L’Europa ci impone anche l’eugenetica

Angelo Cennamo

Il fatto. Una donna italiana affetta da fibrosi cistica e’ ricorsa alla Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo perche’ la legge del suo Paese che disciplina la fecondazione assistita ( liberamente votata dal parlamento, promulgata dal capo dello Stato, e confermata da un referendum) le impedisce di analizzare e selezionare gli embrioni nella fase del preimpianto. La donna, che ha gia’ partorito un figlio affetto da tale malattia, non vuole rinunciare ad altre gravidanze ma teme che l’esperienza vissuta col primogenito possa ripetersi. La Corte europea, che e’ stata investita del caso prima ancora che a pronunciarsi fosse la magistratura italiana, ha accolto il ricorso evidenziando una presunta contraddizione tra la stessa legge (40), che vieta la preselezione degli embrioni, con la 194, che consente invece l’interruzione di gravidanza, nella sua fase più avanzata, per fini terapeutici. Tra l’esultanza dell’opinione pubblica e della stampa più progressista, che ha accolto la sentenza europea con affrettato sollievo, ci sia consentito dissentire e dubitare della bonta’ di simile pronuncia per ragioni di forma, ma anche di sostanza. Intanto, la procedura. Si puo’ adire un giudice straniero per via diretta, scavalcando cioe’ quello italiano? No, grazie al cielo. Puo’ un giudice straniero di fatto cancellare una legge votata dal parlamento di un altro Stato? Al di la’ di un recente e criticato orientamento favorevole in tal senso, non sono pochi i costituzionalisti che, per la verita’, negano tale possibilita’. Non si puo’ escludere allora che l’appello, gia’ annunciato dal ministro della salute Balduzzi, possa ribaltare il giudizio frettoloso ed imprudente del giudice di prima istanza. Ma venendo al merito della vicenda, e’ lecito chiedersi in cosa consisterebbe l’incoerenza della legge 40, affermata dalla Corte, rispetto al dettato della precedente 194. L’equivoco-ignoranza nel quale e’ incorso il giudicante e’ evidente : la 194, infatti, consente si l’aborto del feto per motivi terapeutici, ma solo a condizione che la gestante sia in pericolo di vita. Altra cosa e’ invece la preselezione degli embrioni, la quale non puo’ essere consentita per ragioni eugenetiche. Qualora, dunque, la sentenza della Corte dei diritti dell’uomo (di quali diritti ci piacerebbe sapere : pretendere un figlio, per giunta sano, lo e’?) dovesse trovare applicazione in assenza di alcun ostacolo giuridico e politico, si creerebbe un precedente pericoloso, quello cioe’ di acconsentire alla soppressione di uno o più embrioni (primo stadio della vita umana, lo ricordiamo) perche’ portatori di una qualunque patologia, della fibrosi cistica e di chissa’ quante altre. Ora, un’ umanita’ fatta di sole persone sane, che disconosca i tumori come la miopia, l’ulcera come la distrofia muscolare, ce l’auguriamo tutti. Ma e’ giusto che essa nasca a discapito di un’altra meno fortunata, alla quale si vuol negare finanche il diritto di esistere?

18 pensieri su “L’Europa ci impone anche l’eugenetica

  1. A prescindere dalla circostanza che l’anomalia segnalata dalla Corte Europea è che le linee guida della legge n. 40,(e non già la stessa) consentono la diagnosi preimpianto alle sole coppie sterili, se portatrici sane dell’Hiv o dell’epatite(fonte Il Sole 24 ore), il suddetto disposto normativo è già finito cinque volte sui banchi della Corte Costituzionale. ” Nel 2005, due volte nel 2009, una nel 2010 ed una nel 2012, senza contare che per ben sedici volte i giudici italiani hanno ordinato l’esecuzione delle tecniche. Difatti i Tribunali di Cagliari nel 2007, di Firenze nel 2008 hanno riconosciuto la legittimità della diagnosi preimpianto. Nel 2009 la Consulta ha abolito il divieto di crioconservazione, tant’è che ha scritto nella sua pronuncia che la coppia ha diritto ad essere informata sullo stato di salute dell’embrione,nonchè ad effettuare una scelta consapevole, cosa che giustifica l’impiego delle migliori tecniche secondo i canoni della scienza e dell’arte medica.Dopo tale pronuncia i centri di procreazione assistita hanno ripreso a fare diagnosi preimpianto, confortati in questa attività anche dalla pronuncia del tribunale di Salerno del 2010. Per il suo tramite, difatti, per la prima volta in Italia è stato autorizzata la diagnosi genetica ad una coppia fertile, portatrice di una grave malattia ereditaria, l’atrofia muscolare spinale di tipo 1 (a tal proposito può leggersi l’intervista rilasciata oggi su La Stampa)”.-fonte Il Fatto quotidiano, 28 agosto 2012-
    Poichè anche altri tribunali (Firenze e Bologna) hanno deciso in tal senso, perchè sostiene che la Corte Europea si sostituisce ai nostri giudici? Semmai, il problema è che il legislatore italiano è colposamente assente, dopo le pronunce giurisdizionali ad opera di magistrati che rimarcano le incongruenze della normativa vigente in tema di procreazione medicalmente assistita. Se a tali deliberati si aggiunge anche quello sovranazionale, vorrà dire, a mio parere, che i rilievi critici “nostrani” assumono maggior valore.

  2. La coppia interessata avrebbe dovuto far valere le sue ragioni prima dinanzi alla magistratura italiana ( magari supportando le proprie tesi con i precedenti pronunciamenti dei tribunali che lei ha indicato) e solo dopo, a seguito di un eventuale rigetto del ricorso, investire la Corte di Strasburgo ( sull’efficacia delle cui sentenze nutro qualche dubbio).

  3. confermata da un referendum? legge del più forte? una società con tanto di rupe tarpea per gli storpie portatori di handicap?
    avresti fatto meglio a discutere la questione giuridica, come fa la cara magda, invece di ideologizzare la libera scelta e il dolore della gente.
    quel referendum fu boicottato, altro che vittoria. qua siamo alla deriva di un’oltranzismo religioso che invece di vivere sugli esempi, come Gesù Cristo, vive di dogmi. questa è la verità.
    il resto non ha niente a che fare con la questione della corte europea.

  4. Vuoi la questione giuridica? Eccola : la Corte di giustizia europea ha sancito la soggettività giuridica dell’embrione. Traduco : l’embrione è vita umana ed è titolare di diritti. Vorresti dirmi, Michele, che difendere la vita umana è una prerogativa della sola Chiesa? Una società civile può disinteressarsi della vita umana solo perchè essa è allo stadio embrionale? Quando parli del dolore della gente perchè non menzioni quello di un’umanità che si vuole cancellare quando è già in vita, per il solo fatto che essa possa sviluppare, da adulta, una malattia? In una società civile, progredita e progressista, i malati si curano non si “scartano”!

  5. puramente ideologico e oltranzista ti stai dimostrando. ne hai tutto il diritto e ti rispetto, però non è una guerra. quella ti piacerebbe. con la guerra ognuno si assesta sul proprio fronte, nelle proprie roccaforti e ci si ammazza senza dialogare e ragionare.
    primo il rispetto di un percorso morale e di credo, secondo rendersi conto che vi sono persone che non credono e altre che seguono altre fedi.
    nell’ambito della famiglia del cristianesimo vi sono orientamenti diversissimi, anche nella stessa chiesa cattolica, comunque, ad esempio, la chiesa valdese ha una visione diversa dalla tua e con la quale ti invito a fare un confronto.
    la questione di quando inizia la vita, se l’embrione è vita è antica ed appartiene alle vecchie battaglie sull’aborto (roba fanfani-pannella).
    io non ho mai praticato l’aborto, non mi piace nemmeno il divorzio, sono contrarissimo alla pena di morte, conduco una vita “normale”, ma capisco e lascio, NELL’AMBITO DI COMPORTAMENTI E DELLE REGOLE COMUNI A TUTTO IL MONDO LIBERALE CON CUI CI CONFRONTIAMO NORMALMENTE, la libertà di coscienza e di scelta all’individuo.
    questa legge italiana sulla fecondazione assistita per molti aspetti presente le storture tipiche della morbosità di “uomini che si vestono da donne” (direbbe un vecchio anarchico) è anacronistica perchè basta prendere un aereo, oppure una nave, ed andare nella vicina spagna per fare ciò che l’Italia vieta.
    caro angelo parlo del dolore di persone che non possono avere figli senza ricorrere alle tecniche della medicina moderna, che in altri paesi adottano, oppure di coloro che sanno già che nel concepimento rischiano di avere un figlio destinato a morire di sicuro e che una semplice analisi pre-impianto (prima quindi che l’embrione sia annidato nell’utero) potrebbe diagnosticare.
    quindi fraternamente cala e riporta la questione nei termini di civiltà e di confronto e di apertura. non sei credibile nel tuo oltranzismo quando sostieni un piccolo “sciupafemmine” (anche minorenni) che ha confessato di aver ricorso all’aborto terapeutico di un feto malformato! guarda mi dispiace ma questa te la sei proprio voluta.

  6. Ma di quale libera scelta parla, Zecca?
    Lei potrebbe essere eventualmente libero di farsi amputare un suo arto vivo e/o malato che sia, come e quando vuole.
    Ma capisce che quella libertà non può essere la stessa quando ci riferiamo a ciò che (vivo e/o malato che sia) lei ha procreato (o per cui è stato assistito a fare).
    Anche se è stato lei a procreare, ciò che ha procreato dipende in tutto da lei tranne che per la sua vita. Perché è soltanto sua.
    Lei non può decidere sulla vita di chi ha di fatto, perché bilogicamente nato, anche se in potenza una coscienza, un’intelligenza, un pensiero umano, indipendentemente se si creda o meno che abbia un’anima.
    Lei può trovare mille spiegazioni “secolari” per eliminare quella vita, e nei prossimi secoli se ne potranno trovare sempre di più, ma mancherà sempre il consenso primo: quello della logica.
    Prima ancora dell’etica e prima ancora della religione e prima ancora dei tribunali dovrebbe essere la sua Ragione a dirle che lei non ha quella libertà, a dispetto di qualsiasi dolore sembri possa attribuiglierne.

  7. Continui a buttarla sulla religione, ma io nell’articolo non ho mai citato il Vaticano. Mi hai chiesto di citare la legge e l’ho fatto : la Corte di giustizia Europea ( non il Giudice di Pace di Busto Arsizio) ci ha detto che l’embrione è un soggetto giuridico. Capisci che vuol dire? Vuol dire che nessuno ha il diritto di scartare gli embrioni come se fossero degli ammassi di materia morta. Se facessimo tutti così, avremmo un’umanità selezionata : tutti sani, alti, biondi e con gli occhi azzurri. Avere un figlio non è un diritto, e neppure averne uno sano lo è : sono solo delle legittime aspettative. Chi non può procreare, in ultima analisi, può sempre fare ricorso all’adozione. Ecco come si aiuta l’umanità : offrendo un tetto e un futuro a dei bambini sfortunati ed abbandonati.

  8. sulla tua ultima affermazione ti lascio alle reazioni dei tuoi lettori.
    se invece intendi che chi non può procreare se vuole un figlio l’adotta mi pare ovvio altrimenti non gli rimane che ribarlo.
    invece io credo inoltre sia leggittimo e sacrosanto utilizzare gli strumenti che ci offre la medicina e che tale opportunità deve essere data a tutti. non può essere solo una cosa da ricchi.
    se invece il tuo ultimo pensiero vuole significare altro secondo me hai commesso lo stesso errore che ha fatto grillo e bersani nell’ofendere un comico. ora sono cavoli tuoi.

  9. Michele,
    una cosa è curare (legittimamente) la fertilità con ogni mezzo, altra cosa è abusare dei progressi della medicina per oltreppassare dei limiti ( per me, per il legislatore della legge 40 e per la Corte di Giustizia Europea) invalicabili. Ma se tu e tanti altri avete un’idea diversa, va bene lo stesso : mi rendo conto che l’argomento è molto articolato.

  10. Uno stato etico,Fascista, comunista, oppure teocratico, Cattolico, musulmano, potrebbe imporre delle regole comportamentali ma oggi in Italia a decidere il da farsi è la vostra democrazia.
    Una volta, almeno, ha saputo guardare nel proprio “intimo, nel proprio cuore e la gente, il 75% di Italiani adulto, ha deciso che la legge “40” è una buona legge e non va toccata.
    La volete chiamare una legge di DESTRA? quindi il 75 % degli italiani , in cuor loro e non lo sanno, sono di destra.
    Quando si tratta di cose serie la gente sa interrogarsi e sa scegliere per il meglio.
    Quindi uno stato sovrano deve far rispettare il volere del suo popolo.
    Altre considerazioni vanno verso coloro che in “europa” vorrebbero indirizzare l’etica comportamentale.
    Chi sono?
    Caro Cennamo, sono proprio quei signori che si definiscono liberali(come te) che vorrebbero l’eugenia,i matrimoni omosessuali, le adozione di bambini da affidare ad essi ecc., solo per poter fare una battaglia ideologica: la distruzione della famiglia tradizionale.
    Si, una piccola comunità di liberali e massoni, usando come mezzo il socialismo, vorrebbero imporci scelte contro natura.
    Quando parliamo di globalizzazione, è chiaro ai più che non si vuole parlare esclusivamente di “stato sociale” ma in particolar modo è la lotta del “male” contro i valori “naturali.
    in bocca al lupo

  11. Vorrei ritornare alla questione giuridica, che ha offerto lo spunto a questo confronto, perchè penso che la lettura della sentenza della Corte Europea aiuti la discussione anche su altri versanti.
    “Pur sottolineando che la nozione di bambino non può essere equiparata a quella di embrione (n.d.r. tesi sostenuta dai legali del Governo) non si vede come la tutela dell’embrione sia coerente con la possibilità offerta ala donna di eseguire l’aborto terapeutico di un feto, il cui sviluppo è ovviamente più avanzato dell’embrione”………”Il divieto di diagnosi preimpianto va a ledere il diritto di diventare genitori di un bimbo sano, violando la libertà della coppia di procreare un bambino non affetto da malattia”………”Quando l’embrione malato diventa feto malato, ciò implica la scelta di un aborto volontario che è fonte di stress psicologico per i genitori che avevano probabilmente già fatto un investimento emotivo sul feto, facendolo diventare futuro bambino”.
    Questi sono, a mio parere, alcuni passi rilevanti della pronuncia dell’organo di giustizia europeo. Se, invece, si vuole far vertere il confronto dialettico sulla tutela dell’embrione quale soggetto giuridico, lo si faccia pure, ma la Corte Europea ha solo riconosciuto alla coppia italiana la tutela del diritto ad avere un figlio sano, ove le tecbiche della procreazione medicalmente assistita lo consentano. Ha sancito, cioè, la violazione ad opera della normativa nazionale vigente della libertà individuale e famliare ai sensi dell’art. 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Riconoscere tale libertà non vuol dire imporla, nel senso che ogni coppia potrà decidere in piena scienza e coscienza di avere un figlio affetto da una patologia mortale o comunque grave ed invalidante. Ritengo che anche il più religioso degli individui non se la sentirà di imporre per legge a dei futuri genitori un figlio certamente malato. Ogni eventuale dibattito sul tema apparterrà a confronti ideali ed ideologici, di certo preclusi alla competenza di un tribunale, che, se adito, dovrà pronunciare la sua decisione in base alle richieste avanzate dalle parti in causa ed alle leggi vigenti nei rispettivi ordinamenti positivi.

  12. Magda,
    il punto centrale della questione è uno solo : l’embrione è o non è vita umana? Non sarà forse una persona, ma che l’embrione sia vita umana è fuori discussione. La Corte di Giustizia Europea gli ha pure attribuito “soggettività giuridica”. Questo solo dato dovrebbe costringere i parlamenti di tutta Europa ad adeguare le normative vigenti. Magda, lei parla del diritto di avere un figlio, e per giunta un figlio sano. Ebbene, quel diritto non esiste. Esiste un’aspettativa di quel genere; un auspicio, un augurio, ma non un “diritto”. Esiste piuttosto il diritto di curare la propria
    fertilità e di ricorrere a delle tecniche di fecondazione assistita, quello sì. Ma non a qualunque costo e senza alcun limite.
    La 194 consente l’aborto terpeutico quando la madre è in pericolo di vita o nel caso in cui il feto possa sviluppare gravi malattie. La gravidanza, in quel caso, non è necessariamente preventivata. Nel caso della preselzionme degli embrioni umani non esiste alcun pericolo di vita da parte della gestante, ma solo eugenetica. La sentenza della Corte di Strasburgo ha creato, a mio avviso, un precedente pericoloso : chiunque in futuro potrà “scartare” un embrione perchè da adulto potrebbe sviluppare una qualunque malattia, anche una semplice miopia. Ma chi decide se un essere umano malato deve vivere o meno? Secondo punto : se qualcuno dovesse ravvisare una reale incongruenza tra la legge 40 e la legge 194, per quale ragione la modifica dovrà attuarsi proprio alla legge più recente?

  13. Cara Magda,

    lei scrive:
    ” Ogni eventuale dibattito sul tema apparterrà a confronti ideali ed ideologici, di certo preclusi alla competenza di un tribunale, che, se adito, dovrà pronunciare la sua decisione in base alle richieste avanzate dalle parti in causa ed alle leggi vigenti nei rispettivi ordinamenti positivi.”

    Si stava discutendo proprio di questo: rendere pratica un’idea logica e naturale; quella cioè di avere in Italia un legislatore che non renda mai vigente uno scempio e cioè che un essere umano vivente possa avere la libertà assurda di scartare la vita di un altro essere umano vivente.

  14. Ad Angelo Cennamo
    Il vulnus del problema appare non tanto nella sentenza della Corte europea, ma nella seguente frase: “per quale ragione la modifica dovrà attuarsi proprio alla luce della legge più recente?”. Non sarebbe intellettualmente più chiaro sostenere che si è contrari alla legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza? Altrimenti non si comprende la ladidaria certezza con cui sostiene che “l’embrione è vita umana”. Una domanda sorge spontanea: ma la donna che chiede, ai sensi della normativa vigente, di abortire, viene condannata dallo Stato per avere deciso di non far più vivere l’embrione, ossia “una vita umana”? Di certo lei la condannerà anche solo idealmente, ma fintantochè la legge considererà prevalente l’interesse di chi è già persona (la donna) rispetto a chi non lo è ancora (l’embrione) alcuna pena sarà commminata alla donna che decide di interrompere volontariamente la gravidanza, sempre nei limiti imposti dalla legge 194.
    Ad Amgelo
    Anche lei ha diritto a chiedere che sia abrogata la 194 “perchè un essere umano vivente non può avere la libertà assurda di scartare la vita di un altro essere umano vivente”. Ma fintantochè nel nostro, ordinamento positivo è legalizzato l’aborto, entro i limiti imposti dalla legge 194, la sua idea “logica e naturale” di vietare questo “scempio” per legge si scontra contro la realtà fattuale, che consente ad una donna, rispettosa delle norme vigenti, di non vedersi imposta una gravidanza dal legislatore. Quella legge a cui lei tende idealmente non esiste, anche se ad ognuno di noi è consentito di “rendere pratico” ciò a cui crediamo profondamente.

  15. a parte il lupo, che è puro, quindi appartiene ad un ambito umano con la dote della verità assoluta. quindi non si può discuterne il pensiero. bisogna solo rispettarlo.
    gli altri angeli cannano. l’embrione umano per sua natura è vita quando è insediato nella placenta. senza la placenta è effimero e un aggregato di cellule potenziali, tant’è che per tenerli “vivi” devono stopparne l’attività a temperature con molti gradi sotto lo zero altrimenti finirebbero come una stella cadente.
    sta roba è costruita in laboratorio dove con tecniche sopraffine uniscono le cellule germinali maschili e femminili.
    chi ricorre a queste tecniche? chi non può procreare in maniera naturale, e perciò chiedono aiuto. poi ricorrono quelle persone portatrici di tare genetiche che nel procreare generano figlioli con malattie gravi e mortali. in questi casi, in genere, 1/4 dei potenziali embrioni sarebbe sano, cioè senza tare e potrebbero se portati a termine generare figlioli vispi e felici, per questo si sceglierebbero, qua non si vuole mica giocare alla sorte! ma che stiamo scherzando! allora sta storia dell’adozione la pensi per davvero?
    spesso si parla di coppie che hanno già figli piccoli che stanno accompagnando alla morte prematura.
    quindi gli embrioni sono vita, tutti gli embrioni, però quelli umani hanno bisogno di un’incubatrice naturale che si chiama utero altrimenti non sono niente.
    comunque qua praticamente la situazione è questa chi ha bisogno prende un aereo va a barcellona e risolve il problema lasciando questa nazione a discutere di aria fritta avvocatesca e carognesca. e solo una questione di quattrini.
    a me mi pare che vi divertiate a prendere per il naso chi ha bisogno di aiuto. e pensare che avremo anche medici e cliniche capaci.
    però angelo (2) credimi ha salvato più vite la legge sull’aborto di quello che tu puoi immaginare. e l’incremento dei divorzi alla sacra rota è maggiore di quelli fatti con i tribunali civili.

  16. Non ho mai detto che la 194 è una cattiva legge, non lo penso. Non sempre, però, essa viene applicata correttamente, in tutte le sue parti. Penso ad esempio alla giusta informazione che dovrebbe essere fatta, ma che non si fa, nei consultori sulle problematiche ( etiche, sociali e legislative) dell’operazione. Quante giovani donne che vanno ad abortire sanno che la legge italiana consente di partorire senza essere obbligati al riconoscimento del bambino? Una cosa che non mi piace di quella legge c’è, ed è l’assoluta ininfluenza del padre nella decisione della madre. I padri servono solo come bancomat, c’è poco da fare.
    Venendo al punto, Magda mi chiede come mi pongo di fronte al caso di una donna che sceglie di abortire perchè in pericolo di vita. Ovvio : scelgo di lasciare in vita la madre e non l’embrione.
    Quanto a Michele, mi sembra che la sua teoria sulla placenta sia poco credibile : l’ovulo fecondato è già vita umana. Si può discutere del fatto che una “persona” sia una cosa diversa. Stando alla Corte di Giustizia Europea ( lo ripeto, a scanso di equivoci) quel ricciolo di materia informe è un soggetto giuridico. Di più non so.

  17. @tutti:

    ma che vi è successo? Torno dalle vacanze e trovo una discussione tra scienziati! 😀

  18. Cara Magda,

    non c’è neppure la legge che lei vorrebbe ci fosse perché come dice Cennamo “stando alla Corte di Giustizia Europea quel ricciolo di materia informe è un soggetto giuridico.”

    Quindi, come dice lei, non parliamo per ideologie.

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