Salerno: il Crescent “Fa acqua” da tutte le parti

È certo, ormai: il Crescent – la mostruosa gettata di cemento sull’area della spiaggia di S. Teresa, fortemente voluta dal “podestà” di Salerno, De Luca – “fa acqua” da tutte le parti. E non ci riferiamo alla clamorosa scoperta delle copiose infiltrazioni d’acqua nelle fondamenta che, in un’opera costruita in riva al mare e alla confluenza della foce di un fiume, persino un geometra appena diplomato avrebbero potuto ipotizzare, mentre pare siano sfuggite alla “Archistar” Ricardo Bofill, con un ulteriore danno per la collettività di 8 milioni di euro. No, ci riferiamo invece alla pronuncia del Consiglio di Stato, che, pur non entrando nel merito della controversia – rimesso ad altra sede – ha frattanto sospeso i lavori del “Mostro di Salerno”, ravvisando per la collettività un danno grave e irreparabile. Ma ciò che è importante sottolineare è il passaggio dell’ordinanza sospensiva, laddove si fa riferimento alle ragioni del danno: che consistono, non solo nella difficilmente reversibile trasformazione dello stato dei luoghi, ma anche nella clausola del contratto stipulato fra il Comune di Salerno e la società Crescent Srl per cui “il rischio proprio degli esiti delle azioni giudiziarie pendenti in relazione all’immobile è assunto dalla parte pubblica“! Si conferma, in altri termini, ciò che il Partito di Alternativa Comunista ha da sempre denunciato e, in particolare, nella passata campagna elettorale: cioè che la costruzione del Crescent rappresenta una speculazione edilizia ai danni dei cittadini e a tutto vantaggio dei palazzinari e dei cementificatori. Il Partito di Alternativa Comunista rinnova il proprio sostegno al Comitato No Crescent e mette a disposizione le sue strutture perché la battaglia per impedire la costruzione di quest’opera mostruosa continui. E, non riponendo alcuna fiducia nella giustizia borghese, continui nelle strade e nelle piazze di Salerno fino a rovesciare la locale borghesia e i suoi ascari – di centrosinistra, come De Luca, e di centrodestra, come Cirielli (che ora cercherà di intestarsi il favorevole risultato giudiziario, mentre i suoi consiglieri comunali nulla hanno fatto per contrastare il Crescent) – e fino a insediare a Palazzo di Città un governo dei lavoratori. Si tratta ora di approfittare della crepa aperta dalla pronuncia sul Crescent e di allargarla con il cuneo delle lotte operaie: solo in questo senso, la legittima soddisfazione di oggi potrà trovare conferma domani e trasformarsi in una stabile vittoria. Si tratta di unificare tutte le lotte sul territorio urbano e provinciale, da quelle ambientali come contro il Crescent, a quelle per il lavoro (Pastificio Amato e Cstp su tutte), per rovesciare il sistema capitalistico in crisi e rivendicare un altro sistema – quello socialista – in cui un’economia pianificata e al servizio dei lavoratori e delle masse popolari metta al bando ogni speculazione ai danni delle classi subalterne.

Il coordinatore regionale del PdAC
Valerio Torre