Salerno: “Casa di Frontiera”, Teatro contro l’intollerenza

Era il 1993 quando in televisione il Prof. Miglio, ispiratore dei “valori” della Lega Nord, vomitava il suo livido rancore verso i meridionali che, a suo dire, “inquinavano le sacre terre padane e la loro cultura”. Era il 1993 quando Gianfelice Imparato scriveva “Casa di frontiera”! L’autore voleva solo divertire ironizzando su futuri scenari impensabili e irrealizzabili, o forse intendeva lanciare un grido d’allarme per quello che sarebbe potuto accadere? A distanza di un ventennio “Casa di frontiera” è testo di grande attualità: gli scenari “impensabili e irrealizzabili” sono invece sempre più vicini! In Italia si torna a parlare di secessione, cresce l’intolleranza verso le diversità in genere. Il “grido d’allarme”  è sempre doveroso, dinanzi ai rischi risvegliarci dinanzi a nuovi segnali di intolleranza e di spregio della diversità. Un testo che ha anche un valore didattico e morale, per aiutare a sperare in un mondo più giusto e solidale. L’Italia è stata divisa. Tutti i meridionali già residenti al nord al momento della secessione sono stati confinati in delle riserve come a suo tempo gli indiani d’America. In una di queste riserve, in una casa al confine col territorio padano, vivono i protagonisti della nostra storia: Gennaro Strummolo e sua sorella Addolorata. La casa è frequentata assiduamente da Ciro Cacace, fidanzato di Addolorata e da Olga, assistente sociale del nord addetta alle riserve. Gennaro è divorato dal desiderio dì diventare a tutti gli effetti cittadino del nord, inseguendo questo sogno si è persino modificato il cognome da Strummolo a Strum, in modo da vantare origini nord-europee, senza però modificare il codice fiscale. Le liti con la sorella, che invece continua a coltivare abitudini e ritmi meridionali, sono continue. Addolorata si fa forte anche del sostegno del fidanzato, Ciro Cacace, che con i suoi comportamenti da sudista “irriducibile” fa impazzire di rabbia Gennaro. A complicare la situazione c’è la presenza di Olga, assistente sociale, che ha il compito di preparare la famiglia Strummolo al difficile esame di ammissione al nord, ma viene colta da insana passione per il “ruspante” Ciro. In questo paradossale contesto si svolgono le comiche vicende della commedia che, pur trattando un argomento di attualità politica, non si discosta mai dallo linea del racconto fantastico.