Salerno Porte Aperte: il direttore Rita Occidente Lupo alla kermesse del Cas

Emozioni in arti figurative, per Salerno Porte Aperte, del Centro Artisti Salernitani a Palazzo Genovese, nell’ambito di una rassegna, voluta dall‘Associazione, presieduta da Elena Ostrica. Ospite critico, il direttore del nostro quotidiano Rita Occidente Lupo, che  ha intervistato i vari artisti, complimentandosi per le loro accattivanti opere. Svariati gli stili, grazie ad un nutrito parterre di partecipanti alla kermesse, in occasione del mese di maggio, che accenta il valore architettonico della città: Patrizia Auletta, Ferdinando Bove, Antonio Caroniti, Sergio Cioffi, Teresa Correnti, Carmine De Dominicis, Enrica Delle Donne, Rosalba Fieramosca, Gianluca Foselli, Alicia Ggambòa, Enzo Giordano, Rolando Lambiase, Osvaldo Liguori, Sabino Matta, MariaLuisa Mignone, Elena Ostrica, Vittorio Pesca, Marco Petillo, Alfredo Razzino, Pina Sozio, Antonella Sparano, Francesco Tortora, Maria Totaro Pepe, Silvana Valese, Gerarda Vincitore, Rosmina Viscusi. L’apertura della collettiva, con l’input dell’amministrazione comunale salernitana, che ha permesso la location privilegiata di Palazzo Genovese. “Una ventata giovanile, fresca, accattivante da cromìe invertebrate, che sembrano afferrare la materia e padroneggiarla cogliendole il respiro- ha proluso il direttore Lupo, nel congratularsi per l’iniziativa e nel commentare le opere icaricamente.-Una manifestazione, quella del Cas, che non vede certamente talenti scoperti aggiungere un altro tassello, ad un carnet più che zeppo di riconoscimenti non solo a livello nazionale. Infatti, i gemellaggi anche con l’est hanno consentito che le opere venissero anche confrontate e conosciute in Paesi dove le tecniche possono essere messe a confronto ed il dialogo intorno alle realtà artistiche, sempre così ardite nel proseguire la propria verve, anche senza fondi atti a potenziarla, rende onore. Salerno Porte Aperte occasione non solo per rovistare tra le rovine del tempo, tra i siti di maggiore incidenza urbana, ma anche tra i rivoli di una sensibilità, che denuda il fianco solo in rare occasioni. Infatti, anche la muscialità, che il Cas ha incastonato privilegiando “A Via Nova” ha ragion d’essere, in un quadro variegato. A tutti l’augurio di continuare ad assecondare il prorpio talento, la propria vocazione, perchè di questa trattasi allorquando l’arte emerge nella sua enfasi dirompente, non subendo più il silenzio della propria solitudine nè accettando d’esser camuffata nel suo comunicare ciò che pulsa, vibra e detta emozioni.”