Salerno: Comunisti Italiani, abbattimento Imposta Municipale Unica su prima casa

Le amministrazioni comunali possono rimanere schierate al fianco dei cittadini, evitando di mettere loro le mani in tasca sulla nuova IMU prevista per la prima casa. Pur non potendo sottrarsi all’imposizione della legge, possono stabilire con delibera di Consiglio Comunale un principio di equità e giustizia sociale abbattendo allo 0,2% per la prima casa, sgravando in tal modo la stragrande maggioranza della popolazione da una tassa che reputiamo ingiusta e iniqua. Il diritto alla casa è un diritto inalienabile, e pertanto garantito dalla Costituzione La prima abitazione è un bene costruito dopo sacrifici di lavoro e sudore da parte di genitori e figli, che non è giusto tassare. Le amministrazioni comunali possono definire le aliquote della nuova imposta, assumendo la decisione storica, esemplare e coraggiosa di non far pagare sulla prima casa la maggior parte dei cittadini, i quali potranno ridurre a zero il dovuto, grazia alla detrazione fissa di € 200,00 prevista dalla legge e a quella aggiuntiva di 50 Euro per ogni figlio a carico al di sotto dei ventisei anni A tal proposito, esiste l’esempio del Comune di Polistena (RC), dove su proposta della Federazione della Sinistra, non pagano l’IMU: nucleo familiare composto anche da un solo componente proprietario di una casa classificata nel gruppo A2 (abitazioni civili residenziali) con 7,5 vani (120 mq circa) classe 3 (massima) e rendita catastale di € 561,65; nucleo familiare composto da almeno un figlio a carico sotto i 26 anni e genitori proprietari di una casa classificata nel gruppo A2 (abitazioni civili residenziali) con 10 vani (180 mq circa) classe massima e rendita catastale di € 748,86; nucleo familiare composto anche da un solo componente proprietario di una casa classificata nel gruppo A3 (abitazioni di tipo economico) con 7,5 vani (120 mq circa) classe massima e rendita catastale di € 426,08; con nucleo familiare composto anche da un solo componente proprietario di un villino classificato nel gruppo A7 (abitazioni tipo villini) con 7,5 vani (120mq circa) classe massima e rendita catastale di € 619,75 – si pagano €8,24, ma con un figlio sotto 26 anni. Per pareggiare gli incassi degli anni precedenti, tuttavia, le amministrazioni possono applicare l’aliquota massima dell’1,06% sulle seconde case sfitte, provvedimento che anche a Salerno città permetterebbe anche di abbattere la piaga degli affitti in nero che attualmente prospera a danno degli studenti e dei lavoratori fuori sede. L’Amministrazione Comunale può prevedere, inoltre, agevolazioni e riduzioni rispetto all’aliquota ordinaria, stabilita (1,06%), come ad esempio per le seconde case affittate con regolare contratto (0,96%) o concesse in comodato ai figli (0,76%), per terreni agricoli (0,76%) e fabbricati rurali (0,1%). Altre piccole riduzioni, rispetto all’aliquota ordinaria, possono essere previste per le attività produttive inquadrate catastalmente nel gruppo D (1,00%), per le aree fabbricabili (1,00%) e per botteghe e negozi (0,86%), che purtroppo subiranno un notevole incremento perché i moltiplicatori delle rendite catastali sono stati aumentati direttamente dalla legge, senza che fosse riconosciuto ai comuni alcun potere di riduzione. Con queste scelte le amministrazioni comunali della nostra provincia possono realizzare quel principio di giustizia ed equità sociale di progressività della tassazione, che il Governo Monti, congelata l’idea della patrimoniale per non turbare gli equilibri del potere, non ha voluto realizzare su vasta scala.

Partito dei Comunisti Italiani

Il Segretario

Paolo Battista