Uffici stampa dimenticati, a dodici anni dalla legge 150, profilo professionale addetti stampa pubblici ancora indefinito

Nel giugno del 2000 il Parlamento italiano approvò, all’unanimità, la legge 150 sull’informazione e la comunicazione nella pubblica amministrazione. Il principio ispiratore della innovativa norma era di sancire l’obbligatorietà delle attività di informazione e comunicazione da parte delle pubbliche amministrazioni e di regolamentarle. distinguendo i ruoli dell’ufficio stampa, del portavoce e dell’ufficio relazioni con il pubblico. Una legge che aveva in nuce un’ambiguità:  il “testo approvato in Parlamento”, scrive Aurelio Biassoni, consigliere nazionale Fnsi, “lasciava alle amministrazioni pubbliche la facoltà del recepimento della normativa. Una facoltà purtroppo trasformatasi in arbitrio”. A distanza di dodici anni, infatti, tutto è rimasto cristallizzato. “Si pensava – aggiunge Biassoniche dalla legge al contratto ci sarebbe voluto poco, ma il pieno riconoscimento professionale dei giornalisti degli uffici stampa è una strada ancora lunga e irta di difficoltà: a volte considerati portaborse, altre volte uomini della propaganda, in alcuni casi ‘co.co.co.’, nelle migliori delle ipotesi talvolta pubblici impiegati e basta”. In molti uffici stampa l’attività di informazione si sovrappone a quella amministrativa e a molti giornalisti non è applicato il contratto di categoria. E’ una sorta di torre di Babele con contratti giornalistici (pochi) e inquadramenti in decine di altri contratti come quelli pubblici (la maggioranza). Una situazione articolata che testimonia come, a distanza di dodici anni, i problemi non sono cambiati, anzi si sono incancreniti; la legge è, sostanzialmente, inapplicata e gli uffici stampa restano un’anomalia nel panorama dell’amministrazione pubblica.Perché tutto questo? Di chi la colpa? Certamente dell’Aran e dei Ministeri ma, anche, della  FNSI, troppo lenta nelle rivendicazioni e con strategie sindacali poco condivisibili, e di Cgil-Cisl-Uil, preoccupati a non creare malumori tra gli iscritti portando avanti una rivendicazione a favore di una minoranza, nonostante  la sentenza dell’ottobre 2006 del Giudice del Lavoro di Roma, che ammetteva al tavolo delle trattative il sindacato unitario dei giornalisti italiani. Ed è per queste contrapposizioni che 2.000 giornalisti  degli uffici stampa sono costretti a vivere in mezzo al guado.  Colleghi molto spesso sottopagati, assunti frequentemente con contratti non giornalistici, costretti a orari lavorativi infernali, spesso condizionati dai tempi e dagli umori del vertice politico. Questo, nel migliore dei casi. Altrimenti, con un colpo di spugna l’organo di vertice dell’amministrazione pubblica  preferisce cancellare l’ufficio stampa. E’ quanto denuncia,  l’Assostampa Campania a proposito dell’ASL NA1 Centro. “Nel piano 2012 – si legge in un comunicato – scompaiono le voci Ufficio stampa e giornalisti ma, di fatto, si affidano compiti e ruoli ad un settore, l’U.O.C Gestione del Web e comunicazione aziendale informatizzata, che altro non farebbe che svolgere i compiti specifici dell’attività giornalistica. Ciò in netta controtendenza con quanto sostiene la Giunta regionale della Campania, di voler applicare finalmente la legge 150/2000 sugli Uffici Stampa”. Dalla Campania alla Puglia, le cose non cambiano. Qui è la Fiera del Levante a balzare agli onori della cronaca. “Non si comprende – accusa  Raffaele Lorusso, presidente dell’Assostampa di Puglia- la ragione  per la quale la Fiera del Levante, pur potendo contare su giornalisti professionisti già presenti in pianta organica, abbia deciso di sopprimere l’ufficio stampa” a favore della esternalizzazione delle funzioni.  Come uscirne? Con due azioni concrete e convergenti. Da un lato è necessario stanare l’Aran e smussare i contrasti tra FNSI e organizzazioni sindacali confederali affinché si avvii la trattativa sul contratto per i giornalisti che operano nella pubblica amministrazione; dall’altro rivendicando presso le Università e gli Enti di ricerca la piena applicazione del contratto giornalistico per tutti i responsabili e gli addetti degli uffici stampa. Su queste azioni intende muoversi, nei prossimi mesi, il Coordinamento nazionale degli uffici stampa delle Università e degli Enti di Ricerca.

Vincenzo Raimondo Greco Portavoce nazionale  Coordinamento uffici Stampa