Una ricerca analizza le reti di volontariato tra Salerno e Livorno

Reti di volontariato e soggettività collettiva” è il titolo dell’indagine comparata tra Toscana e Campania svolta per conto di Cesvot dall’Università di Pisa, prof. Andrea Salvini, alla quale hanno partecipato Sodalis Csv Salerno e l’Università di Salerno, prof. Massimo Pendenza. Per la prima volta due Centri di Servizio si sono “messi in rete” per realizzare uno studio su una tematica di interesse in comune e compararne i dati consentendo l’incrocio di esperienze territoriali ipoteticamente differenti. I risultati sono stati presentati a Livorno il 18 maggio e lo stesso evento sarà replicato a Salerno il 28 giugno, alle ore 17.30, presso la Sala Giunta “Marcello Torre” della Provincia di Salerno. Interverranno Patrizio Petrucci presidente Cesvot, i rappresentanti del Co.Ge Campania e delle autorità comunali e provinciali. L’indagine esamina la struttura delle ‘reti’ di scambio e di collaborazione tra le associazioni di volontariato operanti a Livorno e Salerno – territori scelti per similarità negli indicatori demografici, statistici, geografici ed economici – al fine di comprendere se lo “stare in rete” produce effetti positivi per le stesse organizzazioni. Sono 133 le associazioni che hanno partecipato all’indagine (53 nel Comune di Salerno e 80 nel Comune di Livorno) coprendo almeno il 75% delle organizzazioni effettivamente operative all’interno dei due territori comunali. La tematica di studio è stata ampliata individuando alcuni indicatori di ‘democraticità’ e ‘socialità’ interna alle associazioni in modo da esaminare il grado di inclusività e di partecipazione alle attività e ai processi decisionali.I settori prevalenti in cui operano le associazioni di Salerno e Livorno sono affini: in entrambe le realtà predominano le associazioni impegnate in ambito sociale (41,5%; 30,0%), socio-sanitario (18,9%; 30,0%) e sanitario (15,2%; 12,8%). Non mancano le associazioni attive nelle questioni culturali (7,5%; 15,7%), ambientali (7,5%; 8,6%) e dei diritti e cittadinanza (9,4%; 2,9%), a riprova dell’ampliamento degli orizzonti di interesse del volontariato italiano.  I dati mostrano che la propensione a far rete delle associazioni in entrambi i territori è limitata, sia nel caso in cui la costruzione delle reti avvenga a livello informale, sia nel caso di collaborazioni progettuali formalmente più definite. Dall’indagine emerge che il volontariato è considerato un luogo privilegiato di costruzione della cittadinanza e della partecipazione: tre quarti delle associazioni svolge attività di ‘socializzazione’ interna rivolta ai soci e ai volontari. Tuttavia il coinvolgimento degli ‘utenti’, o comunque di coloro che sono i beneficiari delle attività e dei servizi, all’interno delle iniziative di socialità e dei processi decisionali è ancora basso: solo il 24% delle associazioni, in entrambi i territori, sperimentano tali forme di coinvolgimento. I dati mostrano l’urgenza, per il volontariato, di rendersi più ‘aperto’ e ‘reticolare’: aperto, nel senso di favorire dinamiche di inclusione più ampie; reticolare, così da facilitare forme di collaborazione e scambio che possano produrre nuove consapevolezze e nuove modalità organizzative.