I beni che perdiamo

Da più di un secolo, nell’ambito dei lavori della Carta Archeologica d’Italia e delle attività di ricerca sul territorio sviluppate sia in ambito universitario che CNR, è stato approfondito il tema specifico delle azioni rivolte alla conoscenza e tutela delle evidenze archeologiche, architettoniche e paesaggistiche. Il CNR da diversi anni ha dedicato particolare attenzione alle metodologie e tecnologie per l’incremento e l’organizzazione della conoscenza, anche attraverso le attività del Laboratorio Sistemi Informativi Territoriali (SIT) per i Beni Culturali, oggi operativo nella UOS di Roma dell’Istituto IBAM( commessa di ricerca “Metodi e tecnologie per la conoscenza e la gestione dei beni archeologici, monumentali, ambientali del territorio”). Il SIT è stato sviluppato in collaborazione con l’Università del Salento, ma opera e viene implementato in sinergia con analoghi sistemi informativi di altre Università italiane che lavorano sulle stesse tematiche (Università di Roma “La Sapienza, Università di Siena, Università della Tuscia, Seconda Università di Napoli) ed in particolare con Strutture Centrali e periferiche del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Considerando lo stato di avanzamento scientifico dell’argomento e soprattutto valutando la necessità di dare equilibrata diffusione alle problematiche della conoscenza e del rischio, assai serio, del patrimonio nazionale, si è ravvisata l’opportunità di organizzare un seminario tecnico scientifico che metta a fuoco la situazione, rivolto soprattutto alle strutture di gestione dello Stato e degli Enti locali ed alle Istituzioni di ricerca. Al contempo si potrebbe forse perseguire l’intento non più procrastinabile di innalzare l’attenzione della politica sullo stato e sulle potenzialità del patrimonio nazionale, tema troppo spesso formalmente enfatizzato ma sostanzialmente sottovalutato.  Nel corso del seminario, attraverso l’elaborazione numerica e minuziosamente documentata dei dati rilevati in ampi settori del territorio nazionale, si cercherà di quantificare, sulla base di un campione consistente derivante da indagini capillari in territori distribuiti nel territorio che evidenziano situazioni assai diversificate, la percentuale dei Beni Culturali tutelati, conosciuti ma non ancora oggetto di tutela diretta, di quelli esistenti nel territorio e rilevabili con azioni di ricerca, ma non noti e di conseguenza non tutelati.  Si porrà inoltre attenzione all’analisi ed alla evidenziazione, anche coraggiosa, dei rischi gravi del patrimonio, delle diverse tipologie dei danni, con relativa quantificazione delle perdite parziali o totali, allo scopo di indagarne le cause ed al contempo individuare e proporre soluzioni sia già in atto, che in programmazione. Per questo settore un sostanziale contributo è dovutoalle azioni di monitoraggio aereo e terrestre di aree archeologiche a rischio, condotto da più di 10 anni dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale in collaborazione con il Laboratorio SIT del CNR.  L’intento prioritario delle attività indicate, e pertanto del seminario, è quello di apportare un contributo sempre costruttivo, sottolineando innanzitutto l’esigenza primaria di una azione sinergica che  incrementi sostanzialmente la conoscenza, e, parallelamente, la necessità di una sempre più efficace interazione tra le Strutture di ricerca e gli Organismi dello Stato preposti alla tutela e valorizzazione: conoscere per tutelare, conoscere per valorizzare e mettere a frutto i Beni, che sono elemento primario della crescita culturale, ma anche consistente sottostimato generatore di lavoro qualificato e potente motore di sviluppo economico.