria dei Barbuti, andrà in scena in scena in prima assoluta “Salerno Day”, uno spettacolo articolato in tre parti che racconta la vita e le vicende di Salerno, alla vigilia, durante e dopo la seconda Guerra Mondiale. La parte musicale è stata curata da Guido Cataldo, che con la sua orchestra farà rivivere momenti ed emozioni di quegli anni; le ricerche iconografiche e storiche sono a cura di Nicola Oddati, Eduardo Scotti e Corradino Pellecchia. Presentazione e voci narranti, Gilda Ricci e Davide Curzio (posto unico 10 euro). La scelta del giorno non è casuale, nella notte tra l’8 e il 9 settembre del 1943 Salerno fu interessata dalla cosiddetta “Operazione Avalanche”.  L’Operazione Valanga è stata la più grossa operazione anfibia della storia, superata solo dal successivo sbarco in Normandia del 6 giugno del 1944.  Lo spettacolo è articolato in tre tempi. Nel primo immagini e momenti della città e della vita tutto sommato tranquilla che essa viveva prima dello sbarco. I salernitani erano stati solo sfiorati dalla guerra. I giorni scorrevano tranquilli, nel cielo si avvistavano degli aerei che si credevano diretti solo a Napoli. Al suono delle sirene la gente non andava nemmeno nei rifugi, sicura di non essere un bersaglio bellico. Uno dei primi bombardamenti sorprese la gente sui lidi, in una serena giornata di bagni. Lo Sbarco di Salerno fu una delle più controverse battaglie della seconda guerra mondiale e vide la partecipazione di oltre 200.000 anglo-americani con migliaia di vittime tra civili e militari. Lo spettacolo si arricchisce delle preziose testimonianze di chi visse quei giorni, raccolte in video e rilasciate sul palcoscenico, dal vivo. Ci saranno immagini, fotogrammi e video anche inediti dei bombardamenti e degli effetti devastanti sul tessuto urbano e sulla popolazione: il porto, la stazione, la caserma Umberto I (allocata dove ora sorge Oviesse), via Dalmazia, via Diaz, S. Giovanniello. La città, all’indomani della firma dell’armistizi, vive momenti importantissimi per la nuova Italia. Il Governo italiano si trasferisce a Salerno l’11 febbraio 1944; con i primi governi di unità nazionale si sono poste le basi della rinascita del nostro Paese; il Governo Bonomi, l’8 luglio 1944, decide all’unanimità l’elezione dell’Assemblea Costituente, che avrebbe dovuto scrivere la nostra Costituzione. A tal proposito va ricordata la dedica lasciata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in occasione della Sua venuta a Salerno del 14 settembre 2010 e della visita alla mostra “Salerno città della Costituzione” allestita nella nostra Casa Comunale: “un omaggio dovuto al ruolo storico di Salerno nel momento della rinascita democratica dell’Italia”. Si arriva fino al 1944, con il filmato di Salerno che si risveglia ricoperta dai lapilli, per la vicina eruzione del Vesuvio.  La colonna sonora dello spettacolo-testimonianza sarà rappresentata dalla musica eseguita dal vivo da Guido Cataldo con la sua orchestra che riproporrà i brani e le melodie celebri di quegli anni, ricreando atmosfere e scandendo i tempi sonori di una stagione drammatica ma piena di speranza. Per l’occasione sarà eseguito per la prima volta anche il brano inedito “Salerno 1943”, composto da Guido Cataldo per raccontare in musica e parole la vicenda di Salerno.

 

 

7 pensieri su ““Salerno Day” per ricordare sbarco degli alleati del ’43: musica, filmati e testimonianze inedite

  1. Pian pianino si stà stringendo il numero delle persone che potrebbero testimoniare gli avvicentamenti del secondo conflitto mondiale. Infatti, solo chi ha ottant’anni e più ricordare, più o meno con esattezza quei lugubri giorni del prima e durante lo sbarco degli alleati.
    In quella notte del 21 Giugno del ’43 avevo solo dieci anni e mi piace ripetere per l’ennesima volta che , essendomi nascosto unitamente alla mia famiglia e dei vicini di casa in un grumeto situato nei pressi mercatello (Sa), fui letterelmente mitragliato da un caccia dei futuri alleati che per mera fortuna non mi colpirono , ma strisciarono a pochissimi centimetri dal mio corpo.
    Credo proprio che fra qualche anno gli studiosi dovrebbero approfittare di interpellare i più anziani per avere un quadro ancor più realistico su ciò che accadde a Salerno.
    Cordialità, alfredo

  2. E’ cosa eccezionale, unica, rara.
    Solo un popolo(?)al mondo, solo il popolo italiota è stato capace di tanto.
    I bombardati che plaudono ai bombardieri; le vittime che esaltano i carnefici, le mamme che baciano i violentatori delle loro figlie.
    Che vergogna!!!
    in bocca al lupo

  3. Gentile Dr Lupo solitario, pur tenendo conto che non sempre ricevo da Lei qualche minimo accenno di compiacenza per quei miei modestissimi commenti che spesso indirizzo a questo meraviglioso giornale di “Salerno on line “ , (spesso con errori di stampa e/o di grammatica e di sintassi ) anche se scrivo per il mere fatto di tenere bene in allenamento la mia povera testolina da ottantenne e priva di educazione scolastica, (quinta elementare) , Ho per lei un sentimento di grande rispetto perché noto la Sua valida cognizione di saper ben affrontare ogni tipo di discussioni che ci vengono offerte su questo giornale, Quindi, La ritengo una persona colta e intelligente.
    Ne approfitto, però di permettermi di contestare quella frase che recita: “che vergogna!”.
    Sicuramente Lei è molto più giovane di me . Come avrà potuto leggere da qualche parte di questo giornale, ho ottan’anni e ricordo perfettamente come andarono le cose a Salerno. Durante , prima e dopo lo sbarco degli alleati. (Mi piace anche dirLe che , a quell’epoca, in qualità di studente povero, indossavo la divisa fascista di balilla, e con tutta la fame che esisteva , il sabato fascista solevo fare con i coetanei, poveri come me, diecine di chilometri a piedi di marcia per soddisfare la fanaticheria del mio maestro elementare. ( Andavamo da via Rocca Cocchia di Pastena fino e oltre Pontecagnano e ritorno a piedi e con il passo da soldatini, e guaio a chi non rispettava tale ordine disciplinare. Si era senza forza per via della scarsità di cibo, per tale motivo avevamo un cucchiaio di olio di fegato di merluzzo una volta l’anno per rafforzare le nostre menti.( Questa è storia). La immane miseria struggeva la nostra vita e quella delle nostre famiglie che non sapevano come rimediare alla fame dei propri figli, ma anche se si viveva nei bassi, freddi , riscaldati da bracieri, se si avevano i soldi per comperare le carbonelle. E sotto la flebile luce dei lumicini a petrolio, si cercava di sviluppare le lezioni di casa. … e chissà quante altre cose avrei da raccontare, anche se a casa mia si era convintemene di destra..
    Non so quanti anni ha Lei, caro dottor Lupo, ma non credo che affatto che possa avere più anni di me, quindi presumo che molte cose l’abbia sentite dire e non vissute realmente, ma è solo una mia supposizione. Comunque , sarei bene onorato se ella volesse , generosamente, rispondere a questo mio modestissimo commento.
    La ringrazio anticipatamente e la saluto con infinita affettuosità.
    Alfredo Varriale

  4. sig. Alfredo, non ricordo se altre volte ho risposto alle sue OTTIME osservazioni, ma va il fatto che leggerla è sempre un piacere ed una fonte di inesauribile conoscenza, anche se alcune volte(come è ovvio) non sono d’accordo sulle sue riflessioni.
    La sciamo da parte il “saper scrivere”( molte volte scrivo d’impeto),più volte nel rileggermi arrossisco per i miei strafalcioni.
    Tuttavia vorrei tornare sull’argomento del post.
    Lei ci ha parlato della sua vita vissuta,della sua età, delle sue sofferenze e delle sue disavventure.
    Il mio compianto papà, classe 1920, secondo di undici figli la sua famiglia, mai fascista e mai hanno aderito al P.N.F. , quando la Patria chiamò (non il Fascismo), nessuno si imboscò, in quattro risposero PRESENTE!!!!: zio Salvatore, mio padre, zio Michele e zio Rocco chiamato alle armi nell’autunno del 1942 .
    Zio Michele morì a soli 22 anni, era il febbraio del 1943, durante la difesa della Tunisia, ucciso, sotto i colpi dei colonialisti inglesi, australiani, neozelandesi, indiani, e cento altre razze, cento altri eserciti.
    Mio padre(paracadutista della Folgore catturato ad EL Alamein) ha subito le terribili torture da parte dei carnefici e aguzzini inglesi nei campi dei non collaborazionisti (Kriminalcamp); zio Salvatore fu deportato in Germania, zio Rocco rientrò in Italia dopo l’otto Settembre.
    Oggi sono tutti defunti.
    Mia madre ha subito, come lei, i bombardamenti terroristici dei criminali B 52 americani e dei bombardieri inglesi.
    Anche essa ha vissuto le sue stesse vicissitudini, un ‘amica uccisa a pochi passi da lei dai mitragliamenti, a bassa quota, assassini e terroristici dei caccia inglesi i quali sparavano su tutto ciò che si muoveva a terra senza alcuna cognizione, in particolar modo, quando non c’era la contraerea che li ostacolava, durante il fallito attacco dei paracadutisti americani nell’alta Irpinia, prima dell’ otto settembre.
    Mia madre, oggi, si ricorda chi erano gli assassini (americani inglesi, marocchini, indiani, neozelandesi, indiani ecc.) e chi cercava di difenderli.
    Mio padre e i miei zii tornati dalla guerra trovarono in paese il parroco, il maresciallo, il farmacista, il medico condotto e tutti gli altri paesani, già gerarchi fascisti, chi con il fazzoletto rosso al collo(comunisti) chi dietro uno scudo crociato
    (democristiani): erano stati tutti “folgorati sulla strada di Damasco” e si erano convertiti alle nuove ideologie (scichhh!!!).
    CHE SCHIFO!!!!
    Sig. Alfredo Variale, tuttavia “lo schifo” non è rivolto a chi, anche se in maniera ignobile e MARAMALDESCA, invadeva e distruggeva la nostra amata PATRIA, ma a quei italioti che, per una gomma masticante e/o un cioccolatino, hanno venduto non solo l’onore dell’Italia ma anche il loro cxxo.
    In bocca al lupo

  5. @lupo solitario:

    ma i morti inutili fatti dal Fascismo per te non contano? Cioè: le migliaia di giovani che sono morti all’estero nelle missioni suicide inventante da Mussolini e dai suoi non hanno valore? Te lo dico sinceramente: IO non ci sarei andato mai a “spezzare le reni alla Grecia” in una missione praticamente suicida. Eppure alla patria ci tengo (ma forse parliamo di due patrie diverse).

  6. Gentile Dr Lupo Solitario,
    Ho molto gradito le Sue gentili parole che mi ha voluto indirizzare e la ringrazio di vero cuore.
    In un certo senso sono d’accordo con lei quando afferma che , dopo quei nefasti giorni di guerra, mentre l’Italia si divideva in due opposte fazioni: armistizio dell’otto settembre firmato dal Generale Badoglio al Sud e il giuramento del neo ministro della guerra generale Graziani per il governo della repubblica sociale o di salò. Quindi , inizio la guerra tra gli stessi italiani: da una parte i fascisti di salò e dall’atra i così detti partigiani.
    Certo, prima della guerra gli italiani erano quasi tutti fascisti, ma bisogna anche dire che molti di loro lo erano per convenienza. Non bisogna neppure dimenticare che a quei tempi si era usi a sentire “ATTENTI,IL NEMICO TI ASCOLTA”. Vale a dire che bisognava fare attenzione a non parlare male del fascismo perché vi poteva essere anche un vicino di casa che faceva lo spione. Il fanatismo era soffocante così come lo erano le purghe d’olio di ricino .Tutto questo le dà ragione quando parla del voltafaccia del popolo presunto ex fascista. Il popolo pur capendo molto bene il
    Quel “inusitato” modo di firmare l’armistizio, applaudiva comunque i liberatori che ci rendevano meno affamati. Quindi , eviterei di usare la parola “schifo” perchè agli estremi della miseria , della fame e deel bombe, non c’è schifo che regge.
    Stia bene e ancora grazie per l’interessantissimo racconto che mi ha fatto leggere.La saluto molto cordialmente. Alfredo Varriale

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