La democrazia è finita?

Angelo Cennamo  

 “Dio è violent” ( senza la “o” finale) è il titolo di un libro che sta facendo molto discutere. L’autrice, la filosofa Luisa Muraro, complice forse la crisi internazionale di questi mesi, riscopre una tesi molto in voga ai tempi del sindacalismo rivoluzionario di Sorel e Mussolini : la violenza intesa come levatrice e motore della storia. Molto prima del duce, in Europa circolavano teorie diverse a riguardo. Filosofi del calibro di Hobbes, Locke e Rousseau avevano infatti inventato e cavalcato la cosiddetta contrattualistica sociale. Il contratto sociale era ed è quel patto attraverso il quale i governati rinunciano ad una parte delle loro libertà per ottenere in cambio dallo Stato maggiore tranquillità e sicurezza : allo Stato di natura, in altri termini, subentra quello sociale e politico. Nel suo pamphlet, la Muraro annuncia che oggi , quella del contratto sociale, è oramai un’idea morta, perchè nessuno crede più nella democrazia, nell’uguaglianza e nel progresso sociale. Oggi prevalgono l’idea della forza e della violenza, in base alle quali non tutti possono stare bene, ma solo alcuni a spese di altri. E allora, dice la Muraro, facciamola finita con la finta indignazione e con le prediche pacifiste. La violenza è nella realtà dei fatti, e’ nelle cose, fa parte della natura. Rassegnamoci alla sua ineluttabilità, senza piagnistei e retoriche di vario genere. Possiamo considerare la tecnocrazia che ci è piombata addosso il corollario di questa tesi così coraggiosa e anticonformista? Credo di sì. Del resto, cos’altro è la linea rigorista della Germania se non una prova di forza su chi è più debole e inadeguato ai parametri europei? Meditiamo.

Foto Filosofico.net- Foto Il Foglio.it 

 

     

 

5 pensieri su “La democrazia è finita?

  1. @Angelo:

    cioè, scusa, l’autrice propone che da adesso ci si dia botte da orbi in cambio di una democrazia se vogliamo un po’ ipocrita?

  2. Non credo che intenda questo. L’uso della forza si coniuga e si rivendica, piuttosto, come reazione al politicamente corretto e al pacifismo arrendevole. E probabilmente come espansione del mero individualismo contro il collettivismo dominante. E’un tema affascinante; non sarebbe male se il nostro Direttore volesse invitare l’autrice ad interagire più direttamente con i lettori dalle colonne di dentrosalerno.

  3. @Angelo:

    il problema, nella mia modesta opinione, è che ci siamo allontanati dal senso stesso della democrazia: ce l’abbiamo da anni come una cosa data, immobile, scontata, di cui non capiamo il valore. A livello mondiale, inoltre, non abbiamo avuto (anche dalla nostra parte) maestri di democrazia in politica estera, tant’è che ci siamo trovati ad “esportare” (?) il modello democratico grazie a finte veline -da noi stessi fabbricate- a riguardo della presenza di ordigni nucleari in taluni paesi. Insomma, in nome e per conto della democrazia si sono fatte molte cose esecrabili.

    Ora, IO vorrei un mondo in cui queste cose esecrabili fossero bandite, mentre mi pare che il libro voglia affermare (ma non l’ho letto!) la natura bestiale e irrazionale dell’uomo, che deve per forza sopraffare l’altro invece di vivere in tranquillità con i propri simili.

    E, bada, io non sono uno di questi pacifisti da corteo (non vado a nessun corteo), ma semplicemente credo che la concezione del mondo come sopraffazione dell’altro ci abbia già creato problemi grossissimi. Ma, ripeto, prima di dire qualunque cosa vorrei leggere il libro… Vedo anche che costa poco… 🙂

  4. Con la fiducia al decreto che prevede il no ai candidati condannati la democrazia comincia. Un pò di pulito!!!

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