Salerno: GD, i giovani che non piacciono

L’incontro di Renzi con il Sindaco di Salerno ha finito per segnare,come d’altronde era prevedibile,la nascita dell’ennesima polemica politica gratuita,in una fase in cui ci sarebbe bisogno di tutto tranne che di questo,ma la cultura dell’unità è notorio non appartenere al Sindaco che con orgoglio afferma di essere un “eretico” dentro il Pd.Non ha mai avuto molta simpatica per i giovani “in politica” ,per i Giovani Democratici della Federazione di Salerno in particolare,primi in Campania e quarti in Italia per numero di iscritti,l’organizzazione salernitana che esprime tanti dirigenti nei circoli del Pd,segretari di sezione,numerosi consiglieri comunali,assessori,addirittura un sindaco. Tutti ovviamente senza diaria e che sul finanziamento pubblico la pensano esattamente come chi dice che deve essere indirizzato ai territori,perché sui territori si fa la politica. Ebbene l’uscita infelice del nostro Sindaco è l’esempio della “guerra” generazionale che vive il nostro paese e che dalle nostre parti è ancora più feroce e sentita, perché chi non ha i mezzi soffre due volte: soffre l’arroganza della classe dirigente che non vuole nessun ricambio e la propria situazione di impotenza di fronte alla violenza di chi ti dice “non tocca a te,il posto è per il figlio di”,in politica e nella vita. Contro questo i Gd si battono,nella politica,nel Pd e tra la gente. Contro il nepotismo e l’arroganza e contro una conservatorismo politico che continua a sopravvivere specialmente nel mezzogiorno colpito in maniera minore dal fenomeno Grillo ma non per questo al riparo dalle conseguenze che questo ha generato. D’ altronde solo in Italia un ciclo politico dura 25-30 anni e con i risultati che tutti abbiamo sotto gli occhi. Occorre rinnovamento,lo dicono ormai tutti. Sono le ricette che divergono. Primarie per le liste certo ma dobbiamo consentire a tutti di poter competere,bisogna immettere nuove capacità e dare forza a tanti che con il lavoro,lo studio e il sacrificio voglio dare un contributo. Incoraggiare  i giovani che pensano,forse i giovani che spesso non piacciono.