Italia senza bussola

Giuseppe Lembo

Il nostro è un Paese dal conflitto permanente; tutti contro tutti. La politica, sempre più latitante, più che redimere i conflitti, di fatto li alimenta di sé, giorno dopo giorno, ora dopo ora. La gente in una condizione sempre più desolante e desolata non riesce a capire proprio niente; non sa più orientarsi e tantomeno come uscire da una situazione assolutamente difficile; tanto, per il bene di tutti. Ma la gente di questo nostro strano Paese, non ha più un’anima; è un’entità assolutamente astratta, traducibile in un solo valore numerico; il cittadino è sempre e solo un numero; anche l’insieme sociale, è considerato la pura scorciatoia di tanti numeri; di tante aggregazioni di cifre, avidamente contate da un qualche ragioniere capo di turno. Ma che Paese è il nostro? Come è  possibile imboccare una strada tortuosa, così pericolosa e così sbagliata? L’immagine numerica, tra l’altro, cara anche al nostro Primo Ministro Mario Monti, che ha tradotto in modo ragionieristico, in puro valore numerico anche i suicidi dell’ultimo periodo (una tragedia umana di ben diversa natura, ossia fortemente connotata di umanità e per niente numerica), è un’immagine perdente; un’immagine che non rappresenta la vera realtà delle cose italiane, per cui deviante ed assolutamente folle. È questa immagine, l’espressione ed il simbolo di come siamo ridotti; di come i poteri forti di questo nostro Paese hanno ridotto la nostra gente, fatta rattrappire ad un punto tale da perdere tutto di sé ed essere magicamente tradotta in cifre, in numeri da comporre, scomponendoli e ricomponendoli, senza assolutamente cambiarne il risultato. Un puro, semplice ed elementare gioco di un più e meno, senza andare minimamente oltre il valore ed il senso delle cifre. Ma quanta idiozia umana si nasconde nella coscienza in cifre degli italiani! Non è assolutamente così! Gli italiani, prima di tutto, hanno un’anima ed una sensibilità di uomini portatori di un’etica e di una morale che fa la differenza; sono soggetti pensanti ed “insieme” di valori e di idee che, se ben confrontate, potrebbero cambiare a fondo e per tutti, il volto di questo nostro malcapitato Paese. A chi interessa fare questo? Non certamente al pensiero unico dell’economia che traduce tutto in cifre. Forse è ancora ostinatamente legato al mondo dei valori, un mondo sempre più indifferente ai più, solo qualche nostalgico sognatore, convinto com’è che l’uomo non è fatto di solo stomaco ed apparato digerente, ma, è fatto, soprattutto di una mente pensante che produce idee e cerca nuovi scenari di vita e di un’anima che crede nella forza dell’etica e di una morale comune da cui nessuno e niente può e potrà prescindere, se non si vuole, come sta accadendo, organizzare per sé e per gli altri l’inizio della fine di un’umanità vuota, avendo dismesso di credere nell’importanza dei valori e dell’etica, facendone un uso continuo ed intelligente, per sé e per gli altri.

 

                                                                                               

 

Un pensiero su “Italia senza bussola

  1. Lei descrive con un disincanto e un filo logico corretti. Mi permetto proprio io una riflessione colta tra le righe. L’appartenenza ad una grande comunità ci rende necessariamente “numeri”. Noi siamo persone solo in ambiti ristretti. Una riflessione dissacrante: finché si trova farina a 35 centesimi il kg, lievito a 25 centesimi (due cubetti) e pasta in offerta fino al limite inferiore di 50 centesimi al kg trovo di cattivo gusto lamentarsi del presente. Esistono nostri simili con molto meno o nulla. Certo che, per molti, il tempo di mettere un surgelato pronto nel microonde è finito. Oserei anche dire: “per fortuna”.
    Sempre profondi e lucidi i suoi scritti.
    Complimenti e un saluto
    Joseph

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