Salerno: Cisl, compartecipazione spesa prestazioni sociali

In riferimento all’oggetto, inoltro il documento pervenutomi in data 19 luglio u.s. e mi preme porre all’attenzione la situazione che si sta determinando sul territorio provinciale di Salerno a seguito dell’emanazione delle direttive regionali riguardo alla compartecipazione alla spesa per quanto attiene le prestazioni socio-sanitari: con la Delibera n. 1267 del 16.07.2009 sono state approvate le tariffe per le prestazioni erogate dalle RSA e Centri Diurni ai sensi della Legge Regionale n.8/2003 ed è stato approvato per la prima volta il Regolamento di compartecipazione al costo delle prestazioni erogate nell’ambito dei percorsi assistenziali integrati di natura Socio Sanitaria delle persone con Handicap permanente grave e dei soggetti ultrasessantacinquenni e cittadini affetti da demenza. Successivamente, con il Decreto del Commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro del settore sanitario della Campania n. 6 del 04.02.2010 sono state recepite con modifiche ed integrazioni alla DGRC n. 1267/2009 e sono state adottate le Linee di indirizzo sulla compartecipazione socio-sanitaria (allegato C del Provvedimento) recanti lo schema di regolamento della compartecipazione che prevede che:”I Comuni/utenti dovranno versare all’ASL di competenza la quota di compartecipazione sociale con modalità e secondo le apposite procedure comunicate dalle stesse Aziende Sanitarie”: avverso il citato Decreto 6 diversi Comuni hanno proposto ricorso censurando, tra l’altro, la parte relativa al recupero da parte delle AASSLL delle quote economiche di competenza:proprio per l’impossibilità da parte delle AASSLL di recuperare le somme relative alla compartecipazione dai Comuni, stravolgendo completamente il sistema, con la Delibera della Giunta Regionale n. 50 del 28.02.2012 sono stati formalmente adottati i provvedimenti propedeutici all’attuazione dei Decreti 77/2011 e n. 81/2011 del Commissario ad Acta per la prosecuzione del piano di rientro del settore sanitario relativamente alla Compartecipazione alla Spesa delle Prestazioni Socio-Sanitarie che impongono, a partire dal 2012, l’obbligo alle strutture di fatturare alle ASL nel cui territorio opera la struttura esclusivamente le tariffe dovute per la componente Sanitaria, e all’utente/Comune la restante quota delle tariffe per la componente sociale. Atteso che i Comuni non hanno una capacità di spesa specifica anche alla luce dei recenti tagli ai fondi del Socio – Sanitario, questo atto, mina il diritto fondamentale delle persone anziane non autosufficienti dei disabili e dei più bisognosi a vedersi garantiti all’interno dei L.E.A. le prestazioni considerato che la maggior parte di essi risulta ai limiti della sopravvivenza; inoltre questo provvedimento determina uno stravolgimento del sistema della remunerazione delle prestazioni socio-sanitarie in senso gravemente lesivo e discriminante e, stante l’incapacità delle ASL manifestata negli anni pregressi di recuperare la quota a carico dei Comuni e degli Ambiti Territoriali, la criticità è stata trasferita ai Centri che erogano le prestazioni socio-sanitarie, con il risultato di ridurre in misura oscillante tra il 30 e 50 % del fatturato, il credito certificabile e dunque utilizzabile per le consuete anticipazioni bancarie. Il tutto determina un irreparabile ed immediato crollo finanziario con conseguente pericolo di insolvenza delle obbligazioni assunte nei confronti dei fornitori, dei dipendenti, degli Enti di esazione, etc. Alcuni giorni fa, due strutture residenziali, Villa Caruso di Roccapiemonte e Villa delle Rose di Cava dei Tirreni  hanno annunciato la imminente  sospensione delle attività,  con perdita di 70 posti di lavoro,  e la dismissione di tutti gli utenti ricoverati. Se a tutto quanto si aggiunge che allo stato non si sa ancora a chi fatturare poiché ogni ambito regolamenta la proceduta e contestualmente si assiste alle manifeste dichiarazioni di rinuncia alle cure sottoscritte in calce ai verbali redatti dalle commissioni per la definizione dei progetti individuali di interventi socio sanitari da parte dei familiari degli utenti, allora significa proprio che siamo al preludio dello smantellamento dello stato sociale in regione.

 

Il Segretario Provinciale CISL FP

Pietro Antonacchio