Salerno: Il Gioco Serio del Teatro… Atto III, conferenza stampa di presentazione, Chiesa dell’Addolorata

Giovedì 21 Giugno (ore 11) presso la Chiesa dell’Addolorata di Salerno, verrà presentato al pubblico  il cartellone de “Il gioco serio del Teatro”, la rassegna diretta dal drammaturgo salernitano Antonello De Rosa, in scena a partire dal 23 giugno all’interno della suddetta location.  La rassegna, giunta quest’anno al “terzo atto”, prevede spettacoli per oltre un mese, “Quasi un gesto di audacia nei confronti della crisi che mette in ginocchio il mondo del teatro e dell’arte”: ha sottolineato il regista salernitano che ha messo in piedi questa 3^ edizione in collaborazione con Il teatro delle Botteghelle, Borderline Danza, e con il patrocinio del Comune di Salerno. Il centro storico diventa il palco pronto ad accogliere: ben 8 piece teatrali e uno stage intensivo (previsto il 7 e 8  Luglio) dal titolo “Segno, suono e fiaba” su “La Gatta Cenerentola” di Roberto De Simone, a cura del Teatro delle Botteghelle. E la kermesse sarà incorniciata da una mostra fotografica omonima, “Il gioco serio del teatro”, a cura di Adele Filomena che esporrà un percorso in cui sono racchiusi gli scatti che catturano i  momenti più significativi delle passate edizioni. Tuttavia il teatro rimane il protagonista di un viaggio “Vitale, unico e necessario” così come lo definisce De Rosa che ha scelto di dedicare il primo appuntamento della manifestazione ad un laboratorio – spettacolo, “La tempesta” liberamente tratto da “Che tempesta”, ovvero il dramma shakesperiano nella rilettura di Eduardo De Filippo, in scena sabato 23 Giugno (ore 21.30) a cura del Teatro delle Botteghelle. Un momento propedeutico in cui si affronteranno tecniche relative alla professione di attore; un laboratorio per vivere i propri stati emotivi e trasformali in occasione per espandere la propria creatività, attraverso un’attivazione teatrale che segue un percorso che fornisca gli strumenti tecnici in un’ottica di integrazione tra linguaggi scenici. La scelta de “La Tempesta” che poi nel mio Laboratorio è diventato “Che Tempesta”, rappresenta quanto “Il Teatro sia vitale, unico e necessario – conclude De Rosa – e rappresenta un po’ anche i miei inizi e l’inizio di un sogno.