Cava de’ Tirreni: Senatore, cittadini protagonisti contro degrado

Oggi in tutt’Italia si parla del tema della sicurezza. Voglio chiarire alcuni aspetti: cosa significa per me sicurezza, quali sono le competenze dell’Amministrazione comunale. Ma anche quali azioni sono state intraprese dall’attuale Amministrazione,- (Nessuna),- e quali quelle che hanno l’intenzione di mettere in campo, (Nessuna). Alla base del mio ragionamento ci sono due domande. Cava de’ Tirreni e’ una città sicura? No. Esiste un diffuso senso di insicurezza? Sì. Cava de’ Tirreni  non è una città sicura rispetto al contesto italiano per cui ogni giorno cresce l’insicurezza dei cittadini non tanto rispetto alla criminalità quanto piuttosto per gli episodi di degrado che ci sono nella nostra città e anche per il rilevante contributo dei media che, amplificando particolarmente i reati di micro e macro criminalità, contribuiscono a rendere le persone meno sicure. Ma visto che spesso si discute se la sicurezza è di destra o sinistra, voglio ribadire che per 1’Amministrazione comunale la sicurezza è un bene primario complesso che sta alla base della civile convivenza di una comunità e dello sviluppo della città, un valore da difendere, ma quest’Amministrazione lo ha totalmente dimenticato. E adesso facciamo chiarezza sulle competenze. L’ordine pubblico e la criminalità sono di competenza delle forze dell’ordine come priorità assoluta. E questo è tanto vero che le numerose telecamere che volevano installare hanno un’importante funzione di deterrenza per episodi di malcostume e criminalità e dovranno essere gestite dal comando Polizia Locale ed all’occorrenza dovranno essere a disposizione della Polizia di Stato e dei Carabinieri. Ritengo invece che il degrado e i comportamenti incivili siano il fronte su cui si deve misurare la pubblica amministrazione, 1’ente locale, la stessa Polizia Locale insieme a tutto 1’apparato comunale. Inoltre sono convinto che il regolamento di Polizia Municipale debba essere rinnovato ed implementato per affrontare le problematiche del degrado e dei comportamenti incivili a 360 gradi anche alla luce del nuovo pacchetto sicurezza presentato dal governo. Dal 2010 ad oggi, con tutte le Forze dell’ordine presenti in città non si è instaurata una efficiente azione di coordinamento allo scopo di evitare le sovrapposizioni dei servizi di controllo del territorio, affrontando in modo efficace i due aspetti della sicurezza urbana: quello che riguarda la criminalità e l’ordine pubblico di competenza delle forze dell’ordine ad ordinamento statale; quello che riguarda il degrado e i comportamenti incivili che spettano agli enti locali e alla polizia locale. Veniamo adesso alle azioni di contrasto al degrado, iniziando da quelle contro 1’abusivismo commerciale. Si tratta di un fenomeno da contrastare non soltanto perchè viola leggi e regolamenti, ma perchè lo stesso fatto che sfacciatamente si possa contravvenire alle norme è un messaggio devastante per i cittadini. Anche solo per questo è necessario contrastare 1’abusivismo. Ma ritengo anche il contrasto a livello di strada non deve rimanere soltanto una lotta tra guardie e ladri, dove sono sempre le guardie, in questo i caso i vigili, a rimetterci di più. La vera strada è aumentare 1’intelligence, mettere al comando della Polizia Locale un vero comandante: chi ha gli strumenti deve operare per arrivare a colpire produttori e i fornitori dei beni contraffatti. A proposito dell’antidegrado avevamo predisposto l’implementazione delle telecamere con funzione di deterrenza e prevenzione sul territorio invece di fare , come ha fatto per negligenza  l’Amministrazione Galdi , che ha perso i fondi europei stanziati a seguito di un progetto redatto su impulso dello scrivente dall’allora comandante della Polizia Locale, pari a €. 1.080.000,00. Inoltre non si è fatto un percorso per aumentare l’illuminazione pubblica in particolar modo nelle strade del centro e della periferia. Dal 2007 al 2009 il comando della Polizia Locale ha lavorato per cambiare la modalità di servizio attivando un rapporto di sussidiarietà orizzontale con i cittadini che si rendono disponibili a collaborare contro il degrado che, come si è detto, rappresenta uno dei principali motivi di insicurezza. Ma ora cosa sta facendo la Polizia Locale? Che significa sussidiarietà orizzontale? Con la riforma del titolo V della Costituzione Italiana 1’articolo 118 al IV comma recita “Stato, regioni, città metropolitane, province e comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà. Ebbene l’attuale Amministrazione ha fatto e sta facendo esattamente il contrario. Difatti, ha smembrato il Corpo di Polizia Locale, da circa tre anni il Comando non è retto da un vero comandante, ma da un facente funzioni che risulta assente quanto è presente, figuriamoci quando questo è assente, quasi sempre! Fino al 2009 il Comando garantiva n.8 pattuglie giornaliere dalle ore 08.00 alle ore 20.00 e nei periodi estivi fino alle ore 24.00 ivi compresi i posti fissi di polizia ubicati presso le singole frazioni, mentre ora nell’orario 08.00/20.00 si riesce a garantire massimo due pattuglie sull’intero territorio. La vera domanda è questa? Sono meglio i cittadini cavesi che diventano protagonisti della loro città, oppure coloro che non si interessano a quello che accade intorno a loro? Magari come quella persona che, alla richiesta di aiuto passa oltre. E’ una battaglia di grande civiltà, quella di riappropriarsi della propria città, della propria comunità. E’ una battaglia ne di destra ne di sinistra, ma è importante ed è di tutti.

4

Questi cittadini singoli o associati contribuiscono grandemente a creare sicurezza nella nostra città. Tutte le associazioni di volontariato presenti in città si sono rese disponibili a fornire ausilio alla Polizia Locale per effettuare vigilanza nei pressi degli istituti scolastici, delle ville comunali e durante le manifestazioni civili e religiose, nessuno li ha selezionati, ma si sono resi disponibili a partecipare a progetti mirati molti dei quali già portati a termine, poi disposti anche a rimanere come punti di riferimento perchè vogliono esserlo, in un rapporto partecipato con la Polizia Locale. Non su aspetti che riguardano i reati, ma su quelli legati al degrado. Poi voglio chiarire una volta per tutte che le segnalazioni che vengono fatte giornalmente alla Polizia Locale non riguardano direttamente solo altri cittadini, bensì situazioni di degrado sul territorio su cui lAmministrazione comunale è chiamata a intervenire, ma risulta assente: dai marciapiedi sconnessi , alle buche sulla strada, dai lampioni rotti , alle aree verdi degradate. Non si tratta quindi di nessun corpo strutturato, ma soltanto di persone che si sono rese disponibili a mantenere un contatto collaborativo senza vincolo di dipendenza con la Polizia Locale, però per avere la presenza di un Vigile bisogna andare alla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto”. L’altro problema, quello della notte, non è semplice. Il problema della presenza delle forze dell’ordine e della Polizia Locale per il controllo del territorio deve essere risolto specialmente a Cava de’ Tirreni. E rimanendo sulla notte dove la città diventa terra di nessuno, bisogna fare di più, riappropriarsi degli spazi anche di notte con un apposito progetto obiettivo allo scopo di produrre ulteriore sicurezza consentendo ai cittadini di riappropriarsi degli spazi della città. Certo, restano i problemi della notte legati all’ alcool, al consumo di sostanze stupefacenti e via dicendo. Per questo non bastano soltanto i divieti ma servono progetti condivisi e sostenuti da tanti soggetti, compresi gli esercenti e le associazioni di categoria. Vorrei concludere sottolineando che per quanto mi riguarda (nelle mie funzioni di ex assessore alla sicurezza, coadiuvato, all’epoca, da un vero comandante della Polizia Locale, dal 2007 al 2009), credo di aver portato un discreto contributo alla prevenzione della sicurezza in città, ora però l’insicurezza regna sovrana a Cava de’ Tirreni, dove il fiore all’occhiello “i nostri portici”, sono diventati un orinatoio pubblico, ricettacolo di venditori ambulanti abusivi, di accattoni, di venditori di merce contraffatta, di ubriachi e molestatori.