Lusi andava arrestato?

Angelo Cennamo

Luigi Lusi, 50 anni, avvocato, ex tesoriere della Margherita, è il primo senatore arrestato della storia Repubblicana. Il singolare primato se l’è guadagnato per aver sottratto circa 25 milioni di euro dalle casse del suo partito. I colleghi del senato, ad eccezione di quelli del Pdl, non si sono opposti alla richiesta della misura cautelare formulata dai magistrati inquirenti, e così Lusi ha dovuto varcare la soglia di Rebibbia nell’attesa dell’imminente processo. Secondo la legge, il parlamento può impedire che un suo membro venga sottoposto ad un provvedimento restrittivo solo nell’ipotesi in cui ravvisi nei suoi confronti un fumus persecutionis. Ma perchè si possa escludere tale ipotesi, ciascuno dei senatori presenti in aula al momento della votazione deve aver preso visione degli atti processuali che riguardano l’indagato e quindi aver constatato, in prima persona, che il pm di turno non sia stato animato nella sua azione da ragioni politiche o comunque estranee alla procedura penale. Per Lusi, come per tanti altri parlamentari prima di lui, questa prassi è stata del tutto disattesa. Come mai. Perchè il voto sull’arresto di un deputato, piuttosto che di un senatore, in realtà, dipende da vicende completamente avulse dal processo. Quando il responso non è in linea con quello del magistrato ( la stragrande maggioranza dei casi) sono i tatticismi dei partiti a prevalere sui principi del diritto. Quello che conta è il messaggio da inviare ai propri avversari o magari agli stessi colleghi di partito. Lusi, non solo, politicamente, è stato sottoposto ad una ridicola pantomima, alla quale hanno preso parte tra l’altro diversi senatori chiamati in causa dallo stesso imputato, ma anche sotto un profilo meramente giudiziario, per nessuna ragione doveva essere sottoposto alla carcerazione preventiva. Intanto perchè essa costituisce l’estrama ratio rispetto a tutte le altre misure restrittive; secondo, perchè non sussisteva al momento della sua richiesta nessuna delle esigenze cautelari previste dal codice. Poteva, Lusi, reiterare il reato commesso? No, non essendo più il tesoriere della Margherita, e non potendo maneggiare altri fondi dello stesso partito. Poteva, Lusi, scappare dall’Italia? Evidentemente no, lo avrebbero catturato al masimo a Roma nord.  Poteva allora inquinare le prove del processo? Ma se ha confessato?

 

2 pensieri su “Lusi andava arrestato?

  1. @Angelo:

    come sai, non sono esperto di Legge come te, ma ti chiedo: prima di Lusi (come senatore) il primato cui fai riferimento non apparteneva a Cesare Previti?

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