Salerno: Morrone su infiltrazioni malavitose appalti pubblici

Nelle ultime settimane siamo di fronte ad un’azione investigativa, sistematica e intelligente, che va a scovare le infiltrazioni malavitose negli appalti pubblici della provincia di Salerno e mette le altre Istituzioni competenti nell’obbligo di rescindere le aggiudicazioni alle ditte interdette (ultima, in ordine di tempo, la Edilcem collegata al clan Vollaro di Portici). Finalmente trovano uno sbocco soddisfacente le tante denunce fatte in questi anni che apparivano, o venivano fatte apparire, senza alcuna conseguenza pratica.La verità è che non si è voluto prendere atto, in questi anni, di quello che pochi sostenevano: che la provincia di Salerno fosse meta ambita di un nucleo di aziende, chiaramente riconoscibili, colluse con la criminalità organizzata. Le forze investigative, la Magistratura, ieri come oggi, hanno fatto fino in fondo il loro dovere, attraverso indagini accurate, che, quasi in tutti i casi denunciati, hanno portato a provvedimenti giudiziari. Il problema è che questi soggetti investigativi hanno bisogno di tempi lunghi per le indagini e i conseguenti provvedimenti, ma hanno fidato sulla responsabilità delle altre Istituzioni affinché mettessero a frutto le conclusioni investigative e giudiziarie per prevenire altri appalti inquinati dalla camorra. Non saprei dire se in buona fede o malafede, però, le Istituzioni competenti e gli enti appaltanti hanno continuato ad osservare una linea di superficialità, consentendo alle imprese colluse di continuare a infiltrarsi, sistematicamente, negli appalti, nei subappalti, nelle forniture e nei noli. Questa linea di condotta ha trovato sempre un alibi nella impossibilità normativa di bloccare questo fenomeno e nella negazione della consistenza e della diffusione del medesimo. Non hanno mai spiegato, tuttavia, come fosse possibile per un semplice cittadino scoprire l’infiltrazione e denunciarla e per le Istituzioni, invece, restasse così complicato percepirla o, una volta scoperta da altri, metterla immediatamente nelle condizioni di non drenare risorse pubbliche in favore della camorra. Adesso le forze investigative e la Magistratura, giustamente preoccupate per il fatto che Salerno è diventata un crocevia importante per gli affari di molti clan malavitosi napoletani, casertani e salernitani, hanno deciso di smontare anche questo alibi istituzionale. Perciò, approfittando di denunce e precedenti successi investigativi e giudiziari, forniscono direttamente l’interdittiva antimafia, di cui anche i più convinti sostenitori delle “mani bloccate” e del “fenomeno molto residuale” devono prendere atto e, conseguentemente, apprestarsi a rescindere i contratti di aggiudicazione con le ditte segnalate. Si è aperta una nuova fase della quale va dato atto innanzitutto alla D.I.A. e alla D.D.A., ma più generalmente alle forze dell’ordine e alla Magistartura, che dobbiamo ringraziare del lavoro che stanno svolgendo, peraltro in silenzio e senza protagonismi. Quei pochi, sbeffeggiati e mal sopportati, che da tanto hanno sostenuto la vastità del fenomeno, deleterio innanzitutto per l’economia  e per le imprese del sud, e che hanno sempre dato il loro contributo di responsabilità, non possono che sentirsi più sereni, rassicurati e soddisfatti.

 Fausto Morrone